Posted: 25 Giu 2007 - 14:40 Post subject: Post subject: Significato del termine golah
Bene bene, questo mi interessa direttamente, direi.
In un libro sui Falasha, gli ebrei neri d'etiopia, ho trovato che il loro nome in ebraico dovrebbe essere tradotto con "bene ha-golah" cioè tribù (bene, cfr ar. banu, ibn) dell'esilio.
In arabo sarebbe banu muhajjirina... diavoli di tleilaxu!
Joined: 24 Apr 2005 Posts: 2675 Location: Ix, Scuola dei Mentat
Posted: 25 Giu 2007 - 18:21 Post subject:
Interessante... d'altra parte lo stesso prefisso "bene" o "ibn" in arabo (correggimi se sbaglio) indica anche la discendenza da un certo clan o famiglia.... E, in effetti, i ghola di Dune (specie gli ultimi che compaiono negli Eretici e in Rifondazione, quando i Maestri scoprono la tecnica del risveglio seriale dei ricordi) sono come dei "discendenti" o figli dei Tleilaxu.
L'unica cosa che non riesco bene ad inquadrare in ambito duniano è il significato della parola golah, "esilio"... forse, se Frank Herbert ha alluso a questa parola, è da intepretare esilio come emarginazione, visto che i tleilaxu e tutte le loro creature (compresi i ghola) vengono visti con sospetto dalla gente dei Mondi Esterni?
(PS: Ho rinominato il titolo del thread aggiungendogli il tag [Etimologia] per aggiungerlo all'indice del nostro vocabolario )
Rymoah _________________ Non si può capire un processo arrestandolo. La comprensione deve fluire insieme col processo, deve unirsi ad esso e fluire con esso.
Joined: 29 Mag 2006 Posts: 2272 Location: A casa mia no? Che domande...
Posted: 25 Giu 2007 - 18:53 Post subject:
Interessante...
Rispondendo a The_Rimoah forse tribù dell'esilio riferendosi al fatto che un ghola è "esiliato" dai suoi ricordi ovvero la sua carne è in esilio dalla sua memoria che non ricorda la vita precedente.
Semplice deduzione, potrebbe essere anche una cavolata ^^ _________________ x
Potrebbe anche darsi che i Tleilaxu hanno chiamato le loro cretaure golah per sottolinearne lo stato di purità rituale. Anche la parola "lev" in ebraico ha significati di emarginazione, separazione e anche taglio. I Leviti comprendevano la classe sacerdotale, proprio nel senso di "coloro che si separano dalle istanze del modno per mantenersi puri". (oppure "coloro che tagliano (il prepuzio)"). In effetti i Tleilaxu, per come sono presentati negli ultimi due libri dell'esalogia, presentano dei tratti tipicamente ebraici (nel senso di religione ebraica). Ad esempio sembrano mancare del concetto di peccato, mentre dispongono di quello di contaminazione e impurità -tutto il levitico è dedicato agli stati di purità e impurità rituale.
Quindi golah potrebbe essere una variante di levi. La morte contamina, i tleilaxu lavorano sul corpo e lo purificano, ridandogli lo stato di purità e la vita.
in latino "bene" si usa come aggettivo accompagnato a un termine al nominativo (bene inventio = bella invenzione).... dubito che centri molto ma magari può essere d'aiuto
Joined: 29 Mag 2004 Posts: 846 Location: Giedi Primo
Posted: 21 Feb 2008 - 21:17 Post subject:
Non potrebbe avere a che fare anche col termine "Ghoul"? É una cosa che ho sempre pensato, essendo un lettore english speaking...
http://it.wikipedia.org/wiki/Ghoul
A parte i romanzi fantasy e horror (in cui la figura è spesso presente qui e lì, travisata ed "europeizzata" come semplice non-morto), Herbert non potrebbe riferirsi a questo vampiro del deserto?
In fondo i ghola sono un po' dei "non morti", per il fatto di essere creati a partire da cellule sottratte a un cadavere... _________________ The slow blade penetrates the shield.
Ghul (arabo) e ghola (ebraico) potrebebro essere praticamente la stessa parola. Esiliati nel deserto, allontanati perchè disgustosi dagli uomini. In ogni caso Herbert usa la versione ebraica del termine. Usa anche la parola Bene, ebraica, e non la parola Banu o Ban, araba.
C'è da dire che il primo ghola davvero completo (narrativamente parlando) è Hayt, il quale può trasformarsi da un momento all'altro in un pericolo mortale e feroce, proprio come i ghul del deserto arabo...
Sono come una persona le cui mani siano rimaste paralizzate per tutta la vita, intorpidite, finché un giorno, all'improvviso, hanno ritrovato la loro sensibilità. E io dico: - Guardate! Ho due mani! -, ma la folla mi chiede: - Che cosa sono le mani? -