Joined: 24 Apr 2005 Posts: 2675 Location: Ix, Scuola dei Mentat
Posted: 07 Set 2011 - 22:26 Post subject: Post subject: Gli occhi di Heisenberg
Ho finito qualche giorno fa di leggere Gli occhi di Heisenberg, altro romanzo di Herbert, insieme a Il Cervello Verde, Creatori di Paradisi e Salto nel Vuoto, pubblicato nel periodo del primo Dune (e infatti l'influenza duniana si vede tutta ).
Devo ammettere che l'avevo iniziato già mesi addietro, ma non riuscii ad andare oltre le 50 pagine, vuoi perchè in quel periodo non ero molto in stato di "Herbertdipendenza", vuoi perchè la narrazione effettivamente all'inizio è molto lenta.
Durante le vacanze l'ho ripreso in mano dall'inizio, e la mia perseveranza è stata ripagata: come accade spesso nei romanzi di Herbert, dopo poco meno di metà della storia la lettura procede spedita come un treno (per usare un'espressione del nostro buon Sudrak ).
Sulla linea di opere come 1984 di Orwell e di Brave New World di Huxley, Herbert imposta Gli occhi di Heisenberg secondo il genere del romanzo distopico. Le affinità con Brave New World in particolare sono più evidenti, data la tematica dell'ingegneria genetica, che, usata fino all'esasperazione, aliena completamente l'uomo dai ritmi della natura. Vi si possono trovare inoltre anche parecchie riflessioni sull'immortalità, manifestate attraverso i pensieri degli Ottimati (i quali, sotto questo punto di vista, rappresentano il "prototipo" di Leto II nell'Imperatore-dio) e sul rapporto tra uomo e macchina, espressa dalla fazione dei Cyborg. Altro parallelismo interessante con l'Esalogia di Dune è il personaggio Max Allgood, capo della sicurezza degli Ottimati, tenuto "in vita" attraverso successive clonazioni di se stesso: praticamente, un eco di quella che sarà la vicenda di Duncan Idaho dal Messia di Dune in poi.
Il finale è, come al solito, spiazzante, e non posso che concordare in questo con la traduttrice Roberta Rambelli, di cui potete trovare una sua recensione sul romanzo sul sito di Delos Store. Sono invece un po' più esitante ad accettare la sua critica sullo stile di Herbert, anche se non avendo letto il romanzo in lingua originale non ho elementi per poter giudicare; chiaramente nella traduzione questo dettaglio si perde abbastanza.
Un'ultima nota filologica-traduttiva: sarà che sono di un'altra generazione, ma la traduzione della Rambelli del termine Cyborg in Ciber proprio non riesco a mandarla giù... probabilmente perchè ormai, ai giorni nostri, la parola originale Cyborg è sdoganata in tutte le traduzioni italiane di romanzi fantascientifici.
Infine, un quesito "tecnologico" per chi ha letto il libro: ma il plasmeld che viene citato più volte nel romanzo, per caso, appare anche nel Ciclo di Dune? Non so perchè, ma il termine mi è molto famigliare, eppure non riesco a ricordare un particolare passaggio dell'Esalogia in cui venisse citato. E oltre a questo, ovviamente, quali sono state le vostre impressioni nel leggerlo?
Rymoah _________________ Non si può capire un processo arrestandolo. La comprensione deve fluire insieme col processo, deve unirsi ad esso e fluire con esso.