Posted: 15 Mag 2005 - 11:34 Post subject: Post subject: L'esoterismo di Casa Savoia
I Savoia e l'esoterismo
Il nostro territorio e la nostra gente, spesso hanno incrociato, con l'avanzare della storia, le proprie vicende con la casata dei Savoia. Ciò che attualmente ci rimane del loro lungo governare sono i loro splendidi castelli, i maestosi parchi, le case di caccia e... tante leggende sui vari figli del re sparsi un po' ovunque!
La storia esoterica della famiglia, ha inizio con la loro promozione di studi sulla città di Torino in cui andavano cercando una fondazione "divina" che bene si addiceva alla città da loro scelta come capitale del regno. Ciò che lo studioso Emanuele Thesauro constatò, fu la fondazione di Torino da
parte di un principe egizio, Fetonte Eridano che, lasciato l'Egitto approdò in Liguria, valicò gli Appennini e alla vista del grande fiume che tanto gli ricordava il Nilo, si fermò e fondò una colonia imponendo il culto del grande Api, il sacro toro egizio.
L'antico paese del Faraoni, fu sempre di grande interesse per i Savoia che fondarono il museo ad esso dedicato e fu anche di grande stimolo e spunto al nascente ordine segreto della Massoneria.
I Savoia, come la maggior parte delle case regnanti europee, ebbero vari intrecci con i Templari prima e con la Massoneria poi. La corte fu sempre frequentata da astrologi, esoteristi e alchimisti e il loro interesse verso il mistero e l'occulto si ritrova in parecchie occasioni. Acquisirono la Sacra Sindone recuperata dai Templari, costruirono il Museo Egizio ed eseguirono una trasformazione architettonica di Torino che teneva presente diversi simboli d'architettura sacra.
Di grande interesse per gli studiosi e gli amanti del mistero, sarebbe di poter visitare la Biblioteca Sabauda. Lì vi sono conservati antichi trattati di magia, esoterismo e alchimia. La famiglia ha raccolto nei secoli migliaia di testi d'inestimabile valore che confermano la loro passione per l'occulto. Giuditta Dembech che ha scritto il libro "Torino città magica", è riuscita ad effettuare delle ricerche all'interno della biblioteca reale trovando alcuni libri veramente particolari. Uno è un antichissimo testo tibetano scritto in sanscrito dal quinto Dalai Lama (XVII secolo), in cui egli narra attraverso simbologie esoteriche la propria esperienza mistica. Un altro libro interessante parla di alchimia spiegando misteriose tecniche per preparare amuleti e talismani servendosi dei poteri magici di pietre e animali. Non mancano poi libri su astronomia e manuali di lettura dei Tarocchi.
Carico di simbolismo è anche il motto dei Savoia e il loro stemma con il famoso "nodo". Quest'ultimo in araldica rappresenta l'amore fedele ed era portato con orgoglio dai diversi ordini cavallereschi che da Amedeo VI nel 1350 fino ad oggi affiancarono i Savoia. Ho detto fino ad oggi, perché nel 1946, con la caduta della monarchia in Italia, l'ordine cavalleresco più famoso della famiglia, l'ORDINE SUPREMO DELLA S.S. ANNUNZIATA, non ha cessato di vivere ed è ancora gestito da casa Savoia. Essi promuovono nuove e regolari ammissioni, poiché si tratta di un Ordine d'origine dinastico-famigliare, antecedente alla costituzione del regno, perciò gode di autonomia ed è molto rinomato nell'araldica europea.
Ancora soggetto a studi anche il motto dei Savoia in cui compare l'emblematica scritta FERT che potrebbe alludere ad un legame fondato sul patto e sulla religione.
Anche i "nostri" Marchesi di Saluzzo avevano un motto araldico misterioso, è NOCH e lo si ritrova ripetuto in diversi luoghi del paese, in particolare nell'abside della chiesa di S. Giovanni e sul camino del salone di Casa Cavassa. Michela Brandino
Posted: 17 Mag 2005 - 16:11 Post subject: Post subject: Re: L'esoterismo di Casa Savoia
SudrakAlSalik wrote:
I Savoia e l'esoterismo
La storia esoterica della famiglia, ha inizio con la loro promozione di studi sulla città di Torino in cui andavano cercando una fondazione "divina" che bene si addiceva alla città da loro scelta come capitale del regno. Ciò che lo studioso Emanuele Thesauro constatò, fu la fondazione di Torino da
parte di un principe egizio, Fetonte Eridano che, lasciato l'Egitto approdò in Liguria, valicò gli Appennini e alla vista del grande fiume che tanto gli ricordava il Nilo, si fermò e fondò una colonia imponendo il culto del grande Api, il sacro toro egizio.
Di grande interesse per gli studiosi e gli amanti del mistero, sarebbe di poter visitare la Biblioteca Sabauda.
Fin dall'antichità chi è al potere ha cercato di giustificare la propria posizione attraverso una giustificazione "divina" del proprio potere.
La favoletta del principe egizio riprende in realtà l'antico mito greco di FETONTE che rubò il carro al dio Apollo, il dio del Sole, ma nelle sue corse spericolate col carro volante, precipitò nel fiume ERIDANO, ovvero il PO.
Purtroppo mi sembra che anche gli eredi di questa dinastia non abbiano potuto accedere alla biblioteca...sembra a me o ormai i nobili si comportano per la maggior parte come dei parvenues del teleschermo?
Tutti questi guerrieri pronti alla jihad...per fortuna che ci sono le B.G. a mantenere viva l'arte della dialettica e del dialogo..
In effetti è come dici tu, Daphne, la "giustificazione divina" del potere delle Casate Nobili, di dominio sugli altri affonda le sue origini nelle nebbie della storia umana... e purtroppo continua a persistere anche se camuffata dalla modernità di questi tempi.
Sul telescherNo stendiamo un sudario pietoso...
O Reverenda Missionaria non abbiate timore a tenere accesa la fiamma del dialogo e della reciproca comprensione, finché volteggerà sibilante la punta della mia Frusta Zensunni, lo Spirito di Harq al-Ada, il Perturbatore dell'Assuefazione, contribuirà a risvegliare gli animi dall'ottundimento di un jihad inutile e dannoso. In altre parole, appena qualche "testa calda" tenta d'avvicinarsi a voi a meno di 100 metri, avrà a che pentirsene... _________________
Finché un profeta è vivo, egli c'imprigiona nella sua visione. E un profeta può sfuggire alla sua visione soltanto procurandosi una morte in disaccordo con essa.
-- Leto II (I Figli di Dune - cap.31 - p.216 - Ed.Nord)