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Mama Coca
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SudrakAlSalik
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 Post Posted: 17 Mag 2005 - 23:02     Post subject: Post subject: Mama Coca

Mama Coca
Convegno sulla foglia di Coca


Fra rituali, esposizioni native, video e degustazioni di caramelle e dolci di coca, si è svolto il Foro Internazionale della Foglia di Coca ' Settimana della Pace con la Coca, presso l'auditorio di San Marcos Pedro Zulen, dal 4 al 6 aprile scorso.

L'evento è stato inaugurato con un'offerta alla terra 'Pacha Mama- nella Huaca (luogo sacro) San Marcos. Buona scelta, come protesta simbolica di fronte alla minaccia imminente della eradicazione di questa foglia millenaria e sacra sin da epoche preispaniche e preinca.
L'archeologia ha evidenziato foglie di coca nelle offerte funerarie, nelle ceramiche, come nelle opere ritrattive Moche. In queste ceramiche si rappresentano visi chacchando (masticando) coca 'antica pratica andina- che il dominio nordamericano pretende di ignorare con il pretesto di combattere il narcotraffico e anche, chissà, sottometterci al loro dominio, controllando la nostra foglia mediante la firma del Trattato di Libero Commercio.

Fra gli invitati presenti, vi erano analisti, nutrizionisti, avvocati, biologi, sociologi, antropologi, dirigenti di comunità indigene dei paesi andini di Bolivia, Ecuador, Colombia, Nordest dell'Argentina e Perù.
Le dissertazioni hanno messo in evidenza che la foglia di coca è molto nutriente, possiede vari componenti e la cocaina è presente solo in minima percentuale. Per questo motivo è stato categoricamente affermato che la coca non è cocaina e nulla ha a che vedere con la politica antidroga imposta dagli Stati Uniti.

Lo scienziato Fernando Cabieses è stato chiaro nel sostenere che questo componente della cocaina rimane nel sangue solo cinque minuti, sparendo quindi completamente, pertanto il consumo della foglia è salutare e la sua tossicità e assuefazione sono falsità.

Altro intervento interessante è stato quello di Katia Gibaja, di Salta (Argentina), presidente dell'Accademia di Quechua (la lingua degli inca) Qollasuyu, che ha reso noto che, nel suo paese, la foglia di coca è legalizzata per il consumo. L'autrice ha mostrato diapositive nelle quali si notano i cartelli dei negozi che offrono coca assieme ad altri prodotti di consumo e ad alimenti. Nonostante ciò, ha chiarito che il consumo di coca sta diminuendo tra gli argentini per i prezzi troppo alti.

Nella sua esposizione, intitolata "Tradizione e Tradimento", la sociologa boliviana Silvia Rivera ha spiegato che nei settori privilegiati non esiste una reale presa di coscienza indigena inerente al chacchado della foglia di coca. L'immagine dell'argentino biondo dagli occhi azzurri 'che esercita questa pratica tradizionale- fa sì che il consumo si inserisca allo stesso modo nei settori occidentali boliviani, visto che la coca era fino a quel momento parecchio emarginata.

In questo contesto, si è parlato di razzismo, discriminazione nei nostri villaggi andini, dove la foglia di coca fa parte dell'identità culturale, della cosmovisione andina e del protocollo di amicizia. La foglia di coca si consuma nelle cerimonie, nei rituali, nelle giornate di lavoro (attività comunali della popolazione), in cui il chacchado si muta in qualcosa di connaturale e necessario. Oltre all'uso medico, nelle cerimonie di guarigione e divinazione, mediante la lettura delle foglie. Inoltre, a parte tutti questi usi, la foglia di coca è un mezzo di sopravvivenza, soprattutto per i produttori cocaleros.

Raul Crisales, membro della Commissione Esecutiva e Consultiva dei Diritti Umani e Diritto Internazionale Umanitario di Lima, ha ricordato che nonostante tutti i trattati che il Perù ha sottoscritto: La Costituzione Politica del Perù, Il Comitato Interamericano dei Diritti Umani, il Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici, il convegno dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, in Perù si viola il diritto ancestrale e il rispetto verso le comunità contadine e native.

Durante il convegno si è parlato anche della possibilità di costituire un fronte strategico continentale, che integri non solo i direttamente interessati, ma tutti per dimostrare agli Stati Uniti che la nostra popolazione indigena non è quella dell'"indio permetido" 'concetto utilizzato dalla boliviana Silvia Rivera in allusione agli Stati Uniti, per riferirsi all'indigeno come essere passivo-, disposto a consegnare le proprie conoscenze solo per il turismo etnologico.
Per tutto questo, è necessario rivedere la politica antidroga, così come pure le nozioni di tradizioni e modernità; entrambe sono riconciliabili e non dicotomiche, come si pretende. Nonostante ciò, la tradizione non deve essere concepita come natura estatica o "oggetto" per le vetrine dei musei, né la modernità deve essere vista solo dal punto di vista occidentale. Considerando queste cose, ciò significa ottenere una tecnologia di punta e di progresso materiale.
Questa ancestrale foglia di coca appartiene alla terra, specialmente alla nostra terra andina e dobbiamo difenderla, altrimenti saremmo complici dell'etnocidio culturale.


Vanessa Verastegui
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-- Chani, Motto Fremen (Messia di Dune - cap.22 - pag.283 - Ed.Nord)