La ayahuasca, pianta con poteri allucinogeni che gli indios ecuadoriani usano da secoli nei loro riti religiosi, è stata brevettata dalla International Plant Medicine Corporation, una compagnia statunitense con sede in California. Per un trattato di proprietà intellettuale firmato nel 1993 tra Ecuador e Stati uniti, la pianta non potrà essere usata per venti anni senza autorizzazione della International Plant. Amara e finora inutile la reazione degli indigeni che hanno inviato una protesta al presidente Bill Clinton sollecitando la revisione del brevetto. Il proprietario della compagnia, Loren Miller, è stato dichiarato "nemico dei popoli indigeni di nove paesi della Bassa Amazzonia" dal Coordinamento delle organizzazioni indigene.
Valerio Greffa, leader indio, su Parabolicas, foglio dell'Istituto socioambientale di San Paolo, ha definito Miller un "biopirata" e il brevetto "un insulto a 400 culture che convivono nel bacino amazzonico". Greffa si domanda "che cosa direbbero cattolici ed ebrei se gli indios decidessero di brevettare l'ostia, o il vino o il processo kosher per purificare i cibi?".
L'ayahuasca (banisteriopsis caapi), una liana che cresce sugli alberi in Amazzonia, è pianta sacra per gli indios di Perú ed Ecuador e per la setta del Santo Daime, una religione nata negli anni trenta tra i raccoglitori di caucciú (seringueiros) dello stato brasiliano dell'Acre.
Sciamani d'Amazzonia
Bollendo la corteccia si ottiene una bevanda con poteri allucinogeni, usata dagli sciamani per viaggiare nell'"aldilà" - la dimensione degli antenati e degli spiriti ausiliari - per scoprire la causa di malefici, vedere il passato e il futuro, "sentire" la foresta fino a trasformarsi in pianta o animale. Gli Jivaro dell'Ecuador la chiamano natema, per altri popoli indigeni è caapì, yaje, ayahuasca o "liana dell'anima", in spagnolo "testa del morto". I poteri allucinogeni derivano da alcaloidi - armalina e armina - chiamati telepatina per la loro proprietà visionarie.
Il culto del Santo Daime è nato a Mapia, nel centro della foresta, dalle visioni sincretiste di un operaio della gomma. Oggi la setta è diffusa in tutto il Brasile ed ha una sede anche nel quartiere di Santa Teresa, il piú ricco di Rio de Janeiro. Le cerimonie sono riservate ai fedeli. Per circostanze fortuite ho assistito a un rito. Gli uomini vestiti di bianco con una stella a sei punte sul bavero della giacca, le donne in gonna verde e camicetta bianca, una piccola corona sulla testa. Disposti a raggiera, ruota vivente divisa in due emisferi, si muovevano ritmicamente verso destra e poi verso sinistra cantando al suono di fisarmoniche, flauti, maracas. Al centro, seduta, la "madrinha" Rita, vedova del fondatore, piccola, robusta, folta capigliatura. Suo figlio Paulo Roberto, attuale leader del gruppo, danzava nel cerchio. Il Santo Daime, un succo marroncino, era contenuto in recipienti su un tavolo. I fedeli si staccavano dal cerchio e si accostavano in fila per berlo. Il segno di croce suggellava la comunione amazzonica.
Lucelia Santos, figlia di operai, protagonista famosissima di telenovelas, vicina al Partito dei lavoratori, scopre il Santo Daime in Amazzonia. Poi incontra il regista tedesco Werner Herzog e nasce "Foresta Amazzonica nel sogno di una notte di mezza estate", un allestimento fantastico per il Summit dell'ambiente Onu nel teatro Joao Caetano di Rio de Janeiro. L'ayahuasca spiccava nella scenografia, le piante tropicali fin nella platea. Provocava il "sogno" di Titania, regina delle fate, ammaliata dal filtro preparato da Puck, genio della foresta.
Le cerimonie degli indios ci sono note dai resoconti di etnologi ed esploratori. Il colonnello Leonard Clark nel 1946 partì da Lima e arrivò a Quito alla ricerca del mitico El Dorado attraversando la Bassa Amazzonia, allora in gran parte inesplorata. Ebbe contatti con Campa e Jivaro e ne raccontò riti e credenze in un libro, I fiumi scendevano a oriente (Garzanti 1996). Dagli Jivaro gli spagnoli ottennero il chinino e la loro straordinaria conoscenza della farmacopea tropicale è testimoniata da Clark. Gli Jivaro sono cacciatori di teste, che poi rattrappiscono. Secondo Clark la caccia alla testa ha un significato religioso segnato da natema. I cacciatori bevono la pozione per sognare gli Antichi, i loro Vecchi Antenati Bianchi. Gli Antichi rivelano che il tempo non esiste, che la vita è uno stato di sogno. Mentre sognando si entra nella vera realtà, per vedere il passato e prevedere il futuro.
Gli Antichi rivelano che il tempo non esiste, che la vita è uno stato di sogno.
Mentre sognando si entra nella vera realtà, per vedere il passato e prevedere il futuro.
Il vero Fremen è pronto a piegarsi al dominio del passato, ed io ho un antichissimo passato. Se io dovessi dar libero sfogo a questa propensione, esigerei una società chiusa, completamente legata, alle sacre tradizioni. Porrei il più rigido controllo ai viaggi e alle migrazioni, giustificandolo col fatto che essi incoraggiano le nuove idee, e le nuove idee sono una minaccia per l'intera struttura della vita. Ogni piccola collettività planetaria seguirebbe la sua strada, trasformandosi a suo piacimento. E alla fine l'Impero andrebbe in frantumi sotto il peso delle sue stesse diversità.
-- Leto II (I Figli di Dune - cap.17 - pag.116 - Ed.Nord)