Nell'immensa saga di Dune, Frank Herbert (1920-86) utilizza ampiamente le sue nozioni di ecologia, antropologia e psicologia per delineare al meglio un universo ricchissimo di eventi e personaggi. Ma l'elemento più sorprendente è che non solo Herbert descrive in maniera a dir poco meticolosa un mondo da lui stesso creato, ma lo fa in un modo così "vero" che sembra che egli in quel mondo ci sia stato realmente. Ne sono testimonianza milioni di particolari: abitanti (i misteriosi Fremen), animali (i temuti vermi della sabbia), clima (esiste addirittura un progetto di 'terraformare' il pianeta, per renderlo abitabile), usanze (su Dune dopo "la spezia" è l'ACQUA la risorsa più importante, e non viene MAI sprecata) e religioni (tutte dettagliatissime e in alcuni casi addirittura inquietanti).
La storia narra in particolare di Paul Atreides, figlio del Duca Leto I, inviato su Dune dall'Imperatore Shaddam IV per controllare la raccolta della spezia, il melange: una droga particolare che ha molteplici poteri tra cui allungare la vita, espandere la percezione così da permettere ai navigatori spaziali di "annullare lo spazio" e di coprire immense distanze. Anche se la figura di Paul è fortemente carismatica, non esiste un vero protagonista e il numero dei personaggi è impressionante. La formazione di antropologo di Herbert traspare tanto dall'assetto generale dell'opera, che termina con un glossario nel quale viene data una definizione 'scientifica' di tutti i termini peculiari del mondo narrato in Dune, quanto dalla coerenza dell'ambiente descritto.
Nella sezione riportata viene descritto il funzionamento delle "tute distillanti", un particolare tipo di tute che riciclano la traspirazione del corpo facendo in modo che tutti i liquidi vengano depurati e riassorbiti dall'organismo: proprietà indispensabile per sopravvivere nell'ambiente desertico di Dune. Herbert non si lascia mai prendere la mano da un mero sfoggio di erudizione scientifica: ogni sua conoscenza è funzionale all'intreccio narrativo. _________________