Posted: 27 Lug 2007 - 17:35 Post subject: Post subject: Frank Moon
Scovata da Carl Murray che lavora nel progetto congiunto di Nasa-Esa-Asi
Ecco la sessantesima luna di Saturno
Si chiama «Frank», è costituita da roccia e ghiaccio e ha un diametro di due chilometri. L'ha individuata la sonda Cassini
Un'immagine della luna (Internet)
MILANO - Le lune di Saturno sono arrivate a 60. L'ultima è appena stata scoperta da Carl Murray del team della sonda Cassini che sovrintende alla ricezione delle immagini. La sonda frutto della collaborazione tra Nasa, Esa e Asi continua a stupire per i dati e i fotogrammi che spedisce volando intorno al pianeta più affascinante del sistema solare. Per il momento il minuscolo corpo è battezzato provvisoriamente «Frank» (ma la sigla scientifica è S/2007 S4). Il suo diametro è di due chilometri e la sua «sostanza» è di ghiaccio e roccia.
LA QUARTA DELL'ANNO - Il «science team» di Cassini ne aveva già scoperte altre quattro di lune tra il 2004 e il 2005. Mentre quest'anno un gruppo di astronomi avevano individuato con telescopi da Terra altre tre lune. Insomma Saturno cerca di battere il record finora detenuto da Giove che può vantarne ben 62 di lune: l'ultima gioviana è stata trovata nel 2003. E ci riuscirà certamente perché fino a che è in attività Cassini con i suoi occhi ultrasensibili è possibile scovare corpi anche molto piccoli come Frank e magari un po' nascosti come le ormai numerose lune-pastore individuate in passato. «Quando la missione Cassini era partita nel 1997 ' dice Murray ' conoscevano soltanto 18 lune saturniane. Ora ci rendiamo conto di trovarci davanti ad un complesso sistema che riserverà altre sorprese perché sono miliardi le particelle tra anelli e lune che interagiscono continuamente fra loro».
NEL 2009 LA RICOGNIZIONE - Per saperne di più circa le caratteristiche di Frank non c'è molto da aspettare perché la traiettoria su cui viaggia la sonda porterà Cassini a «sfiorarla» da una distanza di appena 11.700 chilometri nel dicembre del 2009. L'esplorazione interplanetaria sta rivelando un sistema solare ben diverso da come si era immaginato fino a cinquant'anni fa, all'inizio dell'era spaziale. Più le sonde diventano sofisticate più ci permettono di guardare sempre più in dettaglio come fossimo davanti ad un microscopio sempre più potente capace di mostraci i particolari via via più minuti. Per questo i manuali di astronomia planetaria sono radicalmente cambiati negli ultimi decenni. Ma i misteri ancora da sciogliere sull'origine e l'evoluzione dei nostri pianeti sono ancora numerosi. Per questo l'esplorazione continua.
Ci si aspetta che io diventi imperatore... ma dovrò essere il servo. Mio nonno, da cui ho preso il nome, aggiunse alcune parole al suo stemma, quando giunse su Dune: «Qui sono, qui resto».
-- Leto II (I Figli di Dune - cap.17 - pag.114 - Ed.Nord)