Posted: 24 Ago 2004 - 09:22 Post subject: Post subject: Saluti da Lankiveil
Cari Amici,
poco prima di lasciare il Monastero del Picco d'Aquila Ghiacciato, la cui ospitalità dei suoi abitanti è tanto calda quanto fredde sono lande circostanti, un anziano Fratello di ben 740 cicli vitali, ha voluto lasciarmi, a mò di saluto, questo estratto su filo shiga, di alcuni versi di un'antichissima composizione, da un vetusto supporto cartaceo chiamato "libro", di un remoto filosofo Zen, prima ancora della fusione con i sunniti, Sufi e Sciti, sulla mitica Vecchia Terra, sperduta ormai da eoni nelle profondità del tempo e dello spazio.
Voglio condividere con Voi questo piccolo-immenso regalo di Padre Hat'Tylius.
LVP
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Versi di Sosan, terzo Patriarca Zen,
tratti dal Volume
"IL LIBRO DEL NULLA"
pubblicato da
Edizioni Mediterranee Roma
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La Grande Via non è difficoltosa
per coloro che non hanno preferenze.
Quando amore e odio sono entrambi assenti
tutto diventa chiaro ed evidente.
Tuttavia, non appena compare la minima distinzione,
il cielo e la terra si separano infinitamente.
Se desideri vedere la verità, non prendere posizioni, né pro né contro.
La contesa fra ciò che piace e ciò che non piace
è la malattia della mente.
Quando viene a mancare la comprensione
del significato profondo delle cose,
si turba la pace essenziale della mente, inutilmente.
La Via è perfetta come lo spazio sconfinato
dove non manca nulla e nulla è superfluo.
In verità, la causa della nostra incapacità
di distinguere la vera natura delle cose
è la nostra scelta di accettare o di rifiutare.
Non vivere nella trappola delle cose esteriori,
né nel senso di vuoto interiore.
Sii sereno, senza attività forzata,
nell'unità delle cose,
e le visioni errate svaniscono da sole.
Quando ti sforzi, per fermare l'attività,
per giungere alla passività,
lo sforzo stesso ti riempie di attività.
Finché rimani in un estremo o nell'altro
non conoscerai mai l'unità.
Coloro che non vivono nell'unica Via
falliscono sia nell'attività che nella passività,
sia nell'affermazione che nel diniego.
Negare la realtà delle cose
comporta lasciarsi sfuggire la loro realtà;
sostenere il vuoto delle cose
comporta lasciarsi sfuggire la loro realtà.
Più ne parli e ci pensi,
più vagoli e ti allontani dalla verità.
Smetti di parlare e di pensare,
e non ci sarà più nulla
che tu non possa conoscere.
Tornare alle radici
significa trovare il significato,
ma inseguire le apparenze
significa mancare la fonte.
Nell'istante dell'illuminazione interiore
si va al di là dell'apparenza e del vuoto.
Solo a causa della nostra ignoranza,
noi chiamiamo reali i mutamenti
che sembrano verificarsi nel mondo vuoto.
Non cercare la verità;
smetti soltanto di avere ferme opinioni.
Non restare nella condizione dualistica:
evita una tale occupazione, con estrema cura.
Se esiste anche solo una traccia
di questo e di quello,
del giusto e dello sbagliato,
l'essenza della mente verrà persa nella confusione.
Sebbene tutte le dualità provengano dall'uno,
non essere neppure attaccato a quest'ultimo.
Quando la mente esiste indisturbata,
lungo il sentiero,
nulla, nel mondo intero, può offendere,
e quando una cosa non può più offendere
smette di esistere nella vecchia maniera.
Quando nessun pensiero discriminante sorge più,
la vecchia mente smette di esistere.
Allorché gli oggetti di pensiero svaniscono,
il soggetto pensante svanisce,
allo stesso modo,
quando la mente svanisce,
gli oggetti svaniscono.
Le cose sono "oggetti" a causa del soggetto;
la mente è tale a causa delle cose.
Comprendi la relatività di queste due entità,
e la realtà di base: l'unità del vuoto.
In questo vuoto le due entità sono indistinguibili,
e ognuna contiene in sé il mondo intero.
Se non discrimini la materia grezza e sottile,
non verrai tentato
dal pregiudizio e dall'avere opinioni.
Vivere nella Grande Via non è facile né difficile,
ma coloro che hanno una visione limitata
hanno paura e sono privi di determinazione.
E più essi si affrettano
più vanno lentamente.
E l'aggrapparsi non ha limiti;
perfino essere attaccati all'idea di illuminazione
significa perdersi.
Lascia semplicemente
che le cose siano a modo loro
e non ci sarà né venire né andare.
Ubbidisci alla natura delle cose,
la tua stessa natura,
e camminerai liberamente e indisturbato.
Quando il pensiero è legato,
la verità è nascosta,
poiché tutto è oscuro e privo di chiarezza,
e la pesante pratica del giudizio
porta con sé fastidi e tedio.
Quale beneficio può derivare
dalle distinzioni e dalle separazioni?
Se desideri percorrere l'Unica Via
non disprezzare neppure
il mondo dei sensi e delle idee.
Di fatto, accettare tutto ciò pienamente
è sinonimo di vera illuminazione.
Il saggio non si prefigge meta alcuna
ma l'uomo folle si incatena da solo.
Esiste un solo dharma, una verità, una legge,
non molte;
le distinzioni sorgono
a causa dei bisogni di aggrapparsi dell'ignorante.
Ricercare la Mente
attraverso la mente discriminatrice
è il più grande degli errori.
Il riposo e l'irrequietezza derivano dall'illusione;
con l'illuminazione non esistono cose che piacciono
e cose che non piacciono.
Tutte le dualità sono frutto dell'inferenza ignorante.
Esse sono simili ai sogni, o a fiori nell'aria:
lo sciocco tenta di afferrarli.
Guadagno e perdita, giusto e sbagliato:
tali pensieri devono, infine, essere aboliti d'acchito.
Se l'occhio non dorme mai,
tutti i sogni smetteranno naturalmente.
Se la mente non fa discriminazioni
le diecimila cose saranno come esse sono,
formate da un'unica essenza.
Comprendere il mistero di quest'unica essenza significa
essere liberi da tutti i grovigli che ci legano.
Quando tutte le cose sono viste come uguali
si raggiunge l'essenza del Sé, senza tempo.
In questo stato privo di causa e di relazione
non è possibile fare alcun confronto,
né alcuna analogia.
Considera il movimento stazionario,
e, ciò che è stazionario, in movimento,
ed entrambi gli stati di movimento,
e di riposo, scompariranno.
Allorché quelle due dualità smettono di esistere,
l'uno, in quanto tale, non può esistere.
A questo fine supremo,
non si applica legge, né descrizione alcuna.
Per la mente unificata, in sintonia con il sentiero,
cesserà ogni lotta centrata sul sé.
Ogni dubbio e incertezza svanirà
e sarà possibile vivere nella vera fede.
In un colpo solo, siamo liberi dalla schiavitù;
nulla si aggrappa a noi,
e noi non tratteniamo nulla.
Tutto è vuoto, limpido, e si autoillumina,
senza che il potere della mente
debba essere esercitato.
Qui, i pensieri, i sentimenti,
la conoscenza e l'immaginazione
non hanno valore alcuno.
In questo mondo essenziale
non esiste né il sé, né altro che non sia il sé.
Per entrare direttamente in armonia
con questa realtà, di' semplicemente,
quando sorge il dubbio: "Non due!".
In questa non dualità nulla è separato,
nulla è escluso.
Non importa quando o dove,
illuminazione significa penetrare questa verità.
E questa verità è al di là di qualsiasi estensione
o diminuzione nel tempo o nello spazio;
in essa, un singolo pensiero è diecimila anni.
Vuoto qui, vuoto là,
ma l'universo infinito si erge sempre
di fronte ai tuoi occhi.
Infinitamente grande e infinitamente piccolo,
non fa alcuna differenza,
poiché ogni definizione si è dissolta,
e non si vede confine alcuno.
La stessa cosa vale per l'essere e il non-essere.
Non sprecare tempo in dubbi e discussioni
che non hanno nulla a che vedere con questo.
Una cosa, tutte le cose,
muoviti tra di esse, e fonditi con loro,
senza distinzione.
Vivere in questa realizzazione
significa non avere ansia alcuna
sulla non-perfezione.
Vivere in questa fede, è la strada verso
la non-dualità, poiché il non-duale
è unito alla mente fiduciosa.
Parole!
La Via si trova oltre le parole,
perché essa non contiene
né ieri, né domani, né oggi. _________________
Joined: 24 Apr 2005 Posts: 2675 Location: Ix, Scuola dei Mentat
Posted: 05 Feb 2007 - 10:04 Post subject:
Ecco perchè non trovavo il thread... era postato qua nel Sietch, non alla Taverna!
Rymoah _________________ Non si può capire un processo arrestandolo. La comprensione deve fluire insieme col processo, deve unirsi ad esso e fluire con esso.
Nessuno dubiti che io sono l'insieme dei nostri antenati, l'arena in cui mettono alla prova i miei momenti. Loro sono le mie cellule, e io sono il loro corpo. Questo è il favrashi di cui parlo: l'anima, l'inconscio collettivo, la fonte degli archetipi, il magazzino di tutti i traumi e di tutte le gioie. Io sono la scelta del loro risveglio.
Il mio samadhi è il loro samadhi. Le loro esperienze mi appartengono! La loro conoscenza distillata è la mia eredità. Quei miliardi sono la mia unità.
-- I Diari rubati. (L'imperatore-dio di Dune - Cap.31 - pag.232)