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Dune: l'idea - Tesi di Laurea di Silvia Bernardini

Dune, l'idea

                                              di Silvia Bernardini

"To the people whose labours go

beyond ideas into the realm of 'real

materials' - to the dry-land ecologist,

whever they may be, in whatever time

they work, this effort at prediction is

dedicated in humility and admiration."

(Frank Herbert)

La complessità dell'opera di Dune rispecchia sicuramente la complessità delle idee del suo autore. Dune è un romanzo (il primo di sei) che raccoglie in sé romanticismo, filosofia, ecologia, politica, religione e tutta una serie di elementi correlati che si intersecano a più livelli, mischiati in una visione futuribile così reale da sembrare storia già accaduta.

Ripensando alle origini di Dune, lo stesso Herbert affermò che tutto cominciò con un concetto: scrivere un romanzo sulle convulsioni messianiche che periodicamente si verificano nelle società umane1 Come scrittore, anche se non troppo conosciuto, aveva già raccolto una serie di dati su più tematiche, e questo perché tutte le sue idee provenivano sostanzialmente dalle sue ricerche2.

Herbert, da buon giornalista, si documentava ampiamente su ciò che andava ad affrontare. Il problema era trovare una forma narrativa che gli permettesse di spaziare tra le varie argomentazioni, senza creare scompensi in chi leggeva. In questo senso una ambientazione fantascientifica era l'ideale. Dune si concretizzò nella sua mente intorno al 1957, dopo una ricerca per un giornale di Florence, Oregon: si trattava di un breve scritto circa un progetto governativo sul controllo delle dune del deserto. Il programma utilizzava un approccio al problema di tipo ecologico piuttosto che ingegneristico, ed ebbe un buon successo in molti paesi3. Herbert stesso restò affascinato dalle dune del deserto: trovava irresistibile il modo in cui si muovevano, seppellendo strade, case e, in certe occasioni, città intere. Egli vedeva la drammaticità del tentativo di controllare le dune piantando vegetazione particolare, piuttosto che costruendo muri o barriere4.

L'interesse per l'ecologia del deserto e la voglia di esprimersi a lungo su questa tematica, lo portò a trovare la sua soluzione narrativa. Lasciò quindi per un attimo la trattatistica da parte, e iniziò a creare un mondo nuovo. Immaginò un intero pianeta deserto, per aver modo di poter esplorare ciò che fino ad allora l'aveva affascinato, sul quale cercare delle possibili soluzioni per impostare un ciclo vitale ecologico che si autosostenesse. L'aridità del pianeta che Herbert chiamò Arrakis - il pianeta delle dune - è il risultato di una trasformazione evolutiva portata dalle stesse forme di vita sviluppatesi sul pianeta. L'ecologia di Dune risulta quindi essere strettamente legata all'intero sistema sul quale il pianeta è costruito, non solo a effetti isolati. L'ambientazione desertica ostile, notò Herbert nelle sue ricerche, era il terreno ideale per la nascita delle idee religiose. La storia del Giudaismo dimostra come le condizioni ambientali pessime possano creare delle condizioni ottime per la creazione di anticipazioni religiose; e l'Islam ce ne dà una conferma5. Questo dava modo a Herbert di inserire nel suo tema ecologico le problematiche messianiche che originariamente lo avevano stimolato.

Dune diventa quindi non solo un pianeta con forme di vita proprie, ma un pianeta abitato anche da una popolazione umana, i Fremen; come gli Ebrei, i Fremen di Arrakis sono stati perseguitati a lungo, e alla fine cacciati nel deserto; come gli Arabi, sono pronti a definire la loro identità culturale e religiosa alla chiamata del loro leader, e a combattere la Guerra Santa per conquistare la loro terra promessa. Per anni Herbert andò alla ricerca delle origini e della storia della religione, cercando di capire la psicologia degli individui che si sottomettono volontariamente alla forza di un mito messianico. I Fremen del deserto sono appunto il risultato di queste sue ricerche: sono il risultato di un insieme di culture che hanno dei tratti comuni, come il vivere in regioni inospitali, essere cacciati da nemici superiori solo per numero ed armamenti, avere una loro religione ed una loro saggezza popolare non condivisibile con altri6. Il deserto quindi è la loro patria e loro vi si muovono abilmente, perché ormai ne conoscono i pericoli e le insidie. Inoltre il deserto costituisce una vera e propria fonte economica per l'intero Impero Galattico: infatti nel deserto si trova una preziosa spezia (il Melange), le cui proprietà costituiscono una delle più costose comodità dell'Impero. Herbert inventa la spezia attraverso una serie di idee e di riflessioni: coloro che vivono in un ambiente estremamente disagevole (a parte coloro che lo fanno per libera scelta) devono avere qualcosa che li renda importanti, qualcosa talmente di valore che li trattenga sul posto malgrado le ostilità. Questo era il risultato del suo studio sulla psicologia di chi vive in un ambiente del quale non può controllare le circostanze, ma solo adattarvisi7.

La spezia conduce più addentro nel problema ecologico: essa infatti è prodotta dai vermi della sabbia. Questa forma di vita si sviluppa dalle "trote della sabbia", animali per i quali l'acqua è velenosa; il prosciugamento del pianeta quindi è sicuramente imputabile anche a questo. Ma per cambiare l'ecologia di Arrakis, non basta eliminare i vermi: senza vermi non ci sarebbe più spezia, e inoltre i vermi sono la fonte principale che produce ossigeno (e non dimentichiamo che Arrakis è un pianeta privo di vegetazione). I vermi quindi sono importanti tanto quanto la spezia, tanto quanto l'acqua.

Il 70% di un corpo umano è fatto di acqua: Herbert non dimentica certo un fatto biologicamente così importante. I veri abitanti del deserto hanno sicuramente delle caratteristiche somatiche e fisiche tipiche di chi vive rischiando giorno per giorno la morte per disidratazione, però hanno a disposizione delle tute particolari che raccolgono tutti gli umori del corpo e li riciclano ricavandone acqua potabile8. Anche questo è indicativo di come Herbert cerchi la soluzione del problema nel problema stesso: l'idea non è quella di inventare un'altra acqua, o di portare acqua da altre fonti, ma è quella di attivare un sistema che permetta di utilizzare ciò che già esiste, autosostenendosi9.

A questo punto Herbert sceglie il suo eroe: Paul Atreides. Paul non è un profeta, ma è un messia con ben più di un sogno visionario a cui ispirarsi. Nel prendere a cuore la causa dei Fremen, e quindi la trasformazione ecologica di Arrakis, Paul ha anche presente i propri scopi personali, che sono legati principalmente a fattori politici, economici e sociali. La storia dell'eroe di Dune, in un certo senso, è simile a quella di Lawrence d'Arabia10: uno straniero che va in una terra straniera ed alimentando certe credenze religiose riesce a raggiungere i suoi obiettivi personali. Un eroe per Herbert era necessario. Egli aveva delle grandi idee circa la psicologia, la manipolazione del potere, le dinamiche dei movimenti di massa. In Paul, Herbert trova il mezzo per esplorare non solo questi fattori, ma anche per approfondire quelle dinamiche che portano alla creazione di un supereroe11.

L'ambientazione sociale che Herbert trova più adatta allo sviluppo della sua storia è quella feudale. Secondo Herbert, il feudalesimo è la naturale condizione nella quale gli uomini scivolano; una condizione nella quale alcuni uomini guidano, mentre altri (che non possono o non vogliono prendersi responsabilità) si fanno guidare12. Le forze che si contendono il potere dell'Impero, in questa struttura feudale e paramilitare, sono diverse. Da una parte abbiamo un Imperatore che cerca di mantenere il sistema economico in equilibrio, appoggiando in maniera più o meno segreta le Grandi Case della sua Corte. Dall'altra ci sono invece due Grandi Case che emergono sulle altre, gli Atreides e gli Harkonnen, che lottano per ottenere il trono. Ma non è una lotta a carte scoperte: è un sottile gioco di intrighi e sotterfugi, per evitare di rompere i già fragili equilibri economici e politici. In questo sistema, Herbert introduce un ulteriore elemento: la sua voglia di analizzare il ruolo dell'inconscio nelle cose umane ed il potenziale che questo può avere, lo porta alla creazione di una sorellanza, il Bene Gesserit, una organizzazione semi-segreta di donne devote ai programmi di manipolazione genetica e politica.

Le Bene Gesserit hanno. imparato a conoscersi, a capirsi e a controllare i loro riflessi, mentre le persone normali tendono semplicemente a reagire agli stimoli esterni senza sapere perché rispondono e perché proprio in un determinato modo. In più hanno raffinato l'abilità di percepire ed intera-gire con il debole inconscio di altri, assumendone il controllo. La loro potenza nell'influire sul corso della politica dipende quasi interamente da questa abilità, applicate sia al singolo che al gruppo. La fonte di questa abilità è una sostanza direttamente correlata con la spezia di Arrakis, che permette alle Reverende Madri di scavare nel profondo della loro coscienza e di trovarvi accumulata la saggezza del passato13. Ma la spezia è anche la fonte di un gas particolare, che permette a talune creature che vi si annullano, di trasportare nello spazio tutto ciò che vogliono, annullando il tempo. Si tratta dei navigatori della Gilda Spaziale che si occupano dei trasporti di merci e di persone da un sistema all'altro dell'Impero Galattico14. La vera abilità di Herbert consiste nell'aver legato così tanti elementi in maniera armonica e non forzata, utilizzandoli non come semplici elementi narrativi, ma progredendo in uno studio costante per ottenere delle conclusioni realistiche.

L'idea non è quella di ricreare un mondo simile a quello conosciuto, attra-verso una storia futuribile, ma è piuttosto quella di mettere a fuoco determinate tematiche attuali, agendo sulla coscienza dei lettori. Per Herbert, infatti, la scrittura deve sì divertire, ma deve anche e soprattutto aiutare a riflettere, dare degli stimoli affinché il lettore non si limiti ad assistere in maniera passiva agli avvenimenti15. Perché Herbert, in fondo, è convinto di vivere in un mondo di spettatori16 che riusciranno a muoversi solo nel momento in cui si renderanno conto di essere passivi.

N O T E

1 Recalling the original of Dune, Herbert says: "It began with a concept: to do a long novel about messianic convulsion which periodically inflict themselves on human societies. I had this idea that superheroes were disastrous for humans". (Trad. a cura dell'autrice: Richiamando le origini di Dune, Herbert dice: "Tutto cominciò con un concetto: scrivere un romanzo circa le convulsioni messianiche che periodicamente si impon-gono sulle società umane. Io avevo quest'idea, cioè che i supereroi fosse-ro disastrosi per l'umanità"). Da: Timothy O'Reilly, Frank Herbert, Ungar Publishing Co., New York 1981, cap.3.

2 W.F.Touponce, Frank Herbert, Twayne Publishers, Boston 1989, cap.1.

3 "I had to much for an article and far too for a short story. So I didn't know really what I had an enormous amount of data and avenues shooting off at all angles to get more... I finally saw that I had something enormously interesting going for me about the ecology of deserts, and it was, for a science fiction writer anyway, an easy step from that to think: What if I had an entire planet that was desert?" ("Avevo troppo per un articolo e ancor di più per un racconto breve. Così non sapevo bene come impostare tutta quella enormità di dati e non facevo altro che raccoglierne di più... E finalmente ho visto che avevo qualcosa di estremamente interessante che faceva per me relativamente all'ecologia del deserto, e questo era, per uno scrittore di fantascienza come me, un facile percorso dall'idea al pensiero: Cosa potrei attuare se avessi a disposizione un intero pianeta deserto?"). Da: T.O'Reilly, Frank Herbert, op.cit., p.39.

4 W.F.Touponce, Frank Herbert, op.cit., p.12.

5 T.O'Reilly, Frank Herbert, op.cit., p.42.

6 T.O'Reilly, Frank Herbert, op.cit., p.41.

7 "It is vital... that you never lose sight of one fact: the Fremen were a desert people whose entire ancestry was accustomed to hostile landscape. Mysticism isn't difficult when you survive each moment by surmonting open hostility". ("E' vitale... che non venga mai perso di vista un fatto: i Fremen erano un popolo del deserto la cui totale educazione fin dai primissimi tempi era incentrata sulla sopravvivenza in un ambiente ostile. Il misticismo cresce in maniera naturale quando si sopravvive ogni momento superando le ostilità"). Da: T.O'Reilly, Frank Herbert, op.cit., p.44.

8 "It's basically a micro-sandwich - a high efficiently filter and a heat-exchange system... The skin contact layers' porous. Perspiration passes through it, having cooled the body (...) near normal evaporation process. The next two layers (...) include heat-exchange filaments and salt precipitators'. Salt's reclaimed". ("E' sostanzialmente un micro-sandwich, un filtro ad alta efficienza abbinato ad un sistema di scambio di calore... La pelle è a contatto con uno strato poroso. La perspirazione passa attraverso lo strato, mantenendo fresco il corpo (...) evitando il normale processo di evaporazione dell'acqua. Gli altri due strati (...) includono filamenti per lo scambio di calore e precipitatori salini. Il sale è impor-tante"). Da: Frank Herbert, Dune, New English Library, 1985, p.132. W.E.McNelly, The Dune Encyclopedia, Berkley Books, New York 1984, voce: Stillsuit, p.480.

9 T.O'Reilly, Frank Herbert, op.cit., p.53.

10 Ibidem, p.43.

11 Ibidem, p.57.

12 W.F.Touponce, Frank Herbert, op. cit., p.15.

13 Ibidem, p.18. T.O'Reilly, Frank Herbert, op. cit., p.40.

14 W.E.McNelly, The Dune Encyclopedia, op.cit., voce: Spacing Guild, p.461.

15 W.F. Touponce, Frank Herbert, op.cit., p,15. T.O'Reilly, Frank Herbert, op.cit., p.23.

16 "If you want to get anything across, you have to be entertaining first. If you start standing on a street corner, people will tune you out. We human beings tend to have very good filter systems in our heads to see and hear only what we want see. But analogues give you a marvelous device for getting past the screening system, because people can be caught up in the drama of the story, be deep into the problems of it. Then later on, much later on, they say: - Oh, my God, he was talking about this! - and they come out of its with a brand new view of what's happening in their world". ("Se vuoi ottenere qualcosa, devi prima di tutto intrattenere. Se cominci fermandoti ad ogni angolo di strada, la gente si abituerà. Gli esseri umani tendono ad avere degli ottimi filtri naturali nella loro testa in modo da sentire e vedere solo ciò che vogliono. Ma analogamente questo garantisce un meraviglioso meccanismo di selezione, perché la gente può essere catturata dal prosieguo della storia, e farsene assorbire profondamente. Poi, più tardi, molto più tardi, qualcuno dirà: - Oddio, ma si stava parlando di questo! - e ci si accorgerà del nuovo punto di vista dal quale si può guardare ciò che avviene nel mondo"). Da: T.O'Reilly, Frank Herbert, op.cit., p.8.

  

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Biografia di Silvia Bernardini

SILVIA BERNARDINI (Bergamo, 1968) inizia giovanissima ad occuparsi di fantascienza. Al termine degli studi al liceo linguistico sperimentale "F.Lussana" di Bergamo, sceglie come argomento-cardine di discussione per la maturità, Dune e la fantascienza americana. La passione per il romanzo di Frank Herbert non l'abbandona neanche quando si iscrive all'Università di Urbino, facoltà di Magistero, corso di laurea in lingue e letterature straniere. Si laurea infatti con una tesi su Dune, conseguendo una votazione di 110/110. Tra un esame universitario e l'altro, trova il tempo per coltivare i suoi hobbies: sports di squadra (calcetto e pallavolo), la musica lirica e la fantascienza (galeotto fu Viaggio allucinante di Asimov). Nel '92 inizia a collaborare con la rivista amatoriale Baliset, per la quale ha scritto brani di saggistica, il testo di un fumetto ed alcuni racconti. E' attualmente iscritta alla facoltà di Sociologia di Trento e non ha assolutamente l'intenzione di abbandonare la fantascienza, anzi!