Posted: 16 Giu 2005 - 20:03 Post subject: Post subject: I semi della civiltà
I semi della civiltà
10 Giugno 2005
Perché gli umani passarono, per la prima volta, dalla vita nomade
allo stanziamento in villaggi ed alla costituzione delle comunità?
La risposta potrebbe giacere in un insediamento di 9,500 anni or
sono, nella Turchia centrale.
Da quando i ricercatori hanno iniziato il loro scavo a Catalhoyuk
negli anni '60, hanno trovato più di 400 scheletri sotto le case,
raggruppate in una sorta di intrico stile alveare. Seppellire i
morti sotto le case era comune nei primi villaggi agricoli del
Vicino Oriente; in una sola abitazione sono stati contati circa 64
scheletri. L'archeologo Ian Hodder ed i suoi colleghi stanno
lavorando per decifrare le pitture e le sculture trovate al sito. La
superficie di molte case è ricoperta di disegni murali di uomini che
cacciano cervi selvatici, bestiame e avvoltoi che volteggiano su
persone senza testa. Alcune pareti di gesso recano bassorilievi di
leopardi e figure apparentemente femminili che potrebbero
rappresentare delle divinità. Hodder è convinto che questo
insediamento ricco di simboli, uno dei più ampi e meglio preservati
siti neolitici mai scoperti, racchiuda le chiavi della psiche
preistorica e la risposta ad una delle domande più fondamentali
della storia dell'umanità: perché i popoli si arrivarono a
stanziarsi in comunità permanenti.
Nei millenni che precedettero il fiorire di Catalhoyuk, la maggior
parte del Vicino Oriente era occupato da nomadi che cacciavano
gazzelle, pecore, capre e altro bestiame, e che raccoglievano erbe
grasse, cerali, noci e frutta. Perché, a cominciare da 14,000 anni
or sono, compirono il primo passo verso le comunità permanenti,
stabilendosi insieme in case di pietra e probabilmente inventando
l'agricoltura? Pochi millenni più tardi, almeno 8,000 persone
vivevano a Catalhoyuk e vi rimasero per più di un millennio,
costruendo e ricostruendo le case a distanza così ravvicinata che i
residenti dovevano entrare dal tetto. "La formazione delle prime
comunità fu il principale punto di svolta nello sviluppo
dell'umanità, e le persone di Catalhoyuk sembrano avere portato
quest'idea alle estreme conseguenze" ha dichiarato Hodder. "Ma
ancora rimane insoluta la questione sul perché si sarebbero
raggruppati in tale numero per la prima volta."
Hodder (nella foto) un inglese alto con gli occhiali, sentì parlare
di Catalhoyuk nel 1969 come studente dell'archeologo Jamnes
Mellaart, all'Istituto Londinese di Archeologia. Nel 1993, dopo
alcune delicate negoziazioni con le autorità turche, aiutate
grandemente dal sostegno dei principali archeologi turchi, fu dato
loro il permesso di riaprire il sito. Da allora, più di 120
archeologi, antropologi, paleoecologi, botanici, zoologi, geologi, e
chimici si sono ritrovati, estate dopo estate, al tumulo presso
Konya, a scansionare ogni centimetro cubico dell'antico suolo di
Catalhoyuk per indizi riguardo al modo in cui vissero questi antichi
popoli neolitici e quali fossero le loro convinzioni. I ricercatori
hanno portato con sé perfino uno psicoanalista per avere una visione
migliore della mente preistorica. Prima che gli umani potessero
addomesticare le piante e gli animali selvatici dell'ambiente
circostante, sostiene Hodder, dovettero disciplinare la loro stessa
natura selvaggia ' un processo psicologico che si ritrova espresso
nella loro arte. Nei fatti, Hodder ritiene che l'espressione
spirituale e artistica dei primi abitanti di Catalhoyuk fosse
talmente alta che collocarono il villaggio nel migliore luogo per
coltivarla.
Ricordo amici di guerra che tutti, salvo noi, hanno dimenticato. Ognuno di loro distillato in ogni nostra ferita. Queste ferite sono tutti i luoghi dolorosi dove abbiamo combattuto. Battaglie che è meglio lasciarsi dietro, che non abbiamo mai cercato. Cos'è che abbiamo gettato via, cos'è che abbiamo guadagnato?
-- Canti della Dispersione - (Gli Eretici di Dune - Cap.32 - pag.370 - Ed.Nord)