Posted: 12 Ago 2006 - 13:51 Post subject: Post subject: Analisi "starwasiana" di Dune
Con un immenso GRAZIE al caro Jedifil! ^___^
Lynch e il deserto tecnologico
Data: Giovedì 16 settembre
Argomento: Cinema Articoli
Il Dune di David Lynch tra letteratura e cinema.
Analisi di un cult movie... fallito.
Di Filippo "jedifil" Rossi (Yavin 4)
"Dune" è il terzo grande film di David Lynch. Nel 1982, dopo gli straordinari "Eraserhead" e "The Elephant Man", un Lynch 36enne rinuncia alla regia de "Il Ritorno dello Jedi" (ultimo episodio di Star Wars) e accetta di realizzare la "sua" saga fantascientifica... un film tratto dal capolavoro letterario di Frank Herbert: "Dune". Il produttore Dino De Laurentiis affida all'allora giovane ma già talentuoso regista la responsabilità di un ambiziosissimo progetto kolossal. Lynch si occupò sia della sceneggiatura che della regia. La produzione fu lunga e travagliata. Lo stesso Herbert visitò il set e diede il suo consenso a molte scelte del motivatissimo cineasta, che intendeva rimanere fedele allo spirito e alla trama del libro. L'opera filmica risultante fu distribuita nel 1984. Il risultato fu devastante: un film distrutto dai tagli di produzione, incapace di trasmettere sullo schermo e rendere comprensibile al grande pubblico la complessità e la profondità dell'opera letteraria. Il flop al botteghino fu terribile. De Laurentiis ancora oggi conta i milioni di dollari persi. Dune si guadagnò in ogni caso lo status di "cult movie", per la sua indubbia carica visionaria e per i suoi comunque forti legami col popolarissimo romanzo d'origine. Soprattutto negli ultimi anni il film è stato rivalutato, in relazione sia alla filmografia magistrale del cineasta americano, sia dei suoi duraturi effetti nel cinema del genere. I difetti di concezione e scrittura, da parte di Lynch, rimangono in ogni caso decisivi... anche grazie all'esemplare "The Lord of the Rings" di Peter Jackson, è sempre più evidente che la fedeltà di un film all'opera letteraria d'origine è da giudicare soprattutto in relazione alla fedeltà allo spirito delle pagine; e, nella valutazione del film relativo, dovrebbe contare solamente la qualità formale della riscrittura cinematografica. Vediamo quindi di analizzare il film in relazione al romanzo, per capire cosa non ha funzionato sul grande schermo... invitando magari i lettori alla scoperta (o riscoperta) del magistrale Dune letterario.
La parte visiva e ambientale del film, gli attori, la raffinatezza scenografica e dei costumi sono azzeccatissimi: assolutamente in linea con l'opera letteraria originale e ancora oggi suggestivi. Un universo formalmente "fantamedievale", con tutto quanto di interessante ne consegue. I problemi si pongono nella mancanza di una motivazione e di un significato per il particolare scenario arcaico, e le continue confutazioni dell'assunto visivo base: il "retrò". In una parola, l'illogica invadenza nello script del film della tecnologia. Intendiamoci: la supertecnologia esiste anche nell'universo fantascientifico e futurista del Dune letterario; il fatto è che è fondamentale, per la storia stessa, capire perché tali tecnologie non si possono usare... e non si vogliono usare! Sia a livello narrativo, che filosofico. Il concetto lynchano del "modulo estraniante", artificio narrativo della sceneggiatura esemplare di un'intrusiva fantatecnologia e di un'esagerazione di superarmi tecnologiche (i laser, evidenti nel film), distrugge l'assunto base del libro e della storia di Dune: l'uomo, o meglio il corpo/mente umani, come strumenti (ed armi) definitivi. Il libro Dune è puramente antropocentrico e antitecnologico. Il che porta a comprendere il valore assoluto, nell'universo duniano, di tre elementi base del plot:
1. la civiltà impantanata, senza progresso né sociale né tecnologico; la società in disfacimento, chiusa e prigioniera di un Potere mistificatore, ferma ad un livello simil-medievale che poggia sul combattimento corpo a corpo all'arma bianca, e sul Kanly (la faida vendicativa regolata da leggi e ruoli) come basi amorali della convivenza;
2. le droghe (non solo la Spezia Melange: vedi anche il sapho dei Mentat, ecc) e l'addestramento simil-marziale (prana-bindu, ma non solo: vedi i Tleilaxu, la Gilda, ecc) come "realizzatori dell'inespresso potenziale umano" - a livello esteriore, fisico (corpo);
3. il ruolo fondamentale, in questa società arretrata, dei Fremen: mistica forza rivoluzionaria (ma non solo: vedi i Sardaukar, mistica forza conservatrice) e la loro orda vendicatrice finale, la Jihad di Muad'Dib. Tutto questo, come studio psicologico della religione e dell'esaltazione religiosa come "forza" definitiva. I Fremen sono inarrestabili perché interiormente, psicologicamente esaltati, fanatici (mente).
Nel bel film di Lynch questi elementi base si perdono, clamorosamente, perché si punta al più facile, artificioso e fuorviante elemento narrativo della tecnologia - che nel romanzo e nella storia originale è per certi versi inesistente. Del resto Dune libro è un trattato, in forma di meraviglioso romanzo d'avventura epica, sulla psicologia e fisiologia dell'Uomo in relazione agli Ambienti (ecologici, sociali, ecc) in cui vive. Ed è (quasi) tutta lì la potenza incredibile e l'originalità epocale dell'opera d'origine, e il suo stesso profondissimo messaggio - e spirito. Lynch a livello formale riesce a cogliere tutto questo - costruendo infatti un vero film di culto; ma a livello narrativo/logico/spirituale floppa alla grande. Non a caso il film è generalmente considerato incomprensibile e difficile da seguire (dallo spettatore medio, "a digiuno della Spezia"), o vuoto e superficiale (dai fans dei Fremen). Questo, senza tenere conto dei comunque gravi tagli operati da un apparato produttivo incapace di guidare, molto probabilmente, l'ancora inesperto genio cinematografico di David Lynch.
I Fremen, esaltati religiosi guidati da un ragazzo/dio che vuole essere un ragazzo e non vuole essere un dio... il giovane protagonista Paul Atreides, conscio della sua dannazione, dell'inganno, dell'orrore; ma conscio pure del fatto che il sacrificio suo e di miliardi di esseri umani è indispensabile per ridare spinta ad un'umanità e ad una storia umana ormai stanca e suicida. L'uomo Paul Muad'Dib, come fisico e mente potenzialmente illimitato ma fatalmente limitato e schiavo del Tempo, e che lotta disperatamente contro il suo passare. Il Kwisatz Haderach, l'Essere Supremo... ed il fallimento più grande e drammatico - e prezioso - della storia umana. Il film irrisolto di David Lynch, pur nel rimpianto di "ciò che avrebbe potuto essere stato" sul grande schermo, tra i suoi meriti ha sicuramente quello di aver fatto conoscere ancora di più quello che è uno dei capolavori della letteratura.
Filippo "jedifil" Rossi
vicepresidente di Yavin 4 (fan club italiano di Star Wars, del Fantastico e della Fantascienza) Yavin 4
E' una analisi interessante...direi che il maggior ostacolo a una esatta spiegazione dei "motivi" di Dune (parlo sempre da neofita del libro, che ho appena iniziato) nei film di Lynch (qui parlo con maggiore cognizione di causa essendo un fan dei suoi film) sta nel fatto che lui sia un regista più interessato più all'immagine cinematografica (nel senso proprio del termine, ovvero le figure, le inquadrature, le luci, e tutto quello che riguarda appunto l'immagine in quanto tale) che alla storia cinematografica...tant'è vero che molti ritengono i film di Lynch "complicati" dal punto di vista della trama, mentre comunque anche uno spettatore più superficiale può rimanere colpito lo stesso dalla grande potenza visionaria del regista...per sua stessa ammissione, Lynch non è interessato a "spiegare" una storia (tant'è vero che si arrabbia un pò quando gli vengono chiesto spiegazioni sulla trama dei suoi film) ma a "mostrare" una storia...forse è questo il motivo perchè il film Dune può peccare in certe parti narrative e uscire dai binari della storia letteraria...
Grazie monaco..come sempre interventi interessanti _________________ "Si combatte quando è necessario...l'umore non importa! L'umore va bene per le bestie. o per fare all'amore, o per suonare il baliset. Non è fatto per chi combatte."
Gurney Halleck
Qual è il più immediato pericolo della mia gestione? Ve lo dirò io. È un vero visionario, un individuo che è stato alla presenza del dio avendo la piena conoscenza della propria posizione. L'estasi visionaria scatena energie che sono come quelle del sesso: non si curano di null'altro che della creazione. Un atto di creazione può essere molto simile a un altro. Tutto dipende dalla visione.
-- I Diari Rubati - (L'imperatore-dio di Dune - Cap.45 - pag.330 - Ed.Nord)