Biografia
Per quanto riguarda le necessarie nozioni biografiche di questo autore, poco noto al pubblico europeo, ricordiamo che Frank Patrick Herbert nasce a Tacoma, nello stato di Washington, nel 1920. Egli stesso ricorda che il giorno del suo ottavo compleanno annuncia alla famiglia, col fare ingenuo proprio dei bambini, che da grande farà lo scrittore.
Nel 1939 mente sulla sua reale età per conseguire il primo lavoro come giornalista, e iniziare così la sua lunga carriera come opinionista e reporter.
Durante la seconda guerra mondiale viene chiamato in servizio dalla marina militare; dopo la guerra inizia gli studi universitari a Washington dove conosce la donna che gli rimarrà a fianco per buona parte della sua vita: Beverly Ann Stuart. Studiano scrittura creativa e sono gli unici della classe che riescono a vendere alcuni racconti. I due si sposano nel 1946 e il loro primo figlio, Brian, arriverà l'anno successivo. Nella biografia del padre, Brian, ricorda che Frank non terminò mai gli studi universitari.
Dopo il periodo universitario, Frank torna ad occuparsi di giornalismo lavorando per il Seattle Star e l'Oregon Statesman.
Appassionato lettore di fantascienza già dagli anni quaranta, dieci anni dopo decide di iniziare a scrivere racconti su quel genere. Nel 1950 i suoi racconti possono essere letti, fra le altre riviste, anche su Startling Stories.
Herbert inizia la sua carriera come romanziere con la pubblicazione di The Dragon in the Sea, nel 1955, dove utilizza lo scenario di un sottomarino avveniristico per esplorare le linee di demarcazione fra la sanità mentale e la follia. Il libro profetizza conflitti mondiali basati sulla produzione e il consumo del petrolio. Nonostante sia un successo di critica, non raggiunge traguardi commerciali e di pubblico apprezzabili.
Nel 1959 inizia gli studi e le ricerche per Dune, il suo capolavoro. Dopo sei anni di lavoro Dune è pronto nel 1965. La pubblicazione viene rifiutata da più di venti case editrici. Uno degli editori gli rispedisce il dattiloscritto con la nota: " I might be making the mistake of the decade, but"". Alla fine riesce nel suo intento, l'opera viene pubblicata, riceve un cospicuo anticipo e Dune diventa presto un successo di critica. Vince il premio Nebula come miglior romanzo nel 1965 e il premio Hugo nel 1966. Dune è il primo romanzo ecologico di fantascienza, ricco di temi interconnessi e di punti di vista multipli dei personaggi: metodo che diventerà una costante nella produzione di Herbert.
Per la critica Dune diventa un punto di demarcazione rispetto alla narrativa precedente sotto diversi aspetti. Anzitutto è il primo romanzo 'letterario" di fantascienza: fino a quel momento il successo della produzione fantascientifica era legato ad un'avvincente idea tecnologica, la caratterizzazione dei personaggi e la trama occupavano una posizione di scarso rilievo. Dune pone l'accento, inoltre, su temi di reale interesse filosofico: sopprimendo la tecnologia nel suo universo, Herbert pone l'accento sui cambiamenti dell'umanità e delle istituzioni umane.
Non trascurabile, ma spesso poco riconosciuto, é anche l'impatto culturale fornito dall'opera. Herbert è un capace divulgatore di idee scientifiche a livello popolare. In Dune apre possibilità di confronti e di interesse su temi socio-biologici e politici innescando nel lettore un meccanismo di curiosità e ricerca di approfondimenti.
Infine, Dune è un opera mastodontica di costruzione di un mondo: rappresenta ,per la fantascienza, quello che The Lord of the Rings rappresenta per il genere fantasy. Per rendere vivo il suo universo, l'autore cura minuziosamente ogni aspetto, incluso glossari, note, citazioni documenti e storie .
Dune gli apre le strade per un ulteriore miglioramento della sua vita professionale: nel 1972 diventa lettore in studi interdisciplinari all'università di Washington e, nello stesso anno lavora come consulente ecologico in Vietnam e nel Pakistan. Nel 1973 si occupa anche di televisione nel ruolo di direttore della fotografia per lo spettacolo televisivo The Tillers.
Migliorata la sua situazione economica, tra gli anni settanta ed ottanta, viaggia dalle isole Hawaii e Washington; durante questo periodo scrive numerosi libri nei quali porta avanti i propri concetti ecologici e filosofici. Continua la saga di Dune con la pubblicazione di Dune Messiah, Children of Dune e God-Emperor of Dune. Inoltre, degni di nota sono The Dosadi Experiment, The Godmakers, The White Plague , The Jesus Incident, scritto con Bill Ransom, The Lazarus Effect e The Ascension Factor.
La produzione di Herbert successiva a Dune presenta, qualitativamente parlando, differenze notevoli e cambi di stile riportandolo, a tratti, alla letteratura ingenua dei primi racconti.
Libri come The Green Brain, The Saratoga Barrier e Hellstrom's Hive risentono della necessità di un'idea tecnologica di base come spunto per il racconto, mostrando un'involuzione di genere rispetto alla strada già tracciata dal sopraccitato capolavoro.
Anche Dune Messiah, il seguito di Dune, pubblicato nel 1969, non raggiunge i livelli stilistici e contenutistici del predecessore, benché risulti efficace come proseguimento della serie.
Children of Dune viene considerato troppo narrativo ed oscuro per raggiungere la gloria che gli spetterebbe. The Dosadi Experiment è un raffinato racconto di fantascienza, ma manca di profondità epica.
Il problema di alcuni fra questi insuccessi di critica, risiede nello stile narrativo di Herbert che risulta spesso asservito all'esposizione entusiastica di idee e teorie trascurando lo sviluppo della storia nella sua globalità.
Un esempio è God-Emperor of Dune che appare come un meraviglioso, ma incompleto sforzo creativo: cercando di sforzarsi sul perfezionamento della figura dell'immortale dio imperatore Leto, Herbert trascura lo sviluppo degli altri personaggi e, quasi inconsapevolmente, da vita ad una vicenda sottoposta alla valutazione di un unico punto di vista.
A ribadire la difficoltà e la profondità della letteratura di Malcolm Edwards nella 'Encyclopedia of Science Fiction" scrive:
"Much of FH's work makes difficult reading. His ideas were genuinely developed concepts, not merely decorative notions, but they were sometimes embodied in excessively complicated plots and articulated in prose which did not always match the level of thinking...His best novels, however, were the work of a speculative intellect with few rivals in modern sf."
Herbert stesso non si considera un artista o dotato di particolare talento, ma semplicemente uno scrittore:
'A man is a fool not to put everything he has, at any given moment, into what he is creating. You're there now doing the thing on paper. You're not killing the goose, you're just producing an egg. So I don't worry about inspiration, or anything like that. It's a matter of just sitting down and working. I have never had the problem of a writing block. I've heard about it. I've felt reluctant to write on some days, for whole weeks, or sometimes even longer. I'd much rather go fishing. for example. or go sharpen pencils, or go swimming, or what not. But, later, coming back and reading what I have produced, I am unable to detect the difference between what came easily and when I had to sit down and say, "Well, now it's writing time and now I'll write." There's no difference on paper between the two."
La pubblicazione degli ultimi due capitoli della serie, Heretics of Dune e Chapterhouse: Dune, coincide con la morte della moglie Bev alla quale dedicherà, nelle pagine conclusive della serie, una commovente elegia per essere stata una meravigliosa compagna di viaggio durante la vita.
Herbert si spegne all'età di 65 anni, nel 1986, nel Wisconsin, dopo quarant'anni di carriera come scrittore e giornalista.
Idee e tematiche
Frank Herbert usa la narrazione fantascientifica per esplorare complessi sistemi di idee riguardanti filosofia, religione, psicologia, politica ed ecologia. Si potrebbe riassumere affermando che la sua produzione rivela una particolare attenzione alla questione della sopravvivenza e dell'evoluzione umana.
I temi ricorrenti nei racconti e nei romanzi di Herbert possono essere riassunti schematicamente tramite alcuni punti chiave:
" Il concetto di governo, evidenziandone gli errori e i punti deboli: in special modo la tendenza schiavizzante degli esseri umani a seguire ciecamente leader carismatici.
" La necessità per l'uomo di dover pensare contemporaneamente in maniera sistematica anche nei riguardi di fenomeni a lungo termine.
" Le relazioni che intercorrono fra religione, politica e potere.
" Le possibilità relative all'espansione della coscienza e del subconscio umano.
" Le origini dell'equilibrio mentale e della follia. Herbert si interessò molto al lavoro di Thomas Szasz e dell''Anti-psichiatria".
" Gli effetti e le conseguenze determinate dall'alterazione della coscienza per opera di agenti chimici. La 'spezia" di Dune deriva da sperimentazioni di allucinogeni assunti in prima persona.
" L'influenza del linguaggio sulle percezioni. Herbert venne influenzato in modo particolare dal lavoro di Alfred Korzybski sulla 'General Semantics"
" La sociobiologia come rapporto fra le predisposizioni genetiche, le percezioni primordiali e la società dell'educazione schematica.
Possiamo concludere affermando che la fantascienza di Herbert si presenta in modo particolarmente nichilista: non espone soluzioni al problema delle vicende umane, ma cerca di creare motivi di riflessione. In uno dei suoi romanzi brevi, Godmakers, rileva che anche la stasi più perfetta non è mai una stasi completa e non è mai la perfezione. L'equilibrio è irraggiungibile e il caos è l'unica legge che governa l'universo e, in parte, l'uomo.
I tentativi di porre ordine riportano al disordine iniziale, così come, la lettura dei romanzi Herbert, partendo dall'intento di intrattenimento ed evasione, riporta il lettore con la mente alla realtà.
Dune Chronicles.
'Deep in the human unconscious is a pervasive need for a logical universe that makes sense.
But the real universe is always one step beyond logic." F-Herbert
L'intero universo bibliografico che racconta gli eventi e le vicende relative al 'mondo" di Dune è composto dai seguenti romanzi scritti da Frank Herbert:
" Dune (1965)
" Dune Messiah (1969)
" Children of Dune (1976)
" The God Emperor of Dune (1981)
" Heretics of Dune (1984)
" Chapterhouse: Dune (1985)
In tempi recenti Brian Herbert, figlio di Frank, assieme a Kevin J. Anderson ha dato alla luce nuovi romanzi legati al ciclo contenenti episodi cronologicamente precedenti al romanzo originale. Senza nulla togliere alla qualità di questi ultimi, nella mia trattazione mi occuperò prevalentemente del ciclo sopra riportato, definito dagli amanti 'Classic Dune"o "Dune Chronicles".
Va menzionata, al fine di una corretta analisi, l'esistenza di un testo, Dune Enciclopedia, compilato dal Dr. Willis McNelly ed edito nel 1984, che classifica personaggi, elementi ecologici, politici e sociali di Dune fornendo una sorta di 'vademecum" e un prezioso aiuto per lo studio dell'opera.
Dune
Nel ricreare un universo preciso e dettagliato l'autore fa poggiare la propria 'cattedrale fantastica" sulle fondamenta di un'idea poco originale, quasi da libro giallo, antica come la tradizione della tragedia: un omicidio a sfondo politico determina la perdita del potere da parte di un nobile; successivamente il figlio compirà la sua vendetta nei confronti dei carnefici del padre assassinato e tornerà a ristabilire l'ordine sconvolto. Proprio su questo nucleo fondamentale si sviluppa l'intreccio del primo dei sei romanzi, Dune appunto.
Paul Atreides è il figlio del Duca Leto, feudatario del pianeta Arrakis (Dune). Dopo l'assassinio del padre ad opera della casata rivale degli Harkonnen , guidata dal feroce Barone Vladimir, Paul riesce a trovare scampo fuggendo nel deserto con la madre, Lady Jessica, che porta nel ventre il secondogenito del defunto Duca. Lady Jessica appartiene alla sorellanza Bene Gesserit, un ordine femminile votato alle discipline mentali e al controllo delle stirpi genetiche, che da centinaia di generazioni cerca nelle famiglie nobiliari la linea genetica che possa dare vita allo 'Kwisatz Haderach" , leggendario messia in grado di impadronirsi del potere per gli scopi della sorellanza stessa. Paul e sua madre vengono trovati ed accettati dalla popolazione del deserto, i Fremen, da cui imparano gli usi ed i costumi tradizionali necessari per sopravvivere alla più totale mancanza d'acqua e a fronteggiare le imponenti tempeste e i giganteschi vermi delle sabbie nel deserto. Nel deserto Paul conosce anche l'esperienza della 'Spezia" ('The Spice") una droga prodotta esclusivamente dai vermi sacri (shai-hulud) di Dune. Questa droga rappresenta la moneta di scambio privilegiata dell'universo conosciuto in quanto, grazie al suo potere di allungare la vita e di fornire preveggenza, sta alla base di numerose attività di estrema importanza (la guida delle navi spaziali, la capacità di rivivere ricordi di generazioni passate da parte delle reverende madri Bene Gesserit e altre di minor rilievo). In seguito ad una cerimonia rituale Paul sperimenta la trance della droga da cui si risveglia con la consapevolezza di riuscire ad intravedere attraverso la fitta ragnatela dei futuri eventuali, tutto questo aggiunto alla sua educazione ed al suo addestramento, lo porta a diventare una sorta di capo militare e religioso dei Fremen che lo venerano come il leggendario profeta Muad'dib proveniente da un altro mondo. Egli accetta questo ruolo e guida i Fremen contro l'imperatore e gli Harkonnen pronti ad invadere Dune; una volta sconfitti i nemici, Paul si appropria del trono e sposa la figlia dell'imperatore Irulan, rifiutandosi, però, di consumare il matrimonio e rimanendo fedele a Chani, una fanciulla Fremen.
Dune Messiah
Dopo la distruzione della famiglia Harkonnen e l'ascesa al trono imperiale di Muad'dib inizia il racconto del secondo libro della saga fantascientifica. In dodici anni di guerre i Fremen hanno soggiogato i mondi della galassia ostili alla sovranita' di Paul, uccidendo ovunque in nome di quella guerra santa intravista nei suoi incubi preveggenti e così tanto temuta. Con i proventi dell'impero si da' inizio ad un programma ecologico per trasformare in giardino il deserto di Arrakis. Ma sia su Dune che nel resto dell'impero nascono correnti di potere ostili a Paul: le Bene Gesserit relegate in una posizione di secondaria importanza chiedono vendetta; la famiglia Corrino, casata del precedente imperatore, complotta per ritornare al vertice, e gli stessi Fremen che vedono la minaccia alle tradizioni insita nel piano ecologico. La congiura per distruggere Paul ruota sull'affetto che lo lega a Duncan Idaho, (capo della guardia del Duca Leto e morto per salvare Paul e Jessica) il cui corpo ora ospita una personalità artificiale ricreata dagli scienziati del pianeta Tleilax. Grazie alla prescienza e alla saggezza dello stesso Duncan che riscoprirà i suoi antichi ricordi, Paul riesce a sventare la trappola a suo danno a prezzo della sua vista e della sua compagna, Chani, che muore dando alla luce due gemelli. Secondo l'uso dei Fremen i ciechi vanno abbandonati nel deserto, così Paul si incammina nel deserto per morire lasciando la reggenza a sua sorella Alia che governa in nome dei gemelli.
In questo secondo capitolo, dunque, il protagonista si trova a dover fronteggiare la sua peggiore paura: quella di essere l'emblema religioso tramite il quale il popolo Fremen possa portare la propria guerra sanguinaria attraverso l'universo.
Dopo essere stato l'eroe indiscusso degli oppressi abitanti di Dune, Paul deve ora necessariamente provare sulla propria pelle cosa significa la gestione del potere e il mantenimento della propria identità di essere umano minacciata dalla posizione di semi-dio che si trova a ricoprire e che rappresenta un costante turbamento nei confronti dei suoi affetti e dei personaggi della sua corte.
Le sue capacità preveggenti non rappresentano più una sorta di "vantaggio" a dispetto di chi non le possiede, ma risultano essere una sorta di limitazione della libertà: egli, infatti, conoscendo ogni avvenimento del suo futuro ed avendo intravisto ogni possibile conseguenza delle proprie azioni, è imprigionato nella "noia" data dalla mancanza di sorprese o di avvenimenti non previsti; inoltre i Fremen "anziani", sebbene lo agognassero, iniziano a vedere con timore il cambiamento e l'aumento di umidità all'interno del pianeta.
Anche la sorella di Paul, Alia, ormai cresciuta si trova a vivere conflitti interiori molto profondi dovuti dati dalla derealizzazione vissuta dall'essere considerata una divinità in terra.
Alia, inoltre, a causa del rituale dell'agonia della spezia vissuto dalla madre incinta di lei, si trova ad essere una reverenda madre dotata di enormi conoscenze, ma di pochissimo controllo su come utilizzarle. La reverende madri del Bene Gesserit, infatti, devono all'agonia della spezia la loro capacità di mantenere i ricordi e le conoscenze di sorelle defunte, creando quindi una sorta di società dalla mentalità collettiva. Alia viene considerata potenzialmente una pericolosa "pre-nata" dalla sorellanza proprio per aver acquisito nel ventre materno tutti gli "altri ricordi" e la coscienza di esistere senza il controllo di una personalità già formata.
Rispetto al primo romanzo viene privilegiato il dialogo allo svolgersi dell'azione vera e propria. Paul si trova spesso a discutere con Duncan Idaho, un "ghola", in altre parole un clone di un suo vecchio amico riportato in vita dalle cellule del cadavere ed in grado di riappropriarsi dei ricordi della sua vita precedente. Durante le varie occasioni di confronto, Herbert, sviluppa per bocca di questi due personaggi concenzioni sottili rigurdanti i fenomeni della vita umana, la psiche umana e il potere: utilizzando riferimenti che vanno dal pensiero della filosofia greca spaziando attraverso le religioni del medio ed estremo oriente. Duncan Idaho è anche un modo per portare all'attenzione del lettore la possibilità scientifica, all'epoca della stesura del romanzo quasi fantascientifica, della clonazione umana. La popolazione chiamata Tleilaxu o Bene Tleilax provvede, infatti, le conoscenze scientifiche adatte allo scopo di riprodurre esseri umani morti da frammenti di dna cellulare e, quindi, di "sconfiggere" la mortalità. Nei romanzi successivi si porrà il problema etico strettamente collegato alla sofferenza della personalità dell' individuo "rinato" che sarà in grado di ricordare la morte subita prima di ogni rinascita.
Children of Dune
L'azione del terzo volume avviene nove anni dopo la scompara di Paul nel deserto che pone fine al "Messia". L'attenzione si sposta ora sui figli gemelli del defunto imperatore e sulla sorella Alia che, dalla morte del profeta, si è occupata di rafforzare la religione creata (o subita?) dallo stesso Paul, trasformandola in una burocrazia che minaccia di ridurre in schiavitù l'intera galassia. Contro di lei complottano i gemelli, Leto e Ghanima, anch'essi nella condizione di "pre-nati" come la stessa Alia, risvegliati, in altre parole, nel grembo materno con le memorie degli antenati.
I due figli di Paul, accortisi che la zia, non più in grado di controllare la massa di personalità presenti nella sua coscienza, si trova ad essere "posseduta" dalla persona del defunto e maligno barone Harkonnen, tentano di opporsi ai piani di conquista e di distruzione. Impazzita a causa della possessione Alia si ucciderà gettandosi dalla finestra della sala del trono.
Anche un misterioso predicatore cieco che viene dal deserto, che si scoprirà essere Paul sopravvissuto ma profondamente mutato, si scaglia contro Alia accusando la religone "di stato" di avere tradito il suo profeta.
Altre forze ostili a Dune e agli Atreides si uniscono per prevalere sul controllo della preziosa droga che da longevità e preveggenza: fra queste la casata di Corrino, la famiglia a cui apparteneva l'imperatore deposto da Paul, prepara una trappola mortale per i due gemelli. Infatti, il giovane Farad'n nipote della principessa Irulan, moglie di Paul, sarebbe il diretto successore in caso di morte prematura di Leto e Ghanima. Grazie ai suoi sogni prescienti Leto sventa il pericolo uccidendo le tigri mandate dai Corrino per eliminare lui e sua sorella e, sempre sotto l'influsso delle sue visioni si dirige nel deserto per affrontare il destino intravisto e rifiutato dal padre: nel deserto raccoglie e fa aderire al proprio corpo le "trote della sabbia", (la fase embrionale dei giganteschi vermi produttori di spezia) che diventeranno la sua nuova pelle, fornendogli l'invulnerabilità ed una forza sovrumana.
Le trote inizieranno una trasformazione del suo corpo mutandolo in una sorta di ibrido umano-verme invulnerabile e dalla conoscenza sconfinata. In questa particolare condizione, Leto prende il controllo dell'impero e del programma genetico del Bene Gesserit utilizzando la sorella come sorgente genetica della nuova generazione Atreides, inoltre, controllerà il traffico della spezia e il processo ecologico del pianeta guidando l'umanità attraverso millenni di un "sentiero dorato" di prosperità e ricchezza.
Questo terzo capitolo della serie pone come innovazione rispetto ai precedenti libri uno spostamento continuo del punto di vista, in altre parole non c'è un solo protagonista con personaggi di contorno, seppur rilevanti; i protagonisti sono molti e difficilmente un personaggio si troverà per due capitoli di seguito ad essere il protagonista. L'azione torna ad essere parte consistente nello sviluppo del romanzo.
The God-Emperor of Dune
Il quarto capitolo della saga non inizia esattamente dove finisce i figli di Dune, ma abbiamo un sostanziale salto in avanti nel tempo: circa tremila anni dagli eventi precedenti su un pianeta Dune ormai verdeggiante e fertile grazie al cambiamento ecologico.
Il libro è interamente incentrato sul personaggio ingombrante, in tutti i sensi, di Leto II, il figlio di Paul divenuto ibrido fra uomo e verme e indiscusso padrone della scena. Leto conosce ogni evento ancora prima accada, è in grado di ricordare cose successe fin dagli albori del genere umano e rappresenta l'unica persona importante all'interno dell'universo a tutto questo va aggiunto che, dopo l'estinzione dei vermi delle sabbie, è l'unico dispensatore di spezia; è letteralmente un Dio sceso in terra.
L'imperatore Dio regna come sovrano assoluto per millenni fino a quando Siona, una discendente Atreides, organizza il suo assassinio assieme a uno dei cloni di Duncan Idaho che ha accompagnato il "verme" nel corso della sua vita. Dopo la morte di Leto II parte del suo corpo di verme ritornerà a trasformarsi in trote della sabbia che renderanno, ancora una volta, deserto il pianeta Dune.
Togliendo quasi totalmente spazio all'azione, il libro è un insieme di dialoghi e di considerazioni sul potere e sull'animo umano. La necessità di Leto di fornire una "lezione" al genere umano di stabilità, di sostanziale mancanza di novità e cambiamenti, si scontra con la sua trasfigurazione fisica e lo struggimento del protagonista per non avere vissuto una vita propria. Leto chiama il suo regno e la sua missione "golden path", una sorta di pace assoluta e universale a cui però viene sottratto il naturale spirito vitale e di cambiamento proprio dello spirito dell'essere umano. Leto, in realtà, non ha un vero e proprio antagonista o una forza contrastante: è egli stesso che, grazie alle sue conoscenze, fornisce i mezzi e la forza all'umanità per liberarsi di lui e dalla sua schiavitù-pace. Gli altri personaggi rivestono un ruolo marginale e vengono usati per sottolineare la presenza forte e opprimente del protagonista.
Eretics of Dune
Tempo dopo la morte di Leto, ancora una volta l'ambiente di Dune (che ora si chiama Rakis) ha subito un cambiamento ecologico e climatico: la bellissima trasformazione che aveva portato il verde e l'acqua si è fermata e sta regredendo in favore del deserto e dei suoi vermi. E assieme ai mutamenti ecologici sono avvenuti profondi cambiamenti a livello sociale: dopo Leto è avvenuto il fenomeno della dispersione, ovvero enormi migrazioni di massa alla ricerca di nuove galassie e nuovi pianeti, dalla quale moltitudini di individui sono tornati con nuove e strane capacità e tecnologie innovative. Il fulcro delle contese rimane però sempre il controllo della spezia, a giocarselo, in particolare, vi sono vecchie conoscenze come il Bene Tleilax e l'immutato, negli eoni, Bene Gesserit.
Le consorelle Taraza ed Odrade, discendenti degli Atreides, sono le protagoniste del romanzo; saranno occupate a giocare una simbolica partita a scacchi fatta di sottili congetture politiche per il controllo di Rakis e di due bambini, una capace di dominare i vermi e l'altro l'ennesimo clone di Duncan Idaho con particolari capacità. Dall'altro lato del tavolo abbiamo le Matres Onorate, una sorellanza di donne abili e pericolose in grado di soggiogare l'umanità 'debole" con pratiche psico-erotiche. Alla fine pur di sfuggire alla loro ferocia, le Bene Gesserit dovranno cedere alla distruzione del pianeta Dune e fuggire nella galassia originaria della sorellanza con il giovane Idaho e la bambina che controlla i vermi creatori intenzionate a ricreare il ciclo della spezia.
Chapterhouse: Dune
Il sesto e ultimo episodio della saga continua direttamente dall'Armageddon di Dune e dalla fuga delle sorelle Bene Gesserit verso il pianeta della casa capitolare; gli unici resti dell'impero Atreides sono queste ultime consorelle, ultima sacca di resistenza contro l'enorme forza d'urto delle Matres Onorate intenzionate a eliminare la loro presenza. La reverenda madre Taraza è morta alla fine degli eventi precedenti per salvare Sheeana, la ragazza che controlla i vermi, quindi, Odrade ora si trova sola a dovere prendere decisioni importanti per evitare l'estinzione. Segretamente dovrà occuparsi anche del progetto di trasformare il pianeta Bene Gesserit in un nuovo Dune, grazie ad un verme trafugato prima della distruzione di Rakis, per dare il via ad un ulteriore ciclo biologico della produzione di spezia. Il romanzo chiude il ciclo e risolve il conflitto fra le sorelle e le "Matres" grazie al solito fitto intreccio di manovre e contromanovre politiche che porta ad una sorta di alleanza forzata delle due fazioni per garantire la sopravvivenza di entrambe.
La lettura di questi ultimi due romanzi si presenta piuttosto complessa ed è necessario prestare attenzione anche ai frequenti cambi di scena e di personaggi che possono disorientare e "far perdere il filo" della narrazione che assume un tono compassato, meditabondo e malinconico, quasi da "canto del cigno".
Sembra quasi che i protagonisti esibiscano in lunghe discussioni, una sorta di testamento all'approssimarsi della loro fine "letteraria", una sorta di redenzione prima del giorno del giudizio.
Genesi dell'opera.
"[...] Kynes passed a hard glare over the Duke and Paul, said: - Most of the desert natives here are a superstitious lot. Pay no attention to them. They mean no harm. - But he thought of the words of the legend: 'they will greet you HOLY WORDS and your gifts will a blessing' [...]"
L'opera di Frank Herbert è probabilmente una delle saghe di "fantascienza" più significative e complesse mai create e rappresenta l'apice del lavoro artistico dell'autore stesso. Il primo aspetto notevole del romanzo sta nella precisa collocazione e descrizione del mondo in cui si svolge l'azione: un mondo preciso, dettagliato in disposizione geografica, ecologia e cultura. Altri motivi che rendono affascinante la lettura di Dune sono riscontrabili nella descrizione e profondità dei personaggi, degli scontri "epici", dell'eroismo, degli intrighi e delle analisi politiche che danno vita ad una storia futuribile che sembra avere già avuto luogo.
Herbert trascorse la maggior parte della sua vita lavorando come giornalista, dimostrando un'acuta capacità di analisi critica ed un intenso interesse nei confronti delle scienze antropologiche e delle scienze sociali.
Lo stesso Herbert ricorda le idee e le motivazioni alla base del suo romanzo in un articolo apparso nel luglio del 1980 su Omni Magazine: realizzare un'opera che trattasse delle situazioni che periodicamente, all'interno della società umana, danno vita a fenomeni messianici e della pericolosità che i messia ed i "superuomini" rappresentano per la società stessa.
'I conceived of a long novel, the whole trilogy as one book about the messianic convulsions that periodically overtake us. Demagogues, fanatics, con-game artists, the innocent and the not-so-innocent bystanders-all were to have a part in the drama. This grows from my theory that superheroes are disastrous for humankind. Even if we find a real hero (whatever-or whoever-that may be), eventually fallible mortals take over the power structure that always comes into being around such a leader."
Già nel racconto Under Pressure, precedente a Dune, appare chiaro ed evidente il desiderio dell'autore di esprimersi su questo fronte della società umana e presenta l'embrione del romanzo seguente: il rifiuto di Ramsey, il protagonista del racconto, nei riguardi della psicologia paternalistica e l'analisi successiva delle relazioni di sottomissione dell'equipaggio nei confronti del comandante anticipa il motivo dell'adorazione del genere umano nei confronti di messia e superuomini.
Stabilito il tema fondamentale della narrazione Herbert si trova nella condizione di creare uno spazio più ampio rispetto al racconto originale: grazie alle sue competenze giornalistiche svolge ricerche e per anni raccoglie dati ed informazioni sulle origini e la storia delle religioni, analizzando la psicologia alla base dei miti messianici senza trascurare ingerenze antropologiche, filosofiche ed ecologiche.
Nel 1957, Herbert si trova a Florence in Oregon per scrivere un articolo, mai pubblicato, chiamato "They Stopped the Moving Sands", riguardante i metodi adottati dal ministero dell'agricoltura statunitense per arginare l'avanzate delle sabbie costiere e per limitare l'aggressione alle terre fertili da parte di zone desertiche; la riflessione sulla potenza della natura e sull'inevitabilità che la sabbia ricopra lentamente, ma inesorabilmente, grosse aree geografiche, fornisce allo scrittore l'immagine del pianeta completamente deserto come luogo ideale per ambientare l'epopea del suo messia; la durezza delle condizioni di vita sul pianeta e la conseguente necessità di adattamento da parte dell'uomo si pone in antitesi con il desiderio umano di esercitare potere sul destino e sull'ineluttabilità degli eventi.
La storia dell'umanità ha spesso dimostrato come condizioni di vita ostili possano essere fucina di fanatismi religiosi e prospettive profetiche. Ad un'analisi approfondita, infatti, il richiamo delle società umane nei confronti delle figure superomistiche è legato ad un'innata necessità di sicurezza ed equilibrio, messa costantemente in discussione da un universo mutevole.
Al crescente interesse per le problematiche di convivenza umana come aspetti strettamente legati all'ambiente in cui prendono vita, sussegue la creazione di un dettagliato scenario naturale, con una flora ed una fauna propria e con una popolazione indigena perseguitata in cerca di riscatto e di condizioni di vita migliori.
La popolazione dei Fremen, abitanti di Dune, è il distillato di quanto sia possibile riscontrare in ogni forma di integralismo religioso: cacciati nei deserti e pronti a combattere la propria "guerra santa" al seguito di un leader con caratteristiche divine, padroni di una forte identità culturale ignorata o derisa.
Una sorta di quintessenza di tutte le popolazioni che storicamente hanno subito lo stesso tipo di destino, dagli Indiani d'America ai nomadi del Nord Africa e della penisola mediorientale. I Fremen vengono relegati in regioni inospitali da un nemico straniero superiore in numero ed armamenti, la superba conoscenza del territorio e delle leggi di natura li rende un popolo fiero, forte ed esperto nelle tecniche di guerra.
Il prestito di elementi della cultura Araba, come si osserverà più approfonditamente in seguito, non si ferma al solo ambiente climatico e naturale, ma prosegue con l'integrazione di elementi linguistici e sociali propri di un codice d'onore con una forte connotazione di carattere fanatico religiosa: Paul, definito 'mahdi" dal popolo in lotta, chiama la sua visione di ribellione e guerra 'jihad" meditando sul terribile pericolo che essa comporta. L'universo islamico, a conti fatti, è stato da sempre il centro di continui movimenti di tipo mahdista e profetico: il più recente è rappresentato dal caso politico di T.E. Lawrence. Herbert osserva che se Lawrence fosse stato assassinato ad un punto cruciale del conflitto sarebbe diventato il nuovo 'avatar" della causa araba come Paul, anch'egli straniero integrato in una nuova cultura per sete di ambizione, lo diventerà per la causa Fremen.
D'altro canto il pianeta Dune e la relativa popolazione non sarebbero presi minimante in considerazione dal resto dell'umanità se non fossero i custodi di qualcosa di estremamente prezioso l'universo: da qui nasce l'invenzione della spezia come moneta di scambio privilegiata nei commerci interplanetari e come base per lo sviluppo tecnologico.
Il rovescio della medaglia è che l'esistenza della spezia è legata dalla mancanza di acqua, estremamente nociva per i vermi: ne consegue che il problema ecologico non sia facilmente risolvibile senza alterare pericolosi equilibri.
'All of this encapsulates the stuff of high drama, of entertainment-and I'm in the entertainment business first. It's all right to include a pot of message, but that's not the key ingredient of wide readership. Yes, there are analogs in Dune of today's events-corruption and bribery in the highest places, whole police forces lost to organized crime, regulatory agencies taken over by the people they are supposed to regulate. The scarce water of Dune is an exact analog of oil scarcity. CHOAM is OPEC."
Herbert utilizza il piano di rivoluzione ecologica per esemplificare le attese della popolazione Fremen e per motivare l'attesa spasmodica di rinnovamento sociale e ideologico.
Il simbolo di tutto questo è incarnato dall'eroe modellato dallo scrittore. L'eroe di Herbert è la sua espressione di profonde idee riguardanti la manipolazione del potere e la dinamica dei movimenti delle masse.
Al centro delle lotte per il potere l'autore pone una serie di intrighi e sotterfugi militari e politici da parte delle varie fazioni che compongono il sistema di reggenza del suo mondo. Alla base vi è una struttura di tipo feudale con l'icona imperiale come riferimento di conservazione e automantenimento dell'equilibrio economico e sociale; dall'altra le case feudatarie, fra cui spiccano Atreides e Harkonnen, che lottano per la conquista della corona con ogni strumento di forza attuabile. Le capacità coercitive mentali, di preveggenza e di profonda conoscenza del passato rappresentano elementi fondamentali e discriminante essenziale nella gara per la sopravvivenza del gruppo e del singolo individuo.
Sarebbe presuntuoso e fuori luogo affermare che il mondo creato da Herbert sia una rappresentazione completa delle complesse situazioni che si creano alla base delle logiche sociali della storia mondiale odierna, ma è altresì vero che possa fornire indicazioni su comportamenti riscontrabili in situazioni reali analoghe, tanto da impegnare il lettore oltre il semplice intrattenimento.
A giudizio dello stesso Herbert, infatti, gli spettatori iniziano ad agire solo quando stimolati a rendersi conto della propria condizione passiva.
Il pianeta Arrakis
L'autore colloca nel futuro dell'umanità attuale, o in uno dei suoi possibili, gli episodi di vita di Paul e delle famiglie feudatarie. Lo stesso Duca Leto Atreides fa risalire la propria stirpe agli Atridi della Grecia antica e,a conferma, nelle prime pagine della Dune Encyclopedia si può leggere la cronistoria degli avvenimenti umani ( A Cronology of Some Important Events in Human History ) partendo dagli imperi di Filippo ed Alessandro e finendo con la data ipotetica di stesura della enciclopedia stessa: 15540 After Guild (l'avvento della 'gilda spaziale" con i viaggi interplanetari rappresenta lo spartiacque della nuova civilizzazione). Tutto questo permette ad Herbert di utilizzare con estrema elasticità elementi antropologi, ambientali, sociali e culturali inventati o realmente presenti nella tradizione umana.
L'intero ciclo dei romanzi si propone di raccontare circa 4000 anni di 'storia umana".
Una determinata 'quantità" di ordine, la presenza di una particolare struttura è necessaria per poter comprendere ed interagire nel mondo sensibile; Herbert fornisce svariati livelli di impostazione strutturale.
La struttura di demarcazione temporale è una delle possibili chiavi di lettura della saga: il modificarsi delle situazioni politiche e i periodici impulsi rivoluzionari sono materiale di indubbio interesse e riflessione.
Se si parla di chiavi di lettura è necessario, però tenere in considerazione ulteriori prospettive: il rapporto fra l'ecologia del pianeta Arrakis, chiamato Dune dagli indigeni, e i suoi abitanti, diventa il sistema di esemplificazione delle relazioni che intercorrono fra gli altri aspetti della storia. L'uomo condiziona l'ambiente e ne e' a sua volta condizionato, le trasformazioni di un elemento hanno conseguenze a livelli differenti.
L'opera non si apre in maniera così immediata sull'ecologia, ma su colui che diventerà la prima figura di eroe protagonista della serie di romanzi. Eroe, la cui vita è sicuramente condizionata dal pianeta in cui andrà a vivere e che condizionerà in modo decisivo la vita sul e del pianeta.
Il riferimento immediato è in ogni caso l'individuo, o quantomeno una serie di individui attraverso gli occhi dei quali il lettore riceve la narrazione e le informazioni. Da questo presupposto, dunque, l'ecologia, sebbene importante, si limita ad essere la cornice ideale in cui situare gli avvenimenti degli attori, e non il cardine di sviluppo della vicenda.Volendo ricercare una posizione più equilibrata, possiamo dire che, in quest'ottica, uomini ed ecologia interagiscono fornendosi reciprocamente i limiti entro cui agire.
Per ottenere l'effetto voluto bisogna fare appello ad un anti-eroe, non un antagonista, ma una nuova figura di eroe, apparentemente passiva, la cui presenza lenta ma inesorabile provochi cambiamenti determinanti storia: ecco quindi che Arrakis, il pianeta delle dune, diventa l'anti-eroe perfetto.
Da questo punto di vista il discorso ecologico cambia e assume un'importanza maggiore: la teoria del caos alla quale costantemente ci si appella nel romanzo, secondo la quale nulla si può prevedere ne programmare, acquista un valore di legge a cui richiamarsi tutte le volte che l'uomo cerca di prevaricare sulla vita del pianeta.
Arrakis è quindi un punto di riferimento necessario per comprendere l'intera saga di Dune: un pianeta deserto dove le condizioni estreme permettono solo ai più forti di sopravvivere, ma allo stesso modo e' la sola e unica fonte della spezia che fornisce prescienza, longevità e capacità di compiere viaggi interstellari alla velocità della luce.
Solamente i Fremen, discendenti dei leggendari nomadi Zensunni, vagabondi di pianeta in pianeta fino a trovare rifugio nel più inospitale dei luoghi, hanno trovato una sorta di equilibrio con la natura circostante ed un modo per sfruttare il 'potere del deserto". Abili tecniche di recupero e riciclo dell'acqua, un codice di vita basato prevalentemente sulla piena coscienza del valore del prezioso elemento e il particolare rapporto messo in atto con i giganteschi vermi produttori di spezia sono testimonianza di come la mancanza di 'umidità" come fattore ambientale sia insieme effetto e causa del destino degli abitanti del pianeta. La natura è la base fisica e fisiologica di rappresentazione per tutti gli altri aspetti presenti in Dune. Il pianeta fornisce il sostentamento e le materie prime per l'individuo ma forgia allo stesso modo la sua personalità e il suo modo di vivere come la principessa Irulan, il 'narratore" di Dune spesso ricorda: 'God created Arrakis to train the faithful."
Il pragmatismo nella vita quotidiana dei Fremen è l'elemento più visibile. Le loro tute distillanti sono abiti formati da tubi e sacche che trattengono l'umidità contenuta nel corpo e negli escrementi umani allo scopo di distillarla e riciclarla per le permanenze nel deserto . La tuta distillante è un simbolo della cultura Fremen dettata dalla necessità: semplice, efficace a discapito dell'eleganza e degli orpelli. Accanto a questo va ricordato il loro enorme rispetto e timore per tutto cio' che concerne il deserto, dai pericoli alla preziosa spezia.
Manlove, nel suo saggio descrive Dune come una 'giant spice farm" ; gli indigeni la raccolgono per necessità mentre le case feudali per avidità e profitto, sebbene gli stessi Fremen siano costretti a venderne una parte per scopi commerciali atti al sostentamento basilare.
La dualità del verme produttore di spezia è molto significativa: egli rappresenta uno dei pochi esseri viventi in grado di sopravvivere al deserto e quindi rappresenta elemento fisico e ambientale, ma , allo stesso tempo e' venerato come simbolo di potenza divina e di eternità tipico della cultura religiosa animista.
Ower in Literary criticism of Dune descrive i vermi delle sabbie come una fonte immane di energia divina; grazie alla sua immane longevità ad un certo punto durante il romanzo si conquisterà il titolo di 'Father Time".
Il verme e' inoltre 'the maker" e i suoi denti 'death maker" vengono raccolti e forgiati a coltello come arma rituale dai guerrieri Fremen.
'...the fabled crysknife of Arrakis, the blade that had never been taken off the planet, and was known only by rumor and wild gossip."
'Knife, that's "Death Maker" in Chakobsa."
Per esseri considerati parte del mondo adulto i giovani delle tribù devono imparare a chiamare e cavalcare i 'creatori", come lo stesso Paul ha imparato a sue spese:
'I am a sandrider, Paul told himself.
He glanced down at the hooks in his left hand, thinking that he had only to shift those hooks down the curve of a maker's immense side to make the creature roll and turn, guiding it where he willed. He had seen it done. He had been helped up the side of a worm for a short ride in training. The captive worm could be ridden until it lay exhausted and quiescent upon the desert surface and a new maker must be summoned."
Su Dune lavora e diventa leader spirituale Liet-Kynes, un planetologo, esperto di geologia ed ecologia. Egli è il primo ad intuire i delicati equilibri del deserto: i vermi delle sabbie non vivono in presenza di umidità, l'acqua è un elemento letale per loro. Il sogno di trasformare Dune in un pianeta verde, migliorando le condizioni di sopravvivenza dei Fremen, si scontra con la certezza di eliminare la spezia dall'universo. E' un problema a lungo termine a cui Kynes non riesce a trovare soluzione; una volta innescato, il processo di cambiamento può essere rallentato, ma non fermato.
Paul lo accelera, il figlio, Leto II, lo completa. Durante questo percorso i Fremen perdono le loro abitudini e tradizioni con il progressivo aumento di acqua: l'economia dell'umidita' non e' piu' necessaria.
L'ecologia di Dune, quindi, comprensiva degli elementi sopra indicati fornisce a Herbert uno schema basilare, un terreno fertile su cui, nel corso dell'intera opera, seminare e vedere crescere una rigogliosa vegetazione di eventi e soggetti: una sorta di sistema ecologico di idee.
Fantascienza e tecnologia.
Presi in esame gli elementi basilari, che hanno permesso all'autore di sviluppare l'idea del romanzo ci si rende presto conto, fin dalle prime pagine, che essi non sono esclusivi, ma che vengono affiancati da numerose idee e concetti a volte esplicitati, piegati alle esigenze dell'intrattenimento o lasciati in sospeso durante lo svolgersi della narrazione.
Un'ingente quantità di concetti, indicazioni geografiche, personaggi e relazioni fornite fin dalle prime battute hanno lo scopo preciso di creare un effetto particolare di attesa e disorientamento agli occhi del lettore che necessariamente dovrà pazientare per conquistarsi il privilegio di accedere al mondo romanzesco e dei suoi risvolti di genere.
Herbert stesso, riguardo al suo primo romanzo, dice:
'It's a coital rhythm. Very slow pace, increasing all the way through. And when you get to the ending, I chopped it at a non-breaking point, so that the person reading skids out of the story, trailing bits of it with him."
La scelta di Herbert di utilizzare il romanzo, e non il saggio scientifico, come mezzo espositivo delle sue idee avviene per un atto volontario di rimozione: eliminando i legami storici e, in parte, quelli logici che fissano la nostra attenzione sul presente e sulle sue strutture, tenta di portare alla luce schemi comportamentali e sociali nascosti e viziati dalla nostra educazione di cittadini della tecnocrazia del ventesimo secolo.
Necessariamente, però, prima di addentrarci nell'analisi di genere della serie, e dei motivi per ci troviamo di fronte a narrativa ascrivibile al filone fantascientifico, e' necessario fornire, o tentare di fornire, una definizione di fantascienza per verificarne i punti in comune con l'oggetto in esame.
Dal momento stesso della nascita della fantascienza, o almeno dalla classificazione della stessa con un nome specifico ('scientifiction", diventato in seguito 'science fiction") nel 1926, uno dei motivi più appassionanti di discussione è stato proprio quello di attribuirgli una definizione di genere.
Purtroppo questa ambizione è diventata sempre più utopistica nel tempo. Infatti, se nel 1926 Hugo Gernsback, nell'editoriale del primo numero della prima rivista fantascientifica, Amazing Stories, poteva affermare che: 'Per "fantascienza" intendo storie alla Jules Verne, alla H.G. Wells, alla Edgar Allan Poe... romanzi affascinanti mescolati a fatti scientifici e visioni profetiche" , ponendosi come riferimento gran parte della produzione del fantastico pubblicata fino ad allora citando solo tre autori più rappresentativi, il genere, poco consono alla costrizione schematica, si e' reso progressivamente meno classificabile.
Lo scrittore Norman Spinrad ha dato una sua definizione pressoché tautologica che appariva fino a pochi anni fa una delle poche capaci di racchiudere tutto il genere, benché scarsamente esplicativa: 'Fantascienza è tutto ciò che viene pubblicato sotto il nome di fantascienza."
Anche spostando il problema dal punto di vista 'editoriale" e non dell'intenzionalità dell'autore, i fenomeni di commistione dei generi e della pubblicazione di titoli fantascientifici in collane di narrativa differenti hanno ridotto di molto la validità di questa affermazione.
Ponendo come riferimento della fantascienza la scienza stessa, negli anni quaranta, John Campbell, il più famoso direttore della rivista Analog , scriveva:
'Secondo il metodo scientifico una teoria non deve solo spiegare i fenomeni conosciuti, ma anche a predire quelli ancora da scoprire. La fantascienza cerca di fare la stessa cosa, e descrivere non solo gli sviluppi della tecnica, ma anche della società umana".
A ribaltare questa affermazione ci pensa Arthur Clarke per il quale:"una tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia".
In conclusione, per non addentrarci nel terreno accidentato di ulteriori definizioni che si basano sulle intenzioni e non sull'argomento, poniamo, come punti fermi di ricerca, i motivi dominati della tecnologia, dell'evoluzione umana e dell'atmosfera di mistero ed inquietudine legata ad essi.
Analizzando in profondità Dune ci si accorge che l'elemento fantascientifico inteso come rapporto di paura e di aspettativa per l'inatteso tecnologico, non e' rappresentato sotto forma di automi o di 'macchine" costruite dall'intelletto umano, ma dalle capacità psichiche e mentali sviluppate dal genere umano in seguito al rifiuto di protesi tecnologiche per la mente; una sorta di rifiuto della macchina e della presunzione che essa possa fornire controllo sulla realtà, una negazione dello strumento, dell'attrezzo, come presupposto fondamentale per l'evoluzione.
In '2001:A Space Odyssey" , di A.Clarke , il momento in cui gli antenati dell'umanità iniziano ad usare artefatti è il presupposto per il quale l'essere umano smetta di essere vinto dall'ambiente, diventando elemento attivo nel realizzare modelli materiali e strutturali concreti per sopperire alle necessità reali.
Questa prospettiva mentale ha come risvolto quello di mostrare il mondo sensibile come un insieme di oggetti e risorse utili allo sviluppo dei progetti umani. Senza dubbio questa visione presuppone una sorta di celata arroganza: il potere di creare grazie alla padronanza di certi strumenti fortifica il sentimento di dominio sopra ogni aspetto del reale. Non risulta sorprendente quindi, che la rivolta a questo atteggiamento abbia spesso una matrice di tipo religioso, per la quale il creato appartenga ad entità sovrannaturali e che sia popolato di esseri e di simboli di straordinaria potenza e spiritualità, non da una semplice collezione di oggetti.
Infatti, la jihad butleriana , avvenuta secoli prima degli avvenimenti citati in Dune ha dato vita ad una grande rivolta mirata a sradicare la blasfemia umana propria della pratica di creare 'macchine pensanti". Il comandamento principe della rivolta, unito ad una sorta di corrente religiosa diffusa per tutto l'impero, legifera: 'Thou shalt not make a machine in the likeness of human mind" . La rivolta da quindi vita ad una società totalmente guidata dalle abilità umane, rifiutando artefatti tecnologici complessi.
Il pericolo più grave della tecnologia, come lo stesso Paul intuisce durante il suo regno, risiede nella prospettiva in cui l'utilizzatore si pone nei confronti dello strumento: un lama può essere uno strumento efficace per preparare un pasto, ma può essere letale se usato come arma.
Nel romanzo Limbo di Bernard Wolfe viene proposta una situazione paradossale, ma efficace, per chiarire il concetto che la tecnologia non è di per se neutrale, ma deve essere necessariamente accompagnata da un sistema di valori etici. I protagonisti del romanzo si sottopongono a mutilazione volontaria degli arti, sostituendoli con protesi meccaniche eiettabili dal corpo con la presunzione che, eliminando la possibilità materiale dell'uomo di manipolare il mondo fisico circostante, possa venire a mancare anche la possibilità di esercitare violenza; il corpo privato di braccia e gambe dovrebbe rappresentare il simbolo di pace universale e di abbandono della volontà di sopraffazione, ma, l'autore stesso osserva che le protesi 'eliminabili a piacere" prevedono l'atto cosciente di privarsene e che quindi non sono altro che ulteriori variazioni di armi da guerra.
Un analoga situazione si trova in Dune: la realizzazione della rivolta nei confronti delle intelligenze artificiali, atta ad eliminare la corruzione della natura umana e a riportarne i veri valori in auge, non raggiunge lo scopo di eliminare il desiderio di esercitare potere e controllo da parte delle corporazioni elitarie.
Un esempio chiaro è la sorellanza Bene Gesserit.
Nella scena di apertura del primo romanzo un Paul poco più che adolescente viene testato da una misteriosa donna per verificare se egli e' umano o animale. L'ago intriso di veleno del 'gom jabbar" gli viene appoggiato al collo mentre la voce della donna gli ordina di infilare la mano in una scatola di dolore ad induzione nervosa. 'This is the only rule" gli intima, 'keep your hand in the box and live. Withdraw it and die" . Questa è l'iniziazione della sorellanza Bene Gesserit, una setta semi segreta di donne devote alla manipolazione di politica e religione.
Grazie alle Bene Gesserit Herbert può sperimentare il ruolo della psiche e del subconscio.
In sostanza queste vestali del potere imparano ad osservare minuziosamente le componenti comportamentali dell'individuo e a giocare con le debolezze dell'incoscio; il loro potere, applicato a gruppi ed individui, è in grado di influenzare pesantemente le decisioni morali e politiche.
Una tecnica di conoscenza riconducibile a quella che i fenomenologisti chiamerebbero 'intenzionalità della percezione" basata sull'interiorità e sulla consapevolezza di se stessi, affinché si possa diventare padroni della propria percezione.
L'esempio più incredibile delle capacità della sorellanza è espresso nell'enorme arma della 'Voice": tramite l'espressione vocale sono in grado di emettere ordini ai quali le persone, non iniziate, non sono in grado di controbattere facendo leva su istinti reconditi di risposta a determinati stimoli.
Consapevoli dell'immaturità complessiva del genere umano, costituiscono un programma di selezione genetica per creare un 'mostro" psichico in grado di catechizzare i popoli utilizzando l'educazione come indottrinamento e creando un'aspettativa di miti religiosi alla quale fornire un'adeguata soluzione.
Lo stratagemma della Missionaria Protectiva , inviata a inoculare profezie e proseliti nei luoghi osservati come terreno fertile di credenze religiose e superstizioni, rappresenta un ulteriore passo verso il raggiungimento del loro obbiettivo finale: la Missionaria introduce su Arrakis il culto dei vermi delle sabbie e il sentore profetico della venuta del salvatore al fine di spianare il sentiero a quello di loro fabbricazione.
La sorellanza e' in grado quindi, di ridisegnare una parte della storia: una soluzione tecnologica, non nel senso di applicazione di mezzi tecnologici, ma nella visione della storia stessa e della stirpe umana come oggetti, come pedoni nel gioco di scacchi galattico sul quale il Bene Gesserit esercita completo controllo o, per lo meno, ne ha la convinzione.
Nella scena finale del romanzo Fine dell'Eternità di Asimov il protagonista prende coscienza di una certezza che fino a quel momento appariva terrificante e impensabile: l'impossibilita' di controllare gli eventi, l'esistenza del caso, dell'imprevisto e dell'errore nella natura umana .
Basato su uno dei temi classici della narrativa fantascientifica, il viaggio nel tempo, il romanzo narra di un gruppo di navigatori temporali che, alterando piccole porzioni del flusso della storia, creano nuove realtà con lo scopo di tutelare l'esistenza e il progresso del genere umano. La presunzione di possedere la chiave per lo sviluppo di una società eterne cade di fronte all'impossibilità di valutare le conseguenze di un'azione a lungo termine e quindi di prevenire ogni margine di cambiamento possibile.
Nell'universo di Dune, dove la spezia fornisce preveggenza degli eventi futuri, memoria di quelli passati e permette ai viaggiatori spaziali di viaggiare alla velocità della luce, avvertendo i pericoli del percorso prima di incontrarli, il controllo sui cambiamenti sembra a portata di mano.
Il planetologo Kynes, solo ed in punto di morte nel deserto del pianeta Arrakis, giunge alla medesima conclusione anticipata da Asimov. Rapito ed abbandonato dalle truppe Harkonnen sulla superficie del deserto, in preda alla disidratazione e con il timore di divenire cibo per i vermi, comprende che l'arrivo imprevisto di Paul su Arrakis avrebbe cambiato i modi ed i tempi della delicata trasformazione ecologica del volto del pianeta, rompendo l'equilibrio della spezia. Un attimo prima di spirare rivede l'ombra del padre che gli dice che per la gente non c'è catastrofe peggiore che finire nelle braccia di un eroe. Il messia Paul è il fattore imprevisto.
Asimov fornisce anche lo spunto e il termine di paragone, per la creazione del profeta inaspettato e per le alchimiste genetiche del Bene Gesserit, nella sua Trilogia della Fondazione .
La trilogia è ambientata durante un impero galattico in procinto di sgretolarsi, in questo contesto il protagonista, Han Seldon, uno 'psychohistorian" analizza con precisione matematica le forze e i moventi che agiscono sulle masse di popolazione e può predire esattamente ciò che succederà a distanza di centinaia e migliaia di anni nel futuro. Con questo metodo statistico istituisce la 'Fondazione" con l'intento di portare ordine nell'universo. I suoi piani hanno successo fino a quando non nasce 'the mule", un mutante dotato di poteri empatici, completamente imprevisto da Seldon, poichè le sue teorie sulle dinamiche di massa non tenevano in conto dell'eccezione individuale.
Herbert utilizza la stessa situazione del classico di Asimov, ma ne rovescia la posizione dell'eroe: in Asimov l'eroe e la 'Foundation" in Dune e' 'The Mule" .
La nascita stessa di Paul è uno spiacevole imprevisto per i piani del Bene Gesserit: la madre Jessica, contravvenendo agli ordini della sorellanza, dà alla luce un figlio maschio per fornire un erede al Duca Leto, anticipando di una generazione la realizzazione del progetto genetico 'kwisatz Haderach". Il progetto sfugge dalle mani delle consorelle e Paul acquista autonomia di controllo.
Anche la comunione orgiastica e visionaria con la spezia appare avere dei limiti: il profeta Paul è l'essere più intimamente legato alla visione di chiaroveggenza, ma questa chiaroveggenza non e' sicura ne stabile, solo contingente. Ciò che è chiaro in un preciso istante può essere celato successivamente e viceversa. La sua prospettiva incompleta è composta da una serie di possibilità, da rapporti causa-effetto, ma questa ragnatela di combinazioni, per quanto fitta, lascia spiragli al caso, all'incidente e all'imprevisto.
La ragnatela è altresì una trappola psichica per il veggente: lo stesso Paul spiega che, per chi non la possiede, la previsione del futuro sembra la soluzione per vincere alla lotteria o per trovare un tesoro sepolto; in realtà essa imprigiona in una percezione del tempo su piani paralleli, un continuo deja-vu di scelte già compiute. Il trovare l'imprevisto sarà per lui fonte di sollievo da un'esistenza imprigionata nella noia. Giunto alla fine della sua visione dirà:
'I think I tried to invent life, not realizing it'd already been invented ["]
["] If you need something to worship, then worship life--all life, every last crawling bit of it! We're all in this beauty together! "
A questo punto si può dedurre che la fantascienza nel lavoro di Herbert non e' legata ad androidi umanizzati ed intelligenze artificiali creati allo scopo di evidenziare difetti e limiti dell'essere umano, né tantomeno a descrizioni e interpretazioni di paradossi di leggi fisiche, ma dalla psiche della razza 'homo sapiens" che, per quanto guidata verso l'iperconoscenza e addestrata al perfezionamento non cela la propria naturale fallibilità.
L'ispirazione dei concetti riguardanti l'importanza del linguaggio nella creazione dell'inconscio umano, del pensiero e del comportamento é facilmente riconducibile alla disciplina della semantica generale, molto diffusa nell'America degli anni trenta e studiata da Herbert nel periodo antecedente la stesura del primo romanzo della serie; lo studio della semantica ha, inoltre fornito la concretezza e una base scientifica alla possibilità di addestrare gli esseri umani in maniera mirata al recupero delle conoscenze primordiali.
L'ibridazione di questi concetti, collegati alla diffusione delle pratiche Yoga e Zen e ad altre discipline di consapevolezza del linguaggio non verbale, mostrano una profondità di concettualizzazione letteraria veramente notevole, tale da dare l'illusione al lettore che il raggiungimento di determinati stati di coscienza sia realmente attuabile, nonostante si pongano in contrasto con la prospettiva scientifica.
Dune: l'eroe e la sua nemesi.
Ricercando in un'enciclopedia alla voce eroe si trova la seguente definizione: termine che, nel suo senso generale, indica ogni personalità superiore agli uomini per qualità fisiche e morali, quindi un essere a metà fra uomo e dio e partecipe della natura di entrambi, al quale vengono attribuite imprese prodigiose e che e' oggetto di culto. Una seconda definizione riporta che: eroe è colui che sa lottare con eccezionale coraggio e generosità fino al cosciente sacrificio di sé per una ragione o un ideale ritenuto valido o giusto. Questa precisazione sposta il nostro punto di vista dall'archetipo classico ad un tipo d'eroe che probabilmente sentiamo più vicino al pensiero moderno, che è uno dei primi eroi che abbiamo imparato a conoscere nella storia della letteratura: l'Eroe Tragico, simbolo primo dell'uomo civile occidentale, che deve i suoi natali alla tragedia greca.
L'eroe, individuato nella sua personalità tragica, è decisamene qualcosa in più rispetto all'archetipo primitivo: è l'uomo che comprende che nulla è stabile e nulla può durare, e in virtù di questa sua nuova conoscenza individua i suoi limiti con la quiete necessaria che lo porterà oltre gli stessi.
Nell'universo di Herbert non vi è una gerarchia divina, tipica del mito greco, alla quale fare riferimento per stabilire i caratteri propri della figura eroica. In Dune il sentimento religioso è un mezzo, utilizzato dai gruppi di potere, per il controllo delle masse. I profeti e le divinità vengono costruite ad hoc per fornire un punto debole, per creare un gioco di aspettative al quale rispondere in modo politico.
Resta il fatto che nell'intera saga di Dune sono presenti due figure di straordinaria rilevanza per avere caratteristiche riconducibili all'ideale di eroe e superuomo: Paul Mud'dib Atreides e il figlio Leto II, l'imperatore-dio.
Entrambe forniscono allo scrittore il modo per esprimere efficacemente le teorie sociali delle periodiche rivoluzioni messianiche nella società umana; sono, inoltre, lo specchio dei pericoli catastrofici cui sono sottoposte le società in cui vige il culto della persona e l'adorazione religiosa per un leader, propri dei regimi totalitari ed integralisti .
Il primo dei due personaggi, Paul, protagonista dei primi tre libri della saga, viene presentato immediatamente al lettore, fin dalle prime pagine, come un ragazzo fori dal comune. E' un ragazzo molto serio, e prende coscienza rapidamente delle problematiche politiche ed economiche delle famiglie e dell'Impero, a dispetto dei suoi quindici anni d'età ; i compagni di giochi sono cortigiani che lo istruiscono e lo addestrano nell'arte del combattimento e delle strategie militari.
Gli Atreides stessi, intesi come famiglia e quindi come stirpe genetica, hanno sviluppato in modo particolare la mentalità guerriera degli strateghi arrivando a concepire una sorta di linguaggio codificato di comunicazione corporea per fornire ordini in battaglia. Il padre di Paul è descritto come un uomo estremamente intelligente e dotato di una mente particolarmente arguta per gli affari di stato. La mente del Duca Leto si arrovella continuamente su possibilità realizzabili, sui rapporti di amicizia o inimicizia di chi incontra e sul grado di convenienza nello stringere legami, rapporti ed alleanze.
La madre Jessica fornisce a Paul l'insegnamento tipico di un'adepta dell'ordine Bene Gesserit, sviluppando in lui straordinarie doti percettive e di controllo sulle reazioni fisiche ed emotive. I suoi tutori lo educano ad avere l'impostazione al ragionamento logico propria della scuola dei Mentat , in altre parole, di computer umani in grado di svolgere operazioni complesse e di vagliare enormi quantità di dati al fine di ottenere prospetti probabilistici.
Tutto insomma lascia presupporre che Paul sia un individuo dotato di particolari abilità: la sua capacità di percezione raffinata e sottile,soprattutto nei confronti del dettaglio, pone Paul e la sua consapevolezza in una posizione di mancata identificazione nei confronti del lettore. Il lettore segue l'evoluzione di Paul in modo distaccato, d'altronde l'intero sistema di personaggi nel libro è costruito sulla base della trasformazione di Paul in tutto quello che diventerà in seguito.
I Fremen vogliono il messia che li conduca alla liberazione e al rinnovamento ecologico, la sorellanza ricerca il super burattino per garantire i propri scopi e la madre Jessica vede nel figlio lo strumento di vendetta nei confronti della famiglia Harkonnen e dell'impero artefici della morte del Duca Leto. Per questo motivo Paul diventa il tramite con cui Herbert riesce, analizzando i singoli personaggi, a delineare un punto di riferimento ed una critica nei confronti di tutti gli attori della vicenda che hanno contribuito a trasformarlo in ciò che diventerà, e dunque per tutti coloro che invece di mirare al suo stato e di competere, hanno preferito scaricare su di lui le proprie responsabilità ed aspettative.
La definizione d'eroe in senso stretto non è quindi totalmente valida. Paul non è l'"eroe" in assoluto, non a causa delle particolari abilità che lo spingono oltre i limiti umani in senso fisico e mentale; sono in molti ad avere risorse analoghe. Paul è il saggio tra i saggi, non lo stereotipo dell'eroe che emerge rispetto alla folla: ogni personaggio, in Dune, è in qualche maniera consapevole dell'evoluzione degli avvenimenti.
Joseph Campbell nell'"Eroe dai mille volti" definisce l'eroe come colui che si sottomette volontariamente al proprio destino; il problema è ora riuscire a capire quanto Paul sia artefice del proprio destino e quanto, invece, ne sia vittima.
Alcuni fatti che caratterizzano le sue vicende appaiono dimostrare quanto Paul sia solamente un elemento nello sviluppo di decisioni indipendenti dalla sua volontà: una pedina del grande gioco come chiunque altro.
Anzitutto egli è il prodotto, sebbene imprevisto, del programma di allevamento genetico del Bene Gesserit, quindi, il suo patrimonio genetico non è un evento casuale. Il trasferimento della famiglia Atreides su Arrakis, con l'incarico di nuovi reggenti del feudo, avviene per richiesta dell'imperatore: la reverenda Madre Gaius Helen Mohiam, veridica e consigliera dell'imperatore, quindi, crea i presupposti per i quali Paul si trovi in contatto con la Spezia e il popolo Fremen.
Una volta diventato imperatore Paul si rende conto della pericolosità della sua deificazione e della guerra santa che porterà alla distruzione di miliardi di vite e di pianeti, ma, anche in quel frangente la necessità dell'azione gli impedisce di dar voce ai suoi sentimenti per modificare gli eventi.
Come già visto in precedenza, inoltre, le sue conoscenze di veggente intrappolano il suo futuro in ipotesi già verificate ed inevitabili; sul finire della sua avventura cerca il modo di interrompere questa terribile visione, non grazie ad una soluzione concreta, ma fuggendo nel deserto per morire. Salvato da un gruppo di Fremen ritorna nella città di Arrakeen, capitale di Dune, nelle vesti di un predicatore, ancora una volta costretto ad agire in un determinato modo in ottemperanza a ciò che il fato lo obbliga a fare.
In Dune Messiah il "Face Dancer" Scytale descrive i turbamenti emotivi che possono avere spezzato la psiche di Paul facendo riferimento al tentativo, fallito, di creare uno "Kwisatz Haderach" ad opera della razza a cui appartiene, i Telilaxu:
"A creature who has spent his life creating one particular representation of his selfdom will die rather than become the antithesis of that representation."
Nei panni del messia diventa estremamente difficile scegliere una determinata direzione per la propria vita, consapevole del fatto che le circostanze lo distolgono dal proposito e che la preveggenza presenta dei limiti. Paul fallisce nel misurarsi con queste difficoltà: egli è eroe-vittima delle debolezze umane, uno Kwisatz Haderach mancato.
Durante il dialogo con la madre e la Reverenda madre Mohiam, all'inizio del romanzo dopo la prova della scatola del dolore, Paul realizza che il "Kwisatz haderach" sarà un "gom jabbar" umano, uno strumento per testare la reale natura dell'umanità', il limite fra l'istinto e la razionalità.
Il regno di Paul riporta un certo ordine all'interno dell'impero fino a quando il rifiuto della sua visione e il caos provocato dalla reggenza della sorella Alia, dopo la sua scomparsa, non peggiorano in modo drammatico gli eventi.
Il figlio, Leto II, si spinge verso lo spaventoso futuro che il padre ha visto: diventare un "gom jabbar" vivente.
Herbert dedica un intero libro alla figura dell'imperatore-dio: un libro praticamente privo di azione, ma ricco di riflessioni riguardanti la necessità del cambiamento e l'impossibilita' di soluzioni definitive ai problemi umani.
Leto II, ancora bambino, fonde il suo corpo con quello dei vermi di Dune diventando un ibrido dalla potenza fisica enorme; inoltre egli è in grado di rievocare, come le Bene Gesserit, ogni singolo ricordo dei propri antenati unitamente alla capacità di avere una visione chiara degli avvenimenti futuri. Perdendo la sua umanità diventa il tiranno dell'universo e pianifica quello che chiama il "Golden Path", ossia, oltre tre millenni di forzata stabilità, nei quali egli lentamente rimuove tutte le cause che hanno portato l'universo allo sbando.
Interrompe le guerre per il controllo della spezia, trasformando Dune in un pianeta verdeggiante, con la morte di tutti i vermi e diventa l'unico dispensatore di spezia per tutte le fazioni che la richiedono.
Prende il controllo del programma genetico Bene Gesserit al fine di produrre esseri umani con nuove abilità, fra le quali, la possibilità di rendersi invisibili ai veggenti. Sebbene li condanni pubblicamente, permette che alcuni gruppi sviluppino artefatti tecnologici, con l'intento di creare astronavi guidate da cervelli elettronici al posto dei potenti navigatori della Gilda Spaziale.
Come ci si aspetta da ogni dittatore, Leto, fa riscrivere la storia. Uccide gli storici che dissentono dal suo punto di vista e scrive una mole incredibile di dissertazioni storiche sotto vari pseudonimi, ma permette alle Bene Gesserit e alle loro "Other Memories" di sopravvivere, affinché il loro bagaglio storico possa essere messo in contraddizione con i suoi scritti.
Leto II vuole impartire una lezione all'umanità', "a lesson their bones would remember" : utilizzando il suo esercito di "fish speakers" esercita repressione sui focolai di resistenza preparando gli abitanti dell'impero alla Dispersione. Questa azione repressiva ha lo scopo di stimolare un'ancora piu' profonda avversione all'asservimento, sviluppando nell'umanità' gli anticorpi necessari a rompere le strutture di potere del vecchio impero in favore dell'evoluzione e della diversificazione.
La reverenda madre Mohiam nel primo libro della saga ricorda a Jessica e al lettore gli equilibri imperiali:
"(...) the Imperial Household balanced against the Federated Great Houses of the Landsraad, and between them the Guild with its damnable monopoly on interstellar transport. In politics, the tripod is the most unstable of all structures. It's be bad enough without the complication of a feudal trade culture which turns its back on most science."
La presenza della spezia in questi equilibri rappresenta l'elemento destabilizzatore dell'intera struttura; il regno di Leto II destabilizza anch'esso il sistema, ma in maniera estremamente radicale e controllata, per rendere possibile la costruzione di una struttura migliore o, per lo meno, differente.
L'idea già citata di "sistema ecologico di idee" offerto da Herbert, non solo come mera metafora è efficace in relazione a Leto II ed evidenziata da questo scambio di battute fra l'imperatore-dio e il suo cortigiano Moneo:
"(Moneo) "Lord, have you no improvement of the human stock in mind?"
Leto glared down at him, thinking: If I use the key word now will he understand? Perhaps...
"I am a predator, Moneo."
"Pred..." Moneo broke off and shook his head. He knew the meaning of the word, he thought, but the word itself shocked him. Was the God Emperor joking?
"Predator, Lord?"
"The predator improves the stock."
"How can this be, Lord? You do not hate us."
"You disappoint me, Moneo. The predator does not hate its prey."
"Predators kill, Lord."
"I kill but I do not hate. Prey assuages hunger. Prey is good."
(...)
"For what do you hunger, Lord?" Moneo ventured.
"For a humankind which can make truly long-term decisions. Do you know the key to that ability, Moneo?"
"You have said it many times, Lord. It is the ability to change your mind."
Leto II è un predatore. Il suo intento è di rimuovere le debolezze degli uomini "animali" e permettere il rinnovamento del sistema, adattandosi alla progressione dei tempi per rendere consapevoli gli abitanti dell'universo della necessità del cambiamento. Leto II raggiunge il suo scopo quando la sua selezione porta alla nascita del movimento di ribellione che lo ucciderà rendendo l'uomo libero dalla sua presenza e dalla sua visione.
Sebbene dotato di poteri sovrumani e simbolo dell'incarnazione del dio-verme shai-hulud, nemmeno Leto II è un eroe nel senso classico del termine. Herbert lo utilizza per i suoi scopi di analisi sociale ed evolutiva, ed egli stesso è conscio del fatto di non essere un salvatore, ma uno strumento atto a salvare l'umanità' da essa stessa.
Struttura e linguaggio.
Herbert utilizza la forma narrativa del romanzo come strumento per l'esposizione di idee e soggetti che potrebbero facilmente essere materiale saggistico e di approfondimento culturale. L'intento principale è quello di fornire spunti di riflessione al lettore, e di coinvolgerlo ad un livello più ampio rispetto alla trama e agli eventi descritti. Attraverso l'utilizzo dell'espediente del narratore onnisciente non intende celare nulla ma impone una particolare gradualità nell'evolversi della conoscenza delle informazioni. Si potrebbe definire questo criterio descrittivo come proprio degli stilemi classici dei libri gialli e detective stories dove viene lasciato ampio spazio alla fantasia in ricerca si dettagli sulla conclusione .
Con l'intento di fornire elementi propri del romanzo storico a suffragio della veridicità della vicenda, l'inizio di ogni capitolo e' preceduto da citazioni, estratte da enciclopedie redatte da storici e studiosi vissuti a posteriori rispetto alla dinastia Atreides, che delineano una sorta di cornice introduttiva agli avvenimenti .
Queste citazioni, solenni e formali, fanno parte di una serie di opere scritte dalla moglie ufficiale di Paul Muad'dib, la principessa Irulan della dinastia imperiale dei Corrino ed hanno lo scopo di mettere in luce alcuni passaggi della vita del marito come profeta e messia. La scelta dei capitoli da evidenziare in realtà non avviene direttamente per mano di Irulan, ma sotto stretto controllo di tutte le organizzazioni e le famiglie (Corrino, Choam, la gilda spaziale, il Landsraad e le Bene Gesserit) che tentano di rivalutare la propria posizioni agli occhi dei posteri dopo aver perso il potere e il controllo sull'universo. Una forma di strumentalizzazione della figura di Muad'dib al fine di apparire vittime di un destino ineluttabile.
Il primo volume, preso in esame come esempio di stile di tutta la serie, viene suddiviso dallo stesso autore in tre libri o macrosequenze nelle quali e' riscontrabile una differenza, una sorta di crescendo semantico proporzionato alla sventura che colpisce la famiglia Atreides rispetto al sorgere del potere Fremen.
Nel primo libro vengono valutati, grazie ai dialoghi ed ai monologhi interiori dei personaggi, gli equilibri e le mancanze proprie dell'impero accentuando una certa preferenza per la visione messa in luce dai componenti della fazione dei buoni Atreides a discapito della famiglia rivale.
I vari gruppi di interesse espongono le proprie teorie sulla dottrina politica e militare: la faida millenaria ci propone il Barone Harkonnen intento a valutare i rischi legati alle infrazioni del codice d'onore feudale e cavalleresco che contraddistingue i regolamenti di conti di offese e vendette .
Atmosfera questa che riporta alla mente i simboli tipici del poema cavalleresco classico e dei romanzi di cappa e spada, denunciati dalla stessa struttura di tipo feudale che regola la società di Dune.
In ambito di linguaggio paramilitare e di codici segreti appare di notevole interesse l'utilizzo di forme di linguaggio antiche, di espressioni verbali e non verbali, da parte della sorellanza Bene Gesserit che si appropria di espedienti spionistici e di comunicazione corporea atti alla realizzazione di scopi reconditi.
Nel secondo libro gli Atreides, sopravvissuti nel sietch tribale dei Fremen, devono fare i conti con antiche tradizioni e forti simbologie religiose intrise di naturalistica primitività. I Fremen vantano anch'essi una rigida organizzazione militare molto spartana dettata dall'esigenza di sopravvivere e legata a riti ancestrali di forza e comunità spirituale .
Anche qui l'interesse dell'autore è posto sulla cura semantica rispetto a cambiamenti lirici veri e propri. Il protagonista, nel suo cammino verso la sovrapposizione della sua natura umana alla figura di messiah, avvicina il lettore alla cultura Fremen integrandosi gradualmente e avverte il terribile peso delle responsabilità che l'integralismo religioso comporta; analizza, osserva e diventa il modello di eroe vittima delle convulsioni messianiche ipotizzate da Herbert: non reale fautore del suo ruolo, ma sfocio naturale di presupposti inevitabili.
Nel terzo libro Paul diventa capo spirituale e guida verso la rinascita Fremen a tutti gli effetti: il suo pensiero diventa il pensiero delle tribù la sua figura diventa immagine di vita e di morte solamente l'unione fisica con il dio-verme, che verrà compiuta dal figlio Leto II, non gli permette di ascendere al ruolo di divinità. Paul emana un forte senso di potere unitamente alla sete di vendetta, nei confronti del Barone, che lo porterà alla conquista finale.
Nel complesso l'opera, come detto in precedenza, non presenta particolari sbalzi linguistici rimanendo in bilico su tre principali stili narrativi: il discorso diretto, quello indiretto del dialogo fra i personaggi e quello proprio del pensiero o monologo interiore del personaggio.
Ogni grado e diversificazione di stile aggiunge un frammento di consapevolezza nella comprensione e nelle informazioni ignote.
Lo stile descrittivo prevede una visione obiettiva nei confronti della trama: descrive i fatti e assume un tono quasi scientifico nel momento in cui e necessario esprimere elementi di fisica, biologia ed ecologia.
Il monologo interiore del testo, riconoscibile formalmente dal carattere corsivo, viene utilizzato in maniera leggermente diversa dall'ortodossia classica del romanzo: non trascrive esclusivamente i pensieri del personaggio scelto come punto di vista nel preciso momento dell'azione, ma svolge quasi una funzione didascalica, accentuando i concetti che possano permettere una comprensione via via più corretta dei fatti. Una sorta di dimostrazione di come la coscienza del personaggio si risvegli a registrare l'accaduto.
Nell'ambito delle risorse stilistiche e' riscontrabile una forma narrativa che attua una correlazione fra i pensieri di un personaggio (al tempo presente, in prima persona singolare), l'espressione di tali pensieri, la reazione non verbale di altri personaggi ed un'ulteriore verbalizzazione da parte di uno degli altri attori in causa. Una sorta di ipotetica catena mente-azione-pensiero-mente(verbalizzazione). In sostanza una personalizzazione dell'erlebte Rede (o discorso indiretto libero) proprio del romanzo classico.
Non vi è la presunzione di inventare forme espressive nuove, ma di ibridarne assieme molteplici creando effetti particolari di narrazione e comunicazione.
Una esempio chiarificatore di queste interrelazioni può essere riscontrato nella scena della cena all'arrivo della famiglia Atreides su Arrakis organizzata per conoscere le personalità e la cultura locale dove i discorsi dei personaggi, all'apparenza generici vertono sulla semantica tipica di Dune: ecologia e religione.
Herbert, benché narratore onnisciente, crea un dualismo fra la scena reale e la visione prospettica che ne ha Jessica attraverso le sue raffinate capacità percettive.
All'inizio della scena Jessica annuncia, quasi ingenuamente l'intenzione del Duca Leto di trasformare Arrakis in un paradiso verdeggiante e umido:
"My Lord, the Duke, and I have other plans for our conservatory" Jessica said. She smiled at Leto. "We intend to keep it, certainly, but only to hold it in trust for the people of Arrakis. It is our dream that someday the climate of Arrakis may be changed sufficiently to grow such plants anywhere in the open" .
Kynes il platenologo, responsabile del progetto ecologico e leader spirituale Fremen, da parte sua interpreta la frase dal punto di vista di chi ha aspettative messianiche nei confornti di Paul, mentre la frase non ha lo stesso effetto su chi non vede possibile la realizzazione del sogno Fremen.
'Kynes' thoughts were overwhelmed at last by the words of prophecy: "AND THEY WILL SHARE YOUR MOST PRECIOUS DREAM!" He spoke directly to Jessica: "Do you bring the shortening of the way?". "Ah, doctor Kynes" the water-shipper said. "You've come in tramping around with your mobs of Freman. How gracious of you". Kynes passed an unreadable glance across Bewt, said: "It is said in the desert that possession of water in great amount can inflict a man with fatal care- lesssness".
They have many strange saying in the desert", Bewt said, but his voice betrayed uneasiness. Jessica crossed to Leto, slipper her hand under his arm to gain a moment in which to calm herself, Kynes had said: '... the shortening of the way'. In the old tongue, the phrase translated as 'Kwisatz Haderach'. The planetologist's odd question seemed to have gone unnoticed by the others, and now Kynes was bending over one of the consort women, listening to a low-voiced coquetry.
KWISATZ HADERACH, Jessica thought. DID OUR MISSIONARIA PROTECTIVA PLANT THAT LEGEND HERE, TOO? The thought fanned her secret hope for Paul. HE COULD BE THE KWISATZ HADERACH. HE COULD BE."
Il soggetto generico della conversazione, l'ecologia di Dune, sottintende un argomento proprio della cultura Fremen tra Kynes e Jessica, lo Kwisatz Haderach. In questo senso abbiamo un esempio del discorso quasi-diretto che più volte ricorre nel testo. Jessica afferma l'intenzione di stravolgere l'ecologia di Dune. Kynes interpreta la frase tramite un registro semantico incomprensibile dalla comunità estranea, ossia secondo i dettami della profezia. Non potendo parlare apertamente di profezia, cerca delle conferme con una domanda esplicita ma ambigua: "Do you bring the shortening of the way?".
Da un punto di vista ecologico (che in questo contesto è quello esplicito, condiviso da tutti), la frase viene tradotta in: "Porti i mezzi per realizzare la trasformazione ecologica velocemente?". Da un punto di vista religioso (che in questo contesto viene condiviso solo da Kynes e Jessica, e sospettato da Leto), la frase viene tradotta in: "Sei la madre dello Kwisatz Haderach?".
L'intervento di Bewt scioglie la tensione generale. Bewt è un commerciante d'acqua, non può quindi vedere in positivo la trasformazione ecologica di Dune, andrebbe contro i propri interessi. Non ha inoltre, evidentemente, una conoscenza tale da individuare nelle parole di Kynes un sotteso religioso.
Comunque, Kynes con la sua affermazione ottiene una reazione emotiva in Jessica, la quale, malgrado il suo addestramento speciale, a fatica si controlla. Una volta ripreso il controllo, pensa alle parole di Kynes, e quindi verbalizza nei suoi pensieri ciò che crede di aver capito dalla domanda di Kynes.
Questa scena diventa quindi paradigmatica del fatto che in Dune non è il testo che determina il contesto, ma, al contrario, tutta la produzione linguistica e metalinguistica, verbale e non verbale grazie alla quale si alterna la vicenda.
"PLANS, WHITHIN PLANS, WHITHIN PLANS. Jessica thought. HAVE WE BECOME PART OF SOMEONE ELSE'S PLAN NOW? ", dice Jessica quasi ad espicitare la complessità di una trama che si svolge per piani dentro piani e a diversi livelli narrativi.
A complemento dell'analisi testuale va ricordato che in Dune, in virtù della tradizione del romanzo cavalleresco, troviamo anche una dimensione poetica; le canzoni del menestrello di corte che, accompagnandosi col Baliset , sottolinea gioie e angosce dei personaggi:
"I remember salt smoke from a beach fire
And shadows under the pines
Solid, clean . . . fixed
Seagulls perched at the tip of land,
White upon green . . .
And a wind comes through the pines
To sway the shadows;
The seagulls spread their wings,
Lift
And fill the sky with screeches.
And I hear the wind
Blowing across our beach,
And the surf,
And I see that our fire
Has scorched the seaweed ."