Posted: 25 Mag 2005 - 22:03 Post subject: Post subject: Un'Avventura
Ordunque, Saltellanti Topi del Deserto, ripropongo qui un agile esercizio mnemonico per vedere a che livello giunge la vostra "dunite", contratta nella contaminazione da spezia e/o da mélange (ma va anche bene il Succo di Sappho e le Erbe Sacre di Rossak) .
Cimentiamoci nell'affrontare l'ignota Avventura che si para dinanzi a noi in un lungo Sentiero che solo la nostra Fantasia conosce e sa esplorare.
Venite con me, accompagnatemi nell'Universo Sconosciuto delle Sabbie Cosmiche di Dune.
Il Punto di Partenza nasce dalla realtà dei nostri giorni e d'un tratto, come un flash improvviso, siamo catapultati nell'Altrove, a misurarci, con i nostri pregi e difetti di questa civiltà moderna, nelle vastità desolate e ululanti di venti sabbiosi d'un deserto più arido dello stesso Sahara, più rovente delle fiamme d'un falò, più affascinante di un'oasi ricca d'acqua.
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Non capisco. Ero certo di entrare nell'ufficio postale per il pagamento dell'ennesima bolletta e, invece di entrare nella lunga stanza colma di gente vociante, mi ritrovo nella penombra di quella che mi sembra essere una specie antro, caverna, spelonca, non so. Francamente non mi pare d'esser caduto e di d'aver battuto la testa e di star delirando in qualche sogno particolarmente lucido. Mi sento reale e la sensazione che provo è... come di "antichità"... sì, provo proprio questa sensazione. Forse sono dentro un antico sepolcro di cui intravedo, più in fondo, la fievole luminosità di un'uscita.
ATTENZIONE: prima di esprimere Vs. parere, accertatevi di aver letto fino all'ultima pagina aperta del topic. Controllate sempre il numero delle pagine...
Ogni vostro intervento è una linea di "febbre" in più nel "termometro" della vostra "dunite" _________________
Ah, perchè tu vai a radiazioni? Di caffé "Del Professore"...? Allora, inserisci questi dati nel tuo contatore GEIGER sporco harkonnen!
Sei tu, umano terrestre vivente in questa società occidentale, ad essere, per motivi al momento ignoti, ma che puoi inventarti a tua discrezione, catapultato nel futuro a 20.000 anni da adesso, tra le sabbie di Arrakis.
Cosa fai, ti adegui e segui gli eventi o fai... "kalakili"...? _________________
Come mio consueto...ero al lavoro nella fabbrica dove faccio il povero operaio....quando....guardandomi attorno, vedo figure vestite in modo strano......armate sino ai denti...cominciare a menare a destra e a manca.....stranito guardavo lo svolgersi della cosa...per poi dirmi dentro me stesso........sto sognando ad occhi aperti....
Bene, bravo Zio Vlad! Vedo che ti sei subito calato con successo in quest'avventura la quale, ripeto, si svolge su qualsiasi luogo vi piaccia di Arrakis: Poi, man mano che si sviluppa il corso delle nostre storie parallele, è possibile che avvenga un'interazione tra i nostri "simulacri" nel futuro, ovvero un incontro fra di noi "alieni" sbalzati su un mondo alieno dal nostro attuale modo di vivere.
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Il silenzio era opprimente, quasi ovattato, non un suono che indicasse alcunché di vivo. Niente. mi avvio circospetto verso la fonte luminosa, quella che ritengo, "sento" essere un'uscita. E man mano che avanzo la temperatura si alza e un caldo secco quasi irrespirabile comincia ad attanagliare la mia gola.
e continuando a sognare vedevo che non ero un uomo libero come lo ero pochi minuti preima....Portavo delle catene ed invece di stare nella mia solita macchina per la produzione...ero davanti ad una enorme lastra di marmo...o forse vetro non saprei....rossa come il sangue...il sangue che cominciavo a vedere zampillare da alcune teste fracassate mi pare da soldati.......
stavo passeggiando da solo, nel silenzio rumoroso della città, sul lungomare. Il desiderio di alienarmi dalla città, almeno per qualche istante,perdendomi in tumutuosi pensieri personali e desideri di essere altrove mi guidava. Almeno fino a pochi istanti fà. Mentre m'incamminavo lungo il molo quella bagliore... accecante ... quel sibilo assordante...
Nella culla del nostro passato, io giaccio riverso in una grotta così stretta che ho potuto penetrarvi solo dibattendomi. Là, nella luce danzante di una torcia resinosa, ho tracciato sulle pareti e sulla volta le creature di caccia e le anime della mia gente. Com'è illuminante guardarsi indietro, attraverso un circolo perfetto, e scorgere quell'antica lotta per il momento visibile dell'anima.
Tutto il tempo vibra a quel richiamo: «Eccomi!». Con una mente informata dai giganti dell'arte che sono venuti poi, scruto le impronte delle mani e i fluenti muscoli tracciati sulla roccia col carboncino e le tinte vegetali. Noi siamo ben più che semplici eventi meccanici! E il mio io anticivile chiede: -- Perché non vogliono lasciare la grotta?
-- I Diari rubati. (L'imperatore-dio di Dune - Cap.40 - pag.295)