Posted: 12 Nov 2004 - 10:08 Post subject: Post subject: Venti
Sulla falsariga del bel racconto di Daphne, eccovi ancora caldo d'inchiostro, in quanto prima ho l'abitudine di scrivere su carta e poi sul pc, un altro bel "diario" narrato in prima persona.
Buon viaggio sulle ali della Fantasia
§---§---§
Da un estratto su filo shiga di quinta generazione di un resoconto orale registrato su due bobine positroniche, di un rapporto redatto su un antico supporto cartaceo plastificato denominato "Diario Di Bordo", risalente al 107 - 110 Avanti Gilda (A.G.) circa, verosimilmente verso la fine della Grande Rivolta Butleriana.
Questo documento d'inestimabile valore storico è stato rinvenuto dalla XII Squadra Archeologica operante per conto dell'Istituto di Ricerche Storiche dell'Università di Tupile IV, nell'ambito del "Progetto Enciclopedia Universale" finanziato dal Ministero delle Risorse Interculturali e sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica Pluriconfederata delle Nove Galassie Umane.
Tale rapporto getta un'ulteriore luce conoscitiva sulle ancora oscure e difficilmente dipanabili origini dell'antico pianeta di Ar-Raqis, conosciuto un tempo come Dune.
Il reperto, insieme ad altri interessanti manufatti, è stato rinvenuto, a diverse decine di metri di profondità, in una cavità a tenuta stagna adiacente ad una delle prime e numerose (250 circa) Basi Botaniche/Avamposti Imperiali che erano state sigillate, occultate ed abbandonate dopo la caduta, storicamente accertata, dell'Imperatore Shaddam IV Corrino, e che servirono alle prime squadre imperiali di botanici ed ecologi come supporto logistico per le loro prime esplorazioni del pianeta.
Costoro non sapevano che già in tempi più antichi, qualcun'altro li precedette...
VENTI
Terzo mese di permanenza forzata su questa maledetta palla di sabbia.
E quarta settimana di venti continui che sollevano una onnipresente polvere impalpabile che s'intrufola dappertutto, fin dentro le ossa, fin dentro l'anima.
Stamattina sono uscito per il mio solito giro ispettivo per controllare lo stato d'efficienza dei Rotori Eolici, grazie ai quali la nostra astronave accumula energia per mantenersi attiva.
Astronave... beh, ormai sarebbe più corretto definirla "relitto", con funzioni di base logistica ed avamposto per altri che verranno. Ho già fatto mandare degli impulsi neutrinici criptati con le nostre coordinate stellari verso i nostri Compagni Programmisti del Convoglio Holtzmann, da cui ci siamo dovuti separare in seguito ad un violento attacco di bastardi butleriani assatanati.
Pazzi, pazzi totali: si gettavano con i loro caccia carichi di bombe al plasma contro le nostre postazioni computerizzate, annientando uomini e macchine. Siamo riusciti con grande difficoltà a giungere qui, cercando di trascinarli dietro come esca... in parte hanno abboccato, ma le loro squadriglie si sono rivelate più tenaci del previsto.
A stento siamo riusciti ad avere ragione di loro e a massacrarli tutti.
Ma i danni riportati da noi erano superiori alle capacità auto-rigeneranti del CC (Computer Core) Primario della nostra Ammiraglia e abbiamo dovuto effettuare un atterraggio di fortuna nei pressi d'una catena montuosa dell'emisfero settentrionale di questo maledetto grumo polveroso!
Polvere, polvere ovunque, ad insidiare incessantemente i delicati meccanismi dei nostri fedeli aiutanti cibernetici e positronici.
Curioso quanto sia sottilmente paradossale ed ironico il destino del progresso umano: nell'antichità si usavano i mulini a vento per facilitare i lavori nei campi coltivati e nelle varie attività agricole. Poi sopraggiunse l'era dei combustibili, utilizzando il carbone, il gas e il petrolio; quindi si passò all'energia nucleare e solare, rivoluzionando tutto.
Ed ora, dopo millenni, siamo costretti a ritornare all'uso del vento come fonte d'energia per le riparazioni più urgenti alle nostre strutture gravemente danneggiate nell'attesa di ripristinare un quantitativo sufficiente di celle solari. E con queste in funzione terminerà anche la costante seccatura di tutti questi dannati pipistrelli che non trovano altro da fare che andare a sfracellarsi sulle pale dei nostri mulini a vento di fortuna. Da almeno due o tre giorni a questa parte, poi, parrebbe il loro sport preferito, quello di suicidarsi contro i Rotori Eolici, in barba a quello che sembrava essere il loro prodigioso sistema di orientamento.
Sicuramente per un biologo si rivelerebbe un campo di grande interesse questo curioso comportamento e tenderebbe a cercare di capire come fanno questi strani pipistrelli desertici a dominare venti costanti di 70 km orari.
Ma io non sono un biologo o un ecologo che tenta di capire le bizzarrie di un pianeta.
Sono solamente il comandante di un gruppo di Programmisti sopravvissuti a stento ad un attacco suicida di estremisti Butleriani e m'importa relativamente poco di questi stupidi animali.
All'interno della "Omnius III" le operazioni di riparazione proseguono senza sosta. Scambio due chiacchiere col mio Vice Herbius sulle ultime novità dai sensori esterni a lungo raggio, ma questi mi rassicura che non vi sono rilevazioni di alcun arrivo di rinforzi, né da parte amica, né da parte nemica.
Ma un piccolo tarlo insidioso ci tormenta entrambi nel fondo della nostra coscienza: poco prima di morire in una palla di fuoco, un fanatico butleriano ci urlò nell'intercom che il pianeta sul quale stavamo per scendere avrebbe completato la loro missione di annientarci, quindi una sghignazzata isterica lo accompagnò nella sua scia di fuoco nell'atmosfera planetaria.
Cercai di tranquillizzare il mio Vice, dicendogli che con la nostra alta tecnologia abbiamo affrontato senza incidenti di sorta qualunque ostacolo ci sia stato parato davanti e così sarebbe stato in futuro.
Trascorsero altre dieci ore circa di precisi e laboriosi turni lavorativi in un'altra giornata priva di significato, quando, verso il crepuscolo, alla 19ma ora standard del CDP (Ciclo Diurno Planetario), Herbius mi manda un'immagine sulla IntraNet, la rete elettronica interna della nave.
Una telecamera a infrarossi ha ripreso una fugace sequenza dell'attività alimentare dei pipistrelli, i quali erano intenti nel dar la caccia, svolazzando in ardite acrobazie nel vento notturno, a piccoli insetti a forma di losanga di cui sembravano esserne piuttosto ghiotti.
In condizioni normali avrei cancellato quell'immagine come una fastidiosa interferenza nel nostro ciclo lavorativo, ma, sia io che Herbius, sapevamo che ciò stava a significare l'arrivo di un'altra bufera di vento e sabbia di oltre 90 km orari, che avrebbe potuto danneggiare alcune apparecchiature ancora esposte ai venti esterni.
Per cui gli diedi l'ordine di comporre una squadra di 4 tecnici ed uscire fuori per mettere al riparo le apparecchiature dentro la nave.
Nel frattempo i valori eolici aumentavano di minuto in minuto, avvicinandosi pericolosamente sempre più verso i 100 km orari, e se avremmo atteso ancora, avremmo rischiato di portare al sovraccarico gli accumulatori d'energia con conseguente collasso del sistema generale.
Ordinai a Brianus, il Capo Tecnico, d'interrompere tutti i flussi d'entrata e d'uscita della nave verso i Rotori Eolici, le cui pale già vorticavano a velocità vertiginosa.
Contattai Herbius, ordinandogli di rientrare subito perchè la velocità del vento in poco tempo aveva raggiunto il picco previsto di 110 km orari, come da altre bufere precedenti, per cui non era più possibile operare lì fuori in nessuna condizione di sicurezza.
Con alcune parole smozzicate dalle scariche statiche, Herbius mi confermò che stava rientrando e che da lì a 3 minuti avrebbe guadagnato il portello d'entrata.
Quale non fu la mia orripilata sorpresa nel leggere i valori eolici saltare da 112 a 220 km orari nel giro di pochi secondi e vedere, impotente sul monitor del circuito esterno, i miei compagni a pochi metri dall'ingresso, letteralmente lapidati a morte da micidiali raffiche di pietre sbucate dal nulla.
Il suolo del deserto parve di colpo assumere vita propria, sollevandosi in un turbinante vortice di miriadi di sassi, sabbia, ciottoli e pietre d'ogni forma e... dimensione!
Per il Genio di Holtzmann!!
I sensori ci segnalano l'avvicinarsi di massi giganteschi di decine di tonnellate che rotolano inarrestabili verso di noi!
Urlo, sopra il fracasso delle paratie flagellate dal vento desertico, a Brianus di attivare l'Allarme Rosso!
Forse quei maledetti butleriani hanno escogitato un modo per controllare il clima del pianeta e vogliono spazzarci via così! Ma non ci riusciranno!
Faccio alzare gli Scudi tutt'intorno alla nave, rinforzandoli sul fronte della bufera la cui velocità ha raggiunto i 303 km orari.
Sento il familiare ronzio (più che sentirlo, lo percepisco dalle vibrazioni) dei Campi di Forza Holtzmann coprire come un manto protettivo tutta la nave e mi accingo ad osservare l'impatto imminente sui monitor esterni, quando un violento fracasso ed un improvviso buio mi gela fin dentro le viscere.
Attivo il circuito d'emergenza ed osservo con terrore che i Rotori Eolici, alti 10 metri, sono stati abbattuti come fuscelli da diversi massi di alcuni quintali caduti dall'alto!
L'energia è interrotta, gli accumulatori sono sovraccarichi e il sistema è bloccato. Siamo senza difese!
L'indicatore eolico segnala un nuovo picco di 360 km orari e con inerte indifferenza osservo sullo schermo numero 4 l'arrivo impressionante di due colossali massi di decine di metri di diametro, staccatisi dalla vicina catena montuosa, in procinto di avventarsi su di noi.
E' la fine, tra pochi istanti verremo schiacciati come insetti sotto i piedi d'un gigante...
Di colpo, il silenzio.
Un silenzio totale, quasi innaturale, perfino assordante per la sua brutale e immediata mancanza di suono.
E' questa la morte? Ho i miei dubbi... e se ho dei dubbi sono ancora in grado di pensare... e se penso, ergo esisto!
Dunque sono vivo, siamo ancora vivi, ma a che prezzo.
Il vento era caduto, improvviso come era apparso, svanito come un terribile incubo notturno, ma c'erano i due enormi ed alti macigni la cui sagoma minacciosa si stagliava a pochi metri dalla nave a confermarci della realtà dell'evento.
Abbiamo subìto danni sul 57% delle strutture complessive, ci vorrà un pò più di tempo, ma sono tutte riparabili, incominciando a riassemblare dei nuovi Rotori Eolici con una discreta facilità.
E, soprattutto, rinforzeremo tutte le strutture esterne per le prossime bufere come questa.
Purtroppo la perdita di cinque Compagni di Viaggio non è rimpiazzabile né riparabile e questo peso me lo porterò sempre addosso.
Ma c'è una cosa che mi lascia perplesso nella dinamica di questo clima pazzesco, ovvero la frequenza quasi millimetrica delle bufere che sono avvenute ogni 2 settimane e che non hanno mai sviluppato, da quando siamo qui, una velocità di oltre i 110 km orari, causando danni quasi inesistenti.
Adesso si è sviluppato questo mostruoso uragano che a momenti ci annientava, per poi ridursi di botto a un lieve venticello di appena 9 km orari.
Ah, come vorrei sentire il parere di un climatologo!
Forse è possibile che si tratti di un cambio di stagione, per cui le masse d'aria perturbata, una volta esauritasi la loro energia, si siano spostate nell'altro emisfero del pianeta, e che il prossimo mezzo anno dovremmo stare abbastanza tranquilli.
Sì, dev'essere così, anche perchè ho notato con piacevole sollievo che di pipistrelli non ne ho visto traccia alcuna per tutto il giorno successivo.
O sono stati falcidiati dalle pietre volanti, o sono migrati altrove verso zone di cielo più ricche di questi strani insetti romboidali di cui sono tanto golosi.
Ora capisco l'ultima minaccia di quel butleriano morente, è chiaro che si riferiva a questo tipo di bufera in grado di sollevare massi enormi.
Ma, ancora mi chiedo, come poteva saperlo quel fanatico dalla faccia cotta dal sole e con una brutta mantellaccia nera sempre addosso, se qui, in questo maledetto deserto non ci vive nessuno...?
---§---§---
Il documento originale a noi pervenutoci, termina qui.
In seguito a ricerche effettuate negli Archivi Climatici Planetari Generali della Fondazione Erbertus su Tupile IV, alcuni analisti hanno appurato che il sistema climatico di Alfa Carine III, denominato Ar-Raqis, nel periodo temporale del 110 a.G. (Avanti Gilda), era tanto preciso quanto violento nelle sue manifestazioni eoliche, prima che subisse le profonde modificazioni avvenute nell'era dell'Imperatore Leto II.
Nella prima parte dell'anno vi era una sistematica distribuzione di tempeste e bufere di media intensità su tutto l'emisfero boreale, le quali sollevavano dal suolo in aria ingenti quantità di organismi pseudo insettoidi dalla forma a losanga, fonte principale di nutrimento di insettivori volanti denominati Pipistrelli Cielago, i quali si riproducevano proprio in questo periodo, facendo al contempo incetta di cibo per il periodo invernale.
Finita la stagione del volo, con quella che per questi animali era l'ultima brezza d'autunno, i cielago si ritiravano e riparavano verso le grandi e molto profonde caverne naturali dei vicini rilievi montuosi.
In esse avrebbero fatto trascorrere il violento inverno con i suoi 5 lunghi mesi, cadendo in un profondo letargo circa un mese prima dello scatenarsi, ad oltre 1000 km orari, dei primi veri, terribili e devastanti venti di Coriolis.
L'influenza di un pianeta sull'inconscio collettivo dei suoi abitanti non è mai stata studiata a fondo quanto meritava. Per sconfiggere gli Atreides, noi non dobbiamo soltanto colpire Caladan, ma anche Arrakis: un pianeta morbido e un altro pianeta duro, campo ideale di addestramento per le decisioni più dure. Il connubio tra i Fremen e gli Atreides è stato un evento unico. Dobbiamo imparare come è avvenuto e perché ha funzionato, altrimenti non saremo mai capaci di eguagliarli, per non parlare di sconfiggerli.
-- Principe Farad'n (I Figli di Dune - cap.28 - pag.196 - Ed.Nord)