Nel 1357 lo scrivano e copista Nicolas Flamel aveva acquistato un insolito libro "La legatura era in solido ottone e dentro vi erano figure e caratteri che non erano né latini né francesi. Era stato scritto con una matita di piombo su fogli di corteccia, ed era stranamente colorato". Sulla prima pagina, in lettere d'ora era scritto: "Abramo l'Ebreo, principe, Levita, astrologo e filosofo, alla nazione degli Ebrei dispersa in Francia dall'ira di Dio, augura salute."
L'Alchimista benefattore "Quattordici ospedali, tre cappelle e sette chiese nella città di Parigi, tutte costruite dalle fondaamenta e arricchite con grandi doni e lasciti; e Boulogne quaasi del pari con Parigi, per non parlare delle beneficienze nei confronti dei poveri, specialmente delle vedove e degli orfani". Così, attorno al 1390, Nicolas e Perenelle Flamel raccontavano come avevano utilizzato parte della loro enorme ricchezza. Grazie alla sua professione (era scrivano e copista), il parigino Flamel aveva spesso occasione di imbattersi in libri rari e antiachi.
Ricordo amici di guerra che tutti, salvo noi, hanno dimenticato. Ognuno di loro distillato in ogni nostra ferita. Queste ferite sono tutti i luoghi dolorosi dove abbiamo combattuto. Battaglie che è meglio lasciarsi dietro, che non abbiamo mai cercato. Cos'è che abbiamo gettato via, cos'è che abbiamo guadagnato?
-- Canti della Dispersione - (Gli Eretici di Dune - Cap.32 - pag.370 - Ed.Nord)