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L'Eredità di Frank Herbert (era "L'età...
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Starsailor
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Joined: 16 Feb 2005
Posts: 1160
Location: Castelli Romani

 Post Posted: 06 Feb 2006 - 12:25     Post subject:

Vorrei fare i miei complimenti a Francesco per i suoi spunti sempre molto interessanti e a tutti i partecipanti alla discussione!

Avrei voluto prendervi parte ma mi trovo in un periodo di grande stress mentale e non sarei in grado di formulare pensieri degni di essere affiancati a quelli degli altri partecipanti!

Comunque sia continuate! Vi leggo con estremo piacere!
Very Happy
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the_rymoah
Governatore Siridar
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Joined: 24 Apr 2005
Posts: 2675
Location: Ix, Scuola dei Mentat

 Post Posted: 06 Feb 2006 - 20:23     Post subject:

Rhana wrote:
Pensate a quanto è pesante la mancanza degli alieni nell'ecumene duniano... solo esseri umani, su milioni di mondi.


Già, questa è una cosa che ho subito notato la prima volta che lessi Dune. Essendo al tempo abituato alla fantascienza più "commerciale" tipo Star Trek o Star Wars, mi chiesi: "Ma gli alieni in Dune, dove sono? Confused Proiettata 20000 anni nel futuro, dopo aver conquistato un milione di mondi, possibile che l'umanità non abbia trovato una sola forma di vita aliena?"
Allo stato attuale, credo che dal punto di vista filosofico ciò non fa che confermare la CENTRALITA' che Herbert vuole dare all'Uomo. In Dune, l'uomo è presente in tutte le sue forme: anche dal punto di vista fisico, i vari popoli e le varie famiglie nobiliari presentano tratti somatici caratteristici (ma, questo, ribadiamolo, NON vuol certamente dire che Dune sia un romanzo razzista).

Poi, a pensarci bene, l'elemento alieno non è escluso nella saga herbertiana... Il solo fatto che non si sappia l'esatta origine della spezia, e che si trovi solo su un pianeta, fa riflettere: il melange viene dal verme (e già questa è una forma di vita aliena, non intelligente, ovvio), ma il verme da dove arriva?
Pardot Kynes, scoprendo il pan salato, aveva appurato che un tempo Arrakis aveva un aspetto profondamente diverso da quello attuale: l'acqua doveva essere abbondante, e probabilmente c'era anche vegetazione. E come è diventato deserto? A causa dei vermi, si sa. Le trote della sabbia incistavano mano a mano l'acqua nelle masse prespezia, inaridendo sempre di più il terreno. Ma come si sono originate le trote della sabbia? Sicuramente non si tratta di una forma di vita autoctona, originata dall'ecosistema ancestrale di Arrakis: la spezia, e in generale i composti organici appartenenti al ciclo del verme come il plancton della sabbia, muoiono a contatto con la vegetazione, a causa di una incompatibilità biologica. Ma questa incompatibilità è addirittura a livello proteico, come viene detto nel primo appendice di Dune: è abbastanza arduo pensare che un ecosistema produca una forma di vita così estranea, incapace di sopravvivergli. Ergo qualcuno ha introdotto un verme o una trota della sabbia nell'ecosistema di Arrakis. Ma chi? Di certo non degli umani (che, dopo aver capito il ciclo, hanno rifatto l'esperimento alla fine de "Gli Eretici di Dune" dopo la distruzione di Rakis)... Quando Dune fu scoperto, prima della Jihad Butleriana, era già una landa desertica.

Psyluke wrote:
Quando quest'anno ho studiato Machiavelli, ho scorto il suo pensiero secondo il quale una buona religione deve anche essere "instumentum regni", e il pensiero mio si è rivolto immediatamente a Dune.
Forse anche Herbert aveva una concezione religiosa di questo tipo? D'altronde, ogni religione che troviamo in Dune non è che uno strumento di potere.
E non dimentichiamo, dopo tutto questo parlar di religione, che Dune è un'opera antropocentrica. Gli "dei" che sono adorati da qulsiasi religione duniana hanno molto poco di astratto mi pare...


Hai ragione, la concezione di religione in Dune è palesemente vicina al pensiero di Machiavelli, e anche di Marx... Una sovrastruttura sociale, generata per controllare le masse... Nel secondo appendice al libro di Dune, tra l'altro, viene affermato che:

Quote:
...Qualsiasi confronto fra le credenze religiose dominanti nell'Impero al tempo di Muad'Dib deve tenere presenti le grandi forze spirituali che hanno plasmato tali credenze:
[...]
3. La classe dominante, agnostica (compresa la Gilda), per la quale la religione era soltanto una forma di spettacolo per divertire il popolo e mantenerlo docile. Essa credeva essenzialmente che tutti i fenomeni, perfino qulli religiosi, potessero essere ridotti a spiegazioni meccaniscistiche.


A proposito del parallelismo Nietzsche-Herbert, credo che il confronto non riguardi solo la tematica del superuomo. Ad esempio, l'elemento mitologico potrebbe essere un'altra cosa che li accomuna: lo Zarathustra di Nietzsche utilizza spesso i miti per poter esporre la propria filosofia, così come Dune è profondamente impregnato di mitologia (Herbert, come mi sembra di aver già detto in un altro 3d, era un ammiratore della gigantesca opera "The Golden Bough" di J. G. Frazer, uno studio sui miti che caratterizzavano la cultura delle popolazioni primitive, e da cui ha preso parecchi spunti per Dune).
Girovagando in internet, inoltre, ho trovato un interessante saggio su come viene visto l'imperialismo e la globalizzazione in Dune (l'indirizzo non me lo ricordo, ma mi pare di averlo inserito nella sezione weblinks di questo sito), di cui vi riporto uno stralcio:

Quote:
... By the end of book two, Dune Messiah, it is apparent that Paul's Empire is no better than the previous. From the moment Paul-Muad'Dib realizes that his Empire is corrupt only the heretics and anarchists of Muad'Dib's religious Empire have any chance of emancipation and liberation. The cynics -- who act in accordance with the orthodoxy, even if they disagree with its tenants (Sloterdijk) -- are doomed to the eternal recurrence of the same (Nietzsche). This is the case for the rulers as well as the ruled.


*Traduzione* Alla fine del secondo libro, Il Messia di Dune, è evidente che l'Impero di Paul non è migliore di quello precedente. Dal momento in cui Paul Muad'Dib capisce che il suo Impero è corrotto solo gli eretici e gli anarchici dell'Impero religioso di Muad'Dib hanno qualche possibilità di liberazione e di emancipazione. I cinici - che agiscono in accordo con i valori dell'ortodossia, anche se sono in disaccordo con coloro che li hanno creati (Sloterdijk) - sono condannati all'eterno ritorno dell'uguale (Nietzsche). E' il caso sia dei governanti che dei governati. *Traduzione*

Insomma, sembrerebbe che Herbert riprenda il punto cardine della filosofia nietzschiana, cioè il mito dell'Eterno Ritorno....

Rymoah
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Non si può capire un processo arrestandolo. La comprensione deve fluire insieme col processo, deve unirsi ad esso e fluire con esso.

Prima Legge del Mentat
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Rhana
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Joined: 31 Mar 2005
Posts: 496

 Post Posted: 06 Feb 2006 - 21:02     Post subject:

Quote:
Insomma, sembrerebbe che Herbert riprenda il punto cardine della filosofia nietzschiana, cioè il mito dell'Eterno Ritorno....


Non posso essere daccordo. In Dune non c'è un eterno ritorno. Non c'è un ritorno, a parte il limitato ciclo dell'ecosistema. Certo, la natura procede per cicli, ma non c'è una tensione al ritorno all'uguale.
Paul non è Ulisse che vuole TORNARE alla sua Itaca. Egli guarda nel futuro, vede cose nuove. Il nucleo cnetrale di Dune secondo me si aritocla prorpio su questo: dov'è la novità? Le BG cercano di controllare l'evoluzione (hubrys) e la loro condanna è l'irruzione di qualcosa di nuovo. Paul cerca di controllare la prescenza, risultato, il Sentiero gli chiede di diventare qualcosa di nuovo. Il nuovo arriva su Rakis nel corpo di una bambina. Gli ultimi libri dell'esalogia sono un 2ribolire" di novit.
Ora che ci penso la metafora dell'ebollizione è molto adatta. Se un ciclo può far scorrere l'acqua, solo la produzione di novità le permette di bollire e produrre energia. Non so se mi sono spiegato, ci proverò quando avrò meno sonno.
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Citazioni

Moneo! Qui, nella sua capsula misteriosa, c'è uno dei grandi segreti della vita. Essere SORPRESO, vedere accadere una cosa nuova: questo è ciò che desidero di più. Nuovo! Non è una parola splendente, MERAVIGLIOSA?

-- Leto II (L'Imperatore-dio di Dune - cap.15 - pag.110 - Ed.Nord)