Posted: 11 Apr 2005 - 20:46 Post subject: Post subject: Il popolo dei Begia
Qualche tempo fa inviai una news ('Prana, Bindu e...") in calce alla quale scrivevo: 'Qualche giorno fa ho avuto modo di visionare un interessante film archeologico (un lungometraggio che unisce alla scientificità del documentario le qualità 'artistiche" di un'opera cinematografica) sulle miniere della Nubia, dalle quali i Faraoni estraevano l'oro.
Nel lungometraggio compariva anche la popolazione nomade dei Beja (che significa "guerrieri", se ben ricordo) che da tempo immemorabile vive nel deserto, in cui riesce a sopravvivere meglio di chiunque altro, conoscendo ogni qanat e ogni luogo dove vi sia presenza d'acqua, senza mai sottomettersi a nessuna autorità (hanno dato filo da torcere persino ai Romani). Vivono ancora in capanne, usano gli stessi strumenti dei padri, per loro la storia si è fermata migliaia di anni fa. Mi hanno un po' ricordato i nostri amici Fremen, inoltre ho voluto qui ricordare questo popolo dimenticato, come altri, sulla terra, perché mi hanno intimamente colpito i loro capelli secchi e crespi, la carnagione cotta dal sole, i loro occhi, insieme tristi e saggi, che scintillano profondissimi e cupi, pur non essendo occhi di Ibad."
Tra i vari commenti (per i quali vi ringrazio) uno mi esortava a comunicarvi altre eventuali notizie su questo popolo. Ora ho trovato qualcosa e soprattutto ho un paio di belle immagini ma purtroppo non riesco ad allegarle! (sono proprio inefficente! )
Innanzi tutto si scrive Begia (scusatemi ma non lo sapevo quando inviai la news). Vi trascrivo alcuni estratti dalla rivista 'Archeologia Viva" del Gennaio-Febbraio 2005, l'articolo è quello dedicato al film archeologico di cui sopra e si intitola 'L'Eldorado dei Faraoni. Cronaca di un film estremo".
'Come fantasmi della sabbia i Begia, l'antico popolo del deserto orientale, compaiono dal nulla a ogni sosta con i loro inseparabili trombash, i bastoni ricurvi da getto usati fin dai tempi remoti per cacciare le gazzelle dorca (gli antichi egizi li utilizzavano per la caccia agli uccelli)."
'Nel Deserto Orientale i rari pozzi sono un patrimonio prezioso. L'acqua viene estratta con una ghirba di pelle di capra e riversata in un abbeveratoio scavato nella terra argillosa per dissetare la mandria di dromedari. I Begia, discendenti di un'antica stirpe di guerrieri, hanno saputo difendere nei secoli il loro territorio da ogni invasione proprio grazie alla conoscenza delle fonti."
'Le abitazioni di stuoie intrecciate si prestano ad essere trasportate dai nomadi nei loro spostamenti alla ricerca di pascoli (...). Oltre alle armi e agli utensili tradizionali gli uomini conservano la caratteristica capigliatura che conferisce loro un aspetto indomito e fiero. Nelle donne, normalmente tenute lontane dagli sguardi estranei, gli ornamenti d'oro al naso, con una piastra o un anello, sono segno di distinzione, raro da osservare per uno straniero per via del velo tenuto in genere fin sotto gli occhi."
Il film archeologico è stato realizzato da Alfredo e Angelo Castiglioni, per la regia di Pippo Cappellano e prodotto da Marina Cappabianca, autrice dell'articolo, insieme ai fratelli Castiglioni, da cui sono stati estrapolati i brani citati. Le immagini provengono dallo stesso articolo e sono state scattate da M. Cappabianca e da P. Cappellano. Spero di non aver dimenticato nessuno...ah! L'equipe che ha accompagnato i Castiglioni era composta da archeologi francesi e sudanesi.
Ravanando con SanGoogle ho pescato questa stringata descrizione su questo affascinante popolo.
Popolazione africana stanziata in una vasta regione fra il Mar Rosso e il Nilo, dall'Egitto meridionale all'Etiopia settentrionale. I Begia, pur presentando comuni caratteri della tradizionale cultura pastorale nomade, non formano un'unità né politica né sociale, preferendo vivere in piccoli raggruppamenti facenti capo a un certo numero di gruppi etnici, la cui denominazione è, però, arbitraria: dal nord al sud, i gruppi più importanti sono gli Ababdeh, i Bisharin, gli Amaràr, gli Hadendoa, gli Halenga, gli Homzan; a questi, vari studiosi riuniscono i Beni-Amer del Barca. I clan dei Begia erano strutturati in grandi famiglie matrilineari, ma l'influsso islamico ha trasformato in senso patriarcale la loro società; vivono in grandi capanne provvisorie cupoloidi, ricoperte di pelli o di stuoie. A eccezione dei Beni-Amer, i Begia non hanno suddivisione in nobili e plebei e i capi sono di norma elettivi.
Un grazie di cuore al nostro saggio e infaticabile monaco che ha tolto d'impaccio una povera Sorella del B.G. che aveva qualche problemino con le makkine pensanti e che, non pago, ha pure contribuito con l'intercessione di San Google.
Per Srell: Sì, in effetii anche io avevo pensato ai Fremen quando ho visto il documentario.
Quando sono stato addestrato per essere un mentat... è molto difficile imparare a far funzionare la propria mente. Per prima cosa, s'impara che la nostra mente funziona da sola. E' strano. Puoi migliorare il funzionamento dei tuoi muscoli, esercitandoli, irrobustendoli, ma la mente funziona da sola. E', a volte, quando ti sembra di aver appreso tutto sulla mente, essa ti fa vedere cose che tu non vorresti.
-- Duncan Hayt Idaho (I Figli di Dune - cap.19 - pag.125 - Ed.Nord)