L'uomo è uno o è moltitudine? se è uno, come può avere diverse tendenze nello stesso istante? e se è moltitudine, come può comportarsi in un solo modo?
Joined: 13 Set 2004 Posts: 1975 Location: Ornago, e dove sennò?
Posted: 26 Mag 2005 - 14:27 Post subject:
Provo a rispondere a Rhana:
Noi non possiamo certamente dividere (anche solo idealmente) l'Uno. Invece, è possibile riunire il Molteplice in una unità, senza per questo snaturarne la natura molteplice. Il discorso che si farà, dunque, varrà per tutti gli oggetti, non solo gli uomini.
L'uomo è certamente molteplice. Infatti, esso è UN uomo, ma il suo corpo si può certamente dividere in PIù organi, in PIù cellule, ecc. ecc. Ed è facile capire come questa molteplicità possa essere riunita: l'uomo è sano infatti quando TUTTE LE SUE PARTI funzionano ottimamente. E' logico dunque che queste parti si organizzino, in modo da giovarsi l'un l'altra. L' uomo in questo modo si comporta in solo modo, poichè le SUE parti si danno un unica organizzazione per cercare il meglio per tutte di loro. Senza per questo snaturarne la natura molteplice, perchè in alcuni casi una parte viene privilegiata, affinchè tutte le parti continuino a funzionare ottimamente in un futuro.
Noi non possiamo certamente dividere (anche solo idealmente) l'Uno.
Su questo non sono del tutto d'accordo. Infatti la storia umana è piena di esempi in cui un'unità viene divisa: ad esempio la riproduzione cellulare, in cui un'unità diviene una diadi, Oppure, per stare più sul terra terra, considera lo sviluppo medio-normale di una famiglia: i figli vanno a vivere da soli, dopo un po', trasformando quella che prima era una famiglia in molte famiglie, senza che però sia cambiato molto. Si può ben dire che ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, dividiamo un uno-indistinto di non-conoscenza. Quando scrivo musica, divido un uno, cioè il nastro dei suoni. Anche quando pongo un asse cartesiano, nel momento in cui stabilisco l'unità di misura, trasformo un infinito uno in un infinito numero.
Tu potresti dire che però in questi casi l'unità si dissolva. Ma considera bene l'esempio della famiglia: a natale, giusto per stare sul semplice, l'unità è presente. O nel piano cartesiano: l'infinito asse è presente nel piano come indefinitezza di alcuni numeri (come ad esempio gli irrazionali). Quindi è possibile porre un molteplice in seno all'uno senza snaturarlo. (rileggendo: pensa anche al fatto che tutti gli animali di una certa specie sono 'uno", in un certo senso)
Invece, è possibile riunire il Molteplice in una unità, senza per questo snaturarne la natura molteplice. Il discorso che si farà, dunque, varrà per tutti gli oggetti, non solo gli uomini.
Mi riferivo in particolar modo all'uomo per le implicazioni etiche del discorso.
L'uomo è certamente molteplice.
Infatti, esso è UN uomo, ma il suo corpo si può certamente dividere in PIù organi, in PIù cellule, ecc. ecc. Ed è facile capire come questa molteplicità possa essere riunita: l'uomo è sano infatti quando TUTTE LE SUE PARTI funzionano ottimamente.
Trovo che questo sia un po' un problema. Innanzitutto dire che l'Uomo è il suo corpo è azzardato: dovresti cercare di dimostrarlo.
Che poi l'uomo sia TUTTE le sue parti è ridicolo. Leggi l'incipit di Dune: il Gom Jabbar si basa proprio su questa caratteristica empirica dell'Uomo: saper sacrificare parte di se. Se fosse vero quanto dici una mano avrebbe il valore di una mano per sempre, è questo mi fa pensare che il tuo atteggiamento sia vagamente gesuita.
E' logico dunque che queste parti si organizzino, in modo da giovarsi l'un l'altra.
Le parti si organizzano... rifletti su questo: per poter interagire, le parti, devono essere divise fra di loro. Se 'sfumano" l'una nell'altra non funzionano. Un muscolo fa bene il muscolo perché non è un cervello. Ora, potresti ipotizzare un 'organo mediano" che funga da separatore-connettitore. Questo ipotetico organo dello spirito però dovrebbe a sua volta essere separato dai vicini e così via. Dunque il tuo modello di uomo si basa sul fatto che questa serie possa dirsi finita, se non a livello logico almeno a livello pratico, ossia che l'Uomo sia innervato di un Vuoto che è Non Uomo. Questo non lo trovo accettabile, perché stai aggirando, inconsciamente, il problema. Non possiamo comprendere cosa sia l'uomo (o quanti sia) ipotizzando un non-uomo al suo interno. Sarebbe come dire che dentro il nostro problema c'è un non-problema che non deve essere risolto, perciò il problema non deve essere risolto. Se mi segui, a questo punto avrai capito che la logica ha dei limiti.
L' uomo in questo modo si comporta in solo modo, poichè le SUE parti si danno un unica organizzazione per cercare il meglio per tutte di loro.
Dunque, tu diresti che l'uomo si comporta come un'onda in cui le gocce, prese singolarmente, vanno dove vogliono, ma in massa seguono una traiettoria ben definita. É una posizione affascinante, molto Spinoziana, per la quale ho un debole, ma si scontra contro un'evidenza: ai suicidi batte il cuore.
Senza per questo snaturarne la natura molteplice, perchè in alcuni casi una parte viene privilegiata, affinchè tutte le parti continuino a funzionare ottimamente in un futuro.
Joined: 13 Set 2004 Posts: 1975 Location: Ornago, e dove sennò?
Posted: 27 Mag 2005 - 14:45 Post subject:
Rhana wrote:
Infatti la storia umana è piena di esempi in cui un'unità viene divisa: ad esempio la riproduzione cellulare, in cui un'unità diviene una diadi, Oppure, per stare più sul terra terra, considera lo sviluppo medio-normale di una famiglia: i figli vanno a vivere da soli, dopo un po', trasformando quella che prima era una famiglia in molte famiglie, senza che però sia cambiato molto. Si può ben dire che ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, dividiamo un uno-indistinto di non-conoscenza. Quando scrivo musica, divido un uno, cioè il nastro dei suoni. Anche quando pongo un asse cartesiano, nel momento in cui stabilisco l'unità di misura, trasformo un infinito uno in un infinito numero.
Credo che tu non abbia capito bene il mio pensiero. Infatti la frase dopo dice: "è possibile riunire il Molteplice in una unità, senza per questo snaturarne la natura molteplice". Le unità che tu hai citato rientrano appunto in questa categoria. Anche per il caso degli assi cartesiani: infatti esso è INFINITAMENTE divisibile, e ogni parte di questo è una parte del quindi molteplice asse.
Trovo che questo sia un po' un problema. Innanzitutto dire che l'Uomo è il suo corpo è azzardato: dovresti cercare di dimostrarlo.
Mai detto che l'Uomo sia solo il suo corpo; non ho escluso, per esempio, che l'ANIMA sia una parte dell'Uomo molteplice.
Che poi l'uomo sia TUTTE le sue parti è ridicolo. Leggi l'incipit di Dune: il Gom Jabbar si basa proprio su questa caratteristica empirica dell'Uomo: saper sacrificare parte di se.
E infatti dopo dico: "in alcuni casi una parte viene privilegiata, affinchè tutte le parti continuino a funzionare ottimamente in un futuro". L'Uomo può infatti essere a sua volta parte di una Unità molteplice. Sacrificandosi, questa parte continuerebbe a funzionare, in una scala sempre crescente o decrescente. Non ho mai negato, inoltre, che una parte abbia una sua volontà.
Le parti si organizzano... rifletti su questo: per poter interagire, le parti, devono essere divise fra di loro. Se 'sfumano" l'una nell'altra non funzionano. Un muscolo fa bene il muscolo perché non è un cervello. Ora, potresti ipotizzare un 'organo mediano" che funga da separatore-connettitore. Questo ipotetico organo dello spirito però dovrebbe a sua volta essere separato dai vicini e così via.
Tutto questo non è necessario. Per esempio, io con un ventilatore posso far muovere dei fogli, senza per questo toccarli con il ventilatore. Da "intermediario" funge una sostanza, nell'esempio l'aria, che separa e allo stesso tempo fà in modo che le due parti interagiscano. Questo inoltre potrebbe negare questa tua affermazione:
Dunque il tuo modello di uomo si basa sul fatto che questa serie possa dirsi finita, se non a livello logico almeno a livello pratico, ossia che l'Uomo sia innervato di un Vuoto che è Non Uomo.
Ma si scontra contro un'evidenza: ai suicidi batte il cuore.
Ho già spiegato prima: non ho negato che l'Uomo abbia una parte di sè che si chiami Volontà
Non sono d'accordo con l'"affinché". Finalismo?
In parte. In questo caso, le parti hanno uno scopo nel far funzionare l'Unità. MA con questo non intendo che TUTTO ha uno scopo.
Bisogna scuotersi di dosso le antiche angosce come un serpente si scuote di dosso la vecchia pelle... per poi farsene una nuova ed accettare tutte le sue limitazioni. Ed è lo stesso con i governi e, perfino, con la Reggenza. I vecchi governi finiscono come le pelli scartate.
-- Duncan Hayt Idaho (I Figli di Dune - cap.19 - pag.126 - Ed.Nord)