Posted: 14 Mar 2005 - 12:06 Post subject: Post subject: Manifesto di filosofia Dickiana
Noi per strade, vie, sentieri e camminamenti fra i più svariati, siamo giunti alla concezione d'una realtà che è connessa con quella che quotidianamente viviamo. Paul Muad'Dib, con la sua dolorosa esperienza, ne ha dato ampia dimostrazione.
Per cui, penso vi farà piacere sapere che l'intramontabile genio di Philip K. Dick ne diede una più che dettagliata testimonianza, non solo nei suoi memorabili romanzi e racconti, ma anche in numerosi interventi, fra cui quello che vi posto qui di seguito, che, a mio avviso, lo si può considerare come un chiaro Manifesto di Filosofia Dickiana.
Queste creature sono tra noi, anche se da noi morfologicamente non si distinguono; quello che le differenzia non è l'essenza, quanto il comportamento.
A volte esse stesse non sanno di essere androidi.
Come Rachel Rosen, possono essere persone attraenti, a cui però mancherà sempre qualcosa; oppure come Pris in "We Can Build You", possono essere individui nati da un ventre umano, o addirittura, progettisti d'androidi - l'androide Abraham Lincoln in quel libro - e tuttavia privi essi stessi di calore umano.
In questo caso rientrano nella categoria clinica degli "schizoidi", ossia individui privi di sentimenti. Sono sicuro che con questo termine si vuole intendere la stessa cosa di cui parlo io. E sottolineo la parola "cosa".
Un essere umano senza passioni o sentimenti è come un androide che ne è privo da quando viene costruito.
Fondamentalmente si tratta di qualcuno a cui non interessa il destino di cui sono vittime i suoi simili; lui resta distaccato, uno spettatore che, con questa sua indifferenza dà una nuova prospettiva al teorema di John Donne, secondo cui 'Nessun uomo è un'isola".
Colui che mentalmente e moralmente è un'isola non è un uomo.
Ma alla fine dobbiamo renderci conto che, sebbene l'universo nella sua totalità sia benevolo verso di noi (evidentemente gli piacciamo e ci accetta, o non saremmo qui; come dice Abraham Maslow 'altrimenti la Natura ci avrebbe giustiziati già da molto tempo"), esso tuttavia nasconde maschere dal ghigno malvagio che ci appaiono tra le nebbie della confusione, e può distruggerci per i propri fini.
Dobbiamo fare attenzione, però, a non confondere una maschera, qualunque maschera, con la realtà che essa nasconde.
Pensate alla maschera da guerra che Pericle si poneva sul viso: ha un volto gelido, il volto terribile della guerra, privo di compassione - tutt'altro che sembianze genuinamente umane a cui potersi appellare. E questo è sicuramente l'effetto che questa maschera voleva ottenere.
Supponete di non rendervi neanche conto che si tratti di una maschera; supponete di essere convinti, mentre Pericle vi si avvicina avvolto nella nebbia e nella semioscurità del primo mattino, che ciò che vedete sia il suo vero aspetto.
Ora, questo è quasi esattamente il modo in cui io ho descritto Palmer Eldritch nel mio romanzo: così simile alla maschera da guerra dei Greci che la somiglianza non può essere accidentale.
Ma allora tutto questo, la fessura degli occhi, i meccanismi metallici del braccio e della mano, i denti di lucente acciaio, che sono le spaventose stimmate del male, tutto questo che io stesso per primo vidi lassù nel cielo di mezzogiorno in una giornata del lontano 1963 non è una descrizione, una visione di una maschera da guerra e di un'armatura metallica, di un dio della battaglia? Il dio dell'ira in collera con me.
Ma sotto la collera, sotto il metallo e l'elmo, c'è, come per Pericle, il volto di un uomo. Un uomo buono e capace di amare.
Per anni il tema dei miei scritti è stato: 'Il diavolo ha un volto di metallo".
Ma forse è ora che questa affermazione venga corretta. Quello che mi apparve e di cui in seguito scrissi non era infatti un volto. Era una maschera su un volto.
Il vero volto è l'opposto della maschera. Non può essere altrimenti.
Il freddo e feroce metallo non poggia sul freddo e feroce metallo.
Poggia sulla tenera carne, secondo lo stesso principio per cui l'innocua farfalla si adorna astutamente di ocelli per terrorizzare gli altri.
E' una misura difensiva e, se funziona, il predatore torna alla propria tana lamentandosi: 'Ho visto la creatura più spaventosa di tutto il cielo - ghigni mostruosi e un selvaggio batter d'ali, pungiglioni e veleni!". I suoi simili ne restano impressionati ed escluderanno tale creatura dal loro menù.
La magia ha funzionato.
Credevo che soltanto i 'cattivi" indossassero maschere terrorizzanti, ma ora capite come mi sia lasciato ingannare dalla 'magia della maschera", dalla sua magia tremendamente spaventosa, dalla sua illusione.
Sono stato ingannato e sono fuggito. Ora vorrei scusarmi per aver divulgato tra voi quell'inganno come qualcosa di autentico: vi ho tenuti tutti seduti attorno al fuoco con gli occhi sbarrati dal terrore mentre vi raccontavo le storie degli orribili mostri che avevo incontrato; il mio viaggio di scoperta si concludeva con terrificanti visioni che portavo devotamente con me, mentre fuggivo verso la salvezza.
Ma salvezza da cosa? Da qualcosa che, passato il bisogno di nascondersi, sorrideva e rivelava la propria innocuità .
Probabilmente ogni cosa nell'universo ha uno scopo buono, nel senso che serve ai fini dell'universo. Ma possono esservi parti nascoste o sottosistemi che sottraggono vita. Dobbiamo trattarli per quello che sono, senza riferimenti al loro ruolo nella struttura totale.
Il Sepher Yezirah, un testo cabalista, Il Libro della Creazione, vecchio quasi duemila anni, ci dice: 'Dio ha anche messo l'uno contro l'altro; il bene contro il male, e il male contro il bene; il bene proviene dal bene, e il male dal male; il bene purifica il male e il male purifica il bene; il bene è riservato ai buoni, il male ai cattivi".
Dietro ai due avversari c'è Dio, che non è nessuno dei due ed è entrambi.
L'effetto del 'gioco" è che entrambi i giocatori vengono purificati.
Per questo l'antico monoteismo ebraico è così superiore alla nostra visione limitata.
Siamo creature in un Gioco e le nostre attrazioni ed avversioni sono predeterminate, non dal cieco caso, ma da pazienti e prudenti sistemi di tracce mnemoniche che noi vediamo solo indistintamente. Se fossimo in grado di vederli, chiaramente annulleremmo il 'gioco".
Ed evidentemente questo non interesserebbe a nessuno.
Dobbiamo avere fiducia in questi tropismi e, comunque, non abbiamo scelta - almeno fino a quando i tropismi ci sostengono.
In certe circostanze essi possono farlo e lo fanno. E a questo punto, molte cose che ci erano deliberatamente precluse, diventano chiare.
Il tremendo colpo inferto da questo pensiero non può proprio essere accettato, anche se intellettualmente riusciamo a concepirlo. E non tutti.
'Vedere l'universo al contrario? E cosa vorrebbe significare?".
Bene, lasciate che vi dia una possibilità : potrebbe voler dire che noi sperimentiamo il tempo al contrario, o, più precisamente, che la nostra categoria interiore e soggettiva di percezione temporale (nel senso in cui ne parlava Kant, di metodo attraverso il quale classifichiamo l'esperienza), la nostra esperienza del tempo è ortogonale al corso del tempo stesso, che forma con esso degli angoli retti.
Ci sono due tipi di tempo: il tempo che è la nostra esperienza, o percezione, o costrutto di matrice ontologica, un'ampiezza insieme allo spazio come inseparabile ampiezza in un'altra area.
E questo è reale, è il flusso temporale esterno dell'universo, che però si muove in una direzione diversa.
Entrambi sono reali, ma noi, percependo il tempo ortogonalmente rispetto alla sua effettiva direzione, ci facciamo un'idea completamente sbagliata della sequenza degli eventi, della causalità , di ciò che è passato e di ciò che è futuro, di dove sta andando l'universo.
Spero che vi rendiate conto dell'importanza di una tale cosa.
Il tempo è reale, sia come esperienza in senso kantiano, che nel senso in cui lo esprime il sovietico dottor Nikolai Kozyrev: il tempo è un'energia, è l'energia primaria che tiene insieme l'universo e tutta la vita dipende, da cui tutti i fenomeni traggono origine e attraverso cui si esprimono: è l'energia di ogni entelechìa e dell'universo stesso.
Può darsi che in Ubik l'asse del tempo ortogonale sia stato rappresentato senza che io mi rendessi conto di ciò che stavo scrivendo: cioè la regressione formale degli oggetti su una linea completamente diversa da quella su cui, nel tempo lineare, essi erano stati costruiti. Questa regressione o 'riversione" è quella delle Idee Platoniche o Archetipi: un'astronave a razzo regredisce in un Boeing 747, poi ancora in un biplano 'Jenny" della Seconda Guerra Mondiale. Mentre è assai probabile che io abbia dato una visione drammatica del tempo ortogonale, è meno certo che questo sia un tempo ortogonale sottoposto a una riversione innaturale: cioè che si muove all'indietro.
Ciò che i personaggi in Ubik vedono può essere il tempo ortogonale che si muove lungo il suo asse normale; se noi stessi in qualche modo vediamo l'universo a rovescio, allora le 'regressioni" di forma subiscono gli oggetti in Ubik potrebbero essere il cammino verso la perfezione.
Questo significherebbe che il nostro mondo nel suo svolgersi nel tempo (piuttosto che nello spazio) è come una cipolla, con un numero quasi infinito di strati successivi. Se il tempo lineare sembra aggiungere strati, allora forse il tempo ortogonale, questi strati, li scopre, portando alla luce livelli di Esistenza sempre più spessi.
Viene in mente qui la concezione dell'universo di Plotino, secondo cui esso consisteva di cerchi concentrici di emanazione, ciascuno dei quali possedeva più Esistenze, o Realtà , di quello che lo seguiva.
Ognuno di noi si troverrà a dover affermare o negare la realtà che sarà rivelata dal crollo delle nostre categorie ontologiche. Se sentite che il caos si avvicina, che quando il sogno svanirà non rimarrà più niente, o, peggio ancora, che vi troverete di fronte qualcosa di terribile, è questa la ragione per cui il concetto del 'Giorno dell'Ira" persiste ancora.
Molta gente è profondamente convinta che quando il dokos improvvisamente si dissolverà cominceranno tempi duri. Può anche darsi che sarà così. Ma io credo che il volto che si svelerà sarà sorridente, visto che la Primavera di solito non investe le creature con un calore che inaridisce, piuttosto le bacia con il tepore dei suoi raggi.
Può anche essere che nell'universo vi siano delle forze maligne che verranno alla luce con la rimozione del velo, ma se penso alla caduta della tirannia politica negli Stati Uniti nel 1974, mi sembra che l'esposizione alla luce del giorno di quel cancro repellente e la sua successiva rimozione dimostrino il grande valore che ha lo schiudersi alla luce del sole.
Forse ci toccherà subire degli shock come quello di renderci conto che durante la Nacht und Nebel, il tempo della notte e della nebbia, la nostra libertà , i nostri diritti, le nostre proprietà e persino le nostre vite erano state mutilate, deformate, saccheggiate e distrutte da vili creature che si sollazzavano in fasulli santuari giù fino a San Clemente, in Florida e in tutti gli altri posti.
Ma alla fine lo shock della rivelazione è stato più grave per i loro piani che non per i nostri.
Il nostro piano era solo quello di vivere secondo giustizia, verità e libertà .
Il precedente governo di questo paese ci costringeva a subire il suo potere arrogante e crudele e, nello stesso tempo, ci mentiva in continuazione attraverso tutti i canali di comunicazione.
Questo è un valido esempio del potere curativo della luce del Sole, di questo potere che prima ha scoperto e poi ha fatto avvizzire la vile pianta della tirannia che aveva messo radici nel cuore palpitante di un popolo buono.
Questo cuore batte ancora, più forte che mai, sebbene sia stato immerso in un profondo abisso; ma il cancro che si era insinuato dentro di lui - quel cancro è scomparso. Quella nera escrescenza che rifuggiva la luce e la verità e distruggeva chiunque la proclamasse sta a dimostrare cosa può nascere nel lungo inverno della razza umana.
Ma quell'inverno ha cominciato a finire nell'equinozio di primavera del 1974.
Qualche volta penso che il Sognatore abbia cominciato a scacciare la tirannia nel momento in cui ci ha destati; qui negli Stati Uniti egli ci ha mostrato la nostra condizione, il tremendo pericolo in cui ci trovavamo.
La migliore descrizione della formazione di questo dokos-velo che io abbia mai letto appare in un articolo in Science-Fiction Studies, del Marzo 1957, scritto da Frederic Jameson e intitolato: 'After Armageddon: Character Systems in Dr. Bloodmoney", che è un mio poco noto romanzo.
Cito dall'articolo: 'I lettori di Dick conoscono bene questa incertezza da incubo, questo fluttuare della realtà , a volte ottenuto con l'uso di droghe, a volte causato dalla schizofrenia e a volte dai nuovi poteri della fantascienza, per cui il mondo psichico esce all'esterno e riappare sotto forma di simulacri o di un'astuta riproduzione fotografica dell'esterno".
(Spero che Jameson intenda dire droghe nella scrittura e schizofrenia nella scrittura, non in me, ma va bene anche così).
Dalla descrizione di Jameson si capisce come qui si stia parlando di qualcosa di molto simile al Maya, ma anche ad un ologramma. Ho la netta sensazione che Carl Jung avesse ragione quando parlava dei nostri inconsci, quando diceva che essi formano un'unica entità o, come lui lo chiamava, un 'Inconscio Collettivo". In questo caso, questa entità cerebrale collettiva, formata letteralmente da miliardi di 'stazioni" che trasmettono e ricevono, formerebbe un'enorme rete di comunicazione e di informazione, in molto simile al concetto di antroposfera di Teilhard De Chardin.
Questa è l'antroposfera, altrettanto reale quanto lo sono la ionosfera o la biosfera.
Essa è uno strato dell'atmosfera terrestre composto da proiezioni olografiche ed informative convergenti in una Gestalt unificata e continuamente processata e la cui fonte è l'insieme dei nostri cervelli dell'emisfero destro.
Questo costituisce una vasta Mente, immanente in noi, di un tale 'potere" e di una tale Saggezza da sembrarci uguale al Creatore.
Questa era, ad ogni modo, la visione del dio di Bergson.
I Presocratici si erano fatti quest'idea in virtù del fatto che, pur vedendo la molteplicità , essi sapevano a priori che ciò che vedevano poteva non essere reale, dal momento che solo l'Uno esisteva.
'Se Dio è tutte le cose, allora le apparenze sono certamente ingannevoli; e sebbene l'osservazione del cosmo possa dare adito a generalizzazioni e speculazioni riguardo le intenzioni di Dio, alla conoscenza di tali intenzioni si potrebbe pervenire soltanto tramite un contatto diretto con la Mente Divina".
(Ho citato Edward Hussey nel suo stupendo libro The Pre-Socratics).
L'autore continua citando due frammenti di Eraclito: 'La natura delle cose sta nella tendenza di ogni cosa a nascondere la propria natura." (Frammento 123); 'La struttura latente è il fondamento di quella visibile." (Frammento 54).
Mentre ci muoviamo nel molteplice - qualunque delle due ipotesi sia la più corretta, cioè che progrediamo in avanti nel tempo lineare, oppure stiamo fermi mentre il tempo lineare va avanti - noi, come entelechìe, riceviamo continuamente segnali e informazioni e, soprattutto, veniamo disinibiti da impulsi che provengono dall'universo che ci circonda; in questo modo è possibile mantenere l'armonia tra tutte le parti dell'universo.
Non c'è disegno più grandioso di questo: essere consapevole che io, in qualità di entelechia rappresentativa, devo rivelarmi solo quando questi segnali prestabiliti mi raggiungono e che il controllo del quando (la posizione nel tempo) ciascuno di questi segnali giungerà è interamente nelle mani dell'universo... giungere a capire questo è emozionante e mi rende consapevole dell'infrangibile legame tra me e il mio ambiente.
C'è un tale ordine nella corrispondenza tra i sistemi mnemonici dentro ognuno di noi e l'accumularsi di segnali che questi sistemi lanciano in sequenza, da far pensare che la Causa Prima che ha prodotto l'entelechia e che ha impresso nella memoria e fissato quei sistemi, conosceva con assoluta precisione il punto lungo il percorso del tempo in cui avrebbero avuto luogo i segnali disinibitori.
Qui non c'entra il caso: il più felice dei casi è il più astuto dei piani dell'universo.
A volte mi domando come abbiamo potuto immaginare che la nostra specie fosse esente dagli istinti che le specie inferiori palesemente hanno.
Quello che tuttavia ci distingue è che, ad esempio, le formiche vengono disinibite tutte dallo stesso segnale, a cui fa seguito lo stesso comportamento. E' come se di volta in volta fosse coinvolta sempre la stessa formica, all'infinito.
Per quanto riguarda noi, invece, ognuno è una entelechia unica, ed ognuno riceve uniche sequenze di segnali - ai quali ognuno reagisce in maniera unica. Eppure quello che la formica sente è sempre il linguaggio dell'universo.
Vibriamo tutti di una gioia comune.
Io stesso ho tratto molto del materiale per le mie scritture dai sogni.
In 'Flow My Tears", ad esempio, il potente sogno che fa Felix Buckman verso la fine, quello del vecchio saggio a cavallo, era un sogno che io avevo avuto veramente al tempo in cui scrivevo il romanzo.
In 'Martian Time-Slip" ho inserito così tante esperienze onoriche che ora, quando leggo il romanzo, non so distinguerle dal resto.
Ubik era originariamente un sogno, o una serie di sogni. Secondo me esso contiene delle tematiche molto vicine alla concezione del mondo dei filosofi presocratici, che, quando scrissi il libro, non conoscevo (per citarne una, la concezione di Empedocle). E' possibile che prima che venissero sviluppate le trasmissioni radio, l'antroposfera contenesse moduli di pensiero sotto forma di energia debolissima; in seguito il livello di energia dell'antroposfera ha passato il limite ed ha assunto una vita propria. Esso non è più servito da semplice e passivo deposito dell'informazione umana (i 'Mari della Conoscenza" in cui credevano gli antichi sumeri), anzi, per l'incredibile flusso di carica emanato dai nostri segnali elettronici e per il materiale ricco di informazione contenuto in questo flusso, noi gli abbiamo conferito il potere di varcare una vasta soglia; abbiamo, per così dire, fatto risoregere quello che Filone ed altri antichi chiamavano Logos.
Perciò se questa teoria fosse corretta, l'informazione avrebbe acquistato una vita propria e possiederebbe una propria mente collettiva indipendente dai nostri cervelli.
Essa non sa semplicemente quello che sappiamo noi, ne ricorda solo ciò che una volta era conosciuto: è un titanico sistema A.I.
La differenza sarebbe come tra un registratore in grado di 'ricordare" una sinfonia di Beethoven dopo averla 'ascoltata", ed uno in grado di crearne di nuove di volta in volta. La Biblioteca del Cielo, dopo aver letto tutti i libri che ci sono e che ci siano mai stati, sta ora scrivendo il proprio, e di notte esso ci viene letto - ci viene raccontata l'appassionante storia di questo grandioso Work-In-Progress.
Devo menzionare l'articolo di Ian Watson in 'Science-Fiction Studies" sul libro della Le Guin 'Lathe of Heaven"; in questo eccellente articolo l'autore allude a quella che potrebbe essere la più significativa storia che la fantascienza abbia finora prodotto: il racconto di Fredric Brown apparso in Astounding, 'The Waveries". Dovete leggere questo racconto; se non lo fate potreste morire senza aver capito il divenire dell'universo che vi circonda.
I Waveries erano stati attratti sulla Terra dalle nostre onde radio; erano giunti in forme analoghe, così simili alle nostre trasmissioni (SOS e così via) che all'inizio non si riusciva a capire cosa stesse succedendo. A proposito di 'Lathe of Heaven", Watson dice:
...Chiaramente George (Orr) sognava un'invasione ostile che diventava pacifica; tuttavia la probabilità dominante è che gli alieni appartengano, come loro stessi affermano, 'al Tempo dei Sogni" che tutta la loro cultura ruoti attorno alla condizione di 'Realtà Che Sogna di Essere", che essi siano stati attratti sulla Terra come i Waveries del racconto di Fredric Brown, ma da onde onoriche invece che da onde radio.
Questa tematica, che appare sia nel lavoro della Le Guin che nel mio, potrebbe sembrare roba spaventosa.
Cosa sono i sogni?
Chi sono queste entità dell'universo dei sogni giunte qui da un'altra stella (da Aldebaran nel racconto della signora Le Guin)?
Gli UFO che la gente vede, sono forse ologrammi proiettati dai loro inconscio, che agisce da trasformatore ed anche da traduttore di queste strane creature dell'universo dei sogni?
Per tutto lo scorso anno ho fatto molti sogni, che sembravano indicare - sottolineo il 'sembravano" - che da qualche parte della mia testa si stesse svolgendo una comunicazione telepatica, ma da quando ho parlato con Henry Korman, un collega di Ornstein, preferisco pensare che si trattasse semplicemente dei miei emisferi destro e sinistro che conversavano in un dialogo alla Martin Büber. Eppure molto del materiale onirico sembrava essere oltre le mie personali capacità creative.
Ad un certo punto, nel sogno si tentava di farmi descrivere un complicato principio di ingegneria che mi veniva mostrato sotto forma di un motore circolare con due ruote gemelle che ruotavano in direzioni opposte, molto simile all'alternarsi degli opposti Yin e Yang nel Taoismo (e molto simile a come Empedocle vedeva l'amore contrapposto al conflitto, l'interazione dialettica del mondo).
Ma questo che appariva nel mio sogno era un vero congegno di ingegneria. Mi mostravano una matita e mi dicevano: 'Questo principio era conosciuto nel tuo tempo". E mentre io mi precipitavo in cerca di una matita, loro aggiungevano: 'Conosciuto, ma sepolto in una cantina e abbandonato".
C'era un elaborato meccanismo a camme tra i due rotori, ma, al risveglio, non sono riuscito a capire come funzionasse.
Tuttavia, sogni successivi, mi chiarirono che un particolare trattamento dell'acqua marina, tramite un processo osmotico, ci avrebbe potuto fornire, non solo acqua pura, ma anche una fonte di energia.
Purtroppo loro avevano scelto l'essere umano sbagliato per quel genere di informazioni; io non ero capace di comprenderlo. Allora spesi più di mille dollari in libri per cercare di capire cosa mi fosse stato mostrato, e imparai questo: in questo sistema a rotori gemelli, qualcosa che aveva a che fare con un alto fattore di isteresi, veniva trasformato da difetto in vantaggio. Il meccanismo non aveva bisogno di un sistema frenante; i due rotori giravano sempre alla stessa velocità e la torsione veniva trasferita da una catena a camme.
Vi ho fatto questa descrizione solo per mostrarvi o che il mio inconscio ha letto articoli d'ingegneria che esulano sia dalla mia memoria che da una mia attenzione e un mio interesse consapevoli, oppure che con noi c'è, supponiamo, della gente dell'universo dei sogni proveniente, sempre supponiamo, da Aldebaran o da qualche altra stella.
Che vogliano unire la loro antroposfera con la nostra? E offrire così un aiuto a un pianeta mutilato, appassito, che è stato immerso in una palude, nella morte dell'inverno per oltre 2000 anni?
Se portano con loro la Primavera, allora, chiunque essi siano, dò loro il benvenuto.
Come Joe Chip in 'Ubik", io temo il freddo, la fatica; temo di morire di stanchezza su delle scale che non finiscono mai, mentre qualcuno crudele, o chiunque indossi una maschera crudele, sta a guardare senza offrire alcun aiuto - la macchina, priva di empatia, guarda come puro e semplice spettatore lo stesso orrore che perseguita Harlan Ellison.
Ciò è forse più spaventoso del killer stesso (in Ubik era Jory), figura che vede ma non dà aiuto, non porge la mano.
Questo è per me l'androide e, per Harlan Ellison, il semidio del male; entrambi tremiamo alla sola idea della sua esistenza.
Quello che posso dirvi degli abitanti dell'universo dei sogni è che, se veramente esistono, chiunque siano, non sono certo degli indifferenti androidi. Sono umani nel più profondo dei sensi: hanno offerto aiuto al nostro pianeta, alla nostra ecosfera inquinata, contribuendo forse a rovesciare la tirannia che attanagliava gli Stati Uniti, il Portogallo, la Grecia e, forse chissà , un giorno abbatteranno anche la tirannia del blocco sovietico.
Questo è ciò a cui penso quando parlo di Primavera: le porte di ferro della prigione che si sollevano e i poveri prigionieri, come nel Fidelio di Beethoven, lasciati uscire alla luce del sole.
Ah, quel momento dell'opera in cui essi vedono il sole e ne sentono il calore!
E poi, alla fine, il richiamo alla libertà , la tromba che suona la fine della loro crudele prigionia.
L'aiuto, da fuori, è alfin giunto.
Noi siamo abiti che Egli crea, indossa, logora e di cui alla fine si disfa.
Siamo anche armature. Cosa che dà un'impressione ingannevole a certe altre farfalle nascoste dentro certe altre armature.
Dentro l'armatura c'è la farfalla e dentro la farfalla c'è... il segnale da un'altra stella.
Nel racconto che sto scrivendo (che il Sognatore, forse, sta esprimendo attraverso me) questa stella si chiama Albemuth. Quando mi venne l'idea non avevo ancora letto il racconto della signora Le Guin 'Lathe of Heaven", ma chi ha letto quel racconto vi troverà anche spiegato ciò che intendevo dire poco fa quando parlavo del nostro essere stazioni all'interno di un'enorme rete senza neppure rendercene conto.
Considerate questa Meditazione di Rumi, un detto Sufi di Idries Shah, uno dei preferiti tra i Sufi moderni: 'L'Artigiano si nasconde all'interno del suo laboratorio".
Caro dottor Ornstein,
Recentemente ho incontrato Henry Korman e Tony Hiss (Tony era venuto ad intervistarmi per il New Yorker).
Stavo facendo una meravigliosa discussione sul Sufismo con Henry, quando gli ho espresso la mia ammirazione, che sconfinava quasi in un fanatico entusiasmo per la Sua opera di pioniere per quel che riguarda la parità degli emisferi cerebrali.
Così, avendo appreso che loro La conoscono, mi sono fatto coraggio ed ora Le scrivo per chiederLe: cosa è stato di me da quando ho incominciato ad entrare in contatto con il mio emisfero destro (mi sono servito soprattutto di vitamine dalla formula ortomolecolare, unite a molta meditazione)?
Voglio dire, dottor Ornstein, che questo è successo dieci mesi fa, e da dieci mesi sono una persona diversa. Ma quello che mi pare straordinario (sto scrivendo un libro in proposito, ma in forma narrativa, un romanzo intitolato 'To Scare the Dead") è che... beh, mi lasci prima descrivere come ho impostato l'argomento del racconto.
Studiando la Bibbia sotto la guida della personalità dell'Esseno di Qumran, Brady scopre che il Nuovo Testamento è in codice. La personalità dell'Esseno è in grado di leggerlo. 'Gesù" è in realtà Zagreus-Zeus e ha due personalità , una mite ed estremamente potente, a cui i suoi seguaci possono rivolgersi a seconda del bisogno.
La personalità dell'Esseno di Qumran, che io, per esigenze narrative, chiamo Thomas, a poco a poco informa Brady che questi sono i Parusia, i Giorni Finali e che lui si deve tenere pronto.
Thomas preparerà Brady facendo rinascere in lui il ricordo della sua natura divina, un processo che Thomas chiama 'anamnesi".
Thomas instaura con Brady un particolare rapporto di parità , ma per far fronte all'incredibile ignoranza di Brady, crea come fonte d'insegnamento l'entità Erasmus, stazione dell'antroposfera così satura attorno alla Terra che, se ne siete consapevoli, potete anche usufruirne consciamente. Sono questi i 'Mari della Conoscenza", il 'Grande Archivio Akasico" di cui si parlava nell'antichità e a cui attingeva la Sibilla di Delfi.
Ma nel romanzo Thomas dice: 'I Giorni Finali sono giunti. Il rovesciamento della tirannia è quello che, usando un linguaggio molto colorito, Giovanni descriveva nella Rivelazione (Apocalisse). Gesù-Zagreus sta prendendosi ciò che gli appartiene, una cosa dopo l'altra. Egli vive ancora.
Durante l'"Inverno" si credeva che Dioniso, dio della vite, della vegetazione, delle messi, dormisse. Si sapeva che, per quanto sembrasse morto (in 'Finnegans Wake" di Joyce c'è uno stupendo aneddoto in proposito, quando per sbaglio viene versata della birra sul cadavere ed esso si rianima), lui in realtà era vivo, anche se non lo si poteva provare. E poi - non senza sorpresa da parte di coloro che lo capivano e che credevano in lui - ecco che Dioniso rinasceva. I suoi seguaci sapevano che sarebbe accaduto; essi conoscevano il segreto ('Guarda! Ti svelo un sacro segreto", ecc.).
Sto parlando delle religioni misteriche, di tutte, compreso il Cristianesimo. Il nostro Dio ha dormito per tutto il lungo inverno della civiltà umana (non per un ciclo stagionale, ma dal 45 A.D. fino ad ora, attraverso i secoli dell'Inverno Mentale).
Proprio quando l'inverno stringe tutto nella sua morsa, seppellisce tutto sotto la neve della disperazione e della rovina (nel nostro caso caos politico, rovina morale, economica, ecologica, umana e spirituale - l'inverno del nostro Pianeta, del nostro mondo, della nostra civiltà ), proprio allora la vite, grinzosa, vecchia e apparentemente morta, irrompe in una nuova vita e il nostro Dio rinasce, non fuori, ma in ognuno di noi.
Dopo aver dormito, non nel terreno sotto la neve, ma dentro gli emisferi destri dei nostri cervelli.
Abbiamo atteso, ma non sapevamo cosa attendevamo.
Ecco cosa: la Primavera per il nostro Pianeta, in un modo più profondo, intimo, essenziale.
Le fredde catene di ferro stanno per essere SPEZZATE!!
Ma, quale miracolo! Come succede al mio personaggio Nicholas Brady, anche nel mio emisfero destro si è destato Zagreus (o chi per lui) e, mentre la nuova vita scorreva in me, io sentivo il suo vigore, la sua personalità , la sua saggezza divina.
Egli odiava le ingiustizie che vedeva attorno a lui, le menzogne, gli abusi e i soprusi, ricordando 'Le care terre solitarie non disturbate dagli uomini, dove tra il verde ombroso / Le piccole creature della foresta vivevano non viste" (Euripide).
Dottor Ornstein, grazie per aver aiutato l'inverno a finire e per aver inaugurato, non la semplice primavera, ma la Vera Vita della Primavera che dormiva dentro di noi.
Cosa sono i nomi?
Questo è il dio dell'intossicazione, quello che ti fa assumere il fungo sacro (cfr. John Allegro) o ti fa bere il vino, è quello che ti fa trovare la barzelletta così divertente da perdere del tutto la ragione a forza di ridere e di piangere, come quando guardi le comiche.
Nella breve stanza di Pindaro troviamo un gregge, troviamo degli alberi e, in aggiunta ai due più importanti simboli comuni anche a Gesù, grazie ai quali tutti gli esoterici ancora oggi lo riconoscono, troviamo due termini ancora più segreti: la radice e la stella.
Il riferimento a 'radice" e 'stella" potrebbe essere interpretato come equivalente ad una estensione temporale di 'Io sono Alfa e Omega", sarebbe a dire l'inizio e la fine.
Ma io vedo qualcos'altro nella stella, nella luminosa stella del mattino: penso che Pindaro stesse dicendo:
'Il segnale che la Primavera dell'uomo è giunta proviene da un'altra stella".
Abbiamo amici che sono extraterrestri e la stella, come lui ci ha detto, è quella luminosa del mattino.
La Stella dell'Amore.
Philip K. Dick
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Prima di noi, tutti i metodi d'insegnamento erano contaminati dall'istinto. Noi abbiamo imparato ad imparare. Prima di noi, i ricercatori corrotti possedevano una limitata capacità di concentrazione, spesso non più lunga di una singola vita. Non avevano mai immaginato progetti che si estendessero lungo cinquanta o più periodi vitali. Il concetto dell'addestramento totale muscolo-nervo non era mai penetrato nella loro coscienza.
-- Alia, Quintessenza del Credo Bene Gesserit (Messia di Dune - cap.8 - pag.105 - Ed.Nord)