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Half-Life
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BoBoBorg
Schiavo
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 Post Posted: 04 Set 2007 - 10:37     Post subject: Post subject: Half-Life

Atto 1: Conseguenze impreviste

Capitolo 1: Nuovo anno

Mi faceva male la testa, troppa birra, troppo casino, troppo tardi: un'orgia senza precedenti alla festa di capodanno, ed era così ogni anno.
Ogni anno alla fine dell'anno il dott. Wallace Breen (direttore generale del Black Mesa Research Facility, nonchè grande figlio di puttana) organizzava una festicciola di proporzioni epiche tra scienziati e guardie di sicurezza. Roba che non ci credi finchè non la vivi. Birra a fiumi come se piovesse, musica metal a volumi altissimi avevano messo a tappeto quasi tutti i partecipanti, me compreso.
Non avevo sentito le prime 4 suonate della sveglia, anche se l'incrementale mi destò dal sonno inquieto alla 5 sonata. Non capivo un cazzo, la testa mi faceva troppo male, al punto di prendere un aspirina ed ingoiarla a secco. Fu lì che mi accorsi che erano ormai passati 30m, ero in ritardo pazzesco. Mi catapultai a vestirmi: camice bianco, giacca e cravatta, come in un ospedale, per curare i pazienti; ma qui non stiamo curando malati, stiamo lavorando per migliorare l'umanità, almeno così pensavo io...
Raggiunsi di volata il treno sopraelevato che collegava tutte le zone di Black Mesa, come una metropolitana in una città sotterranea. Era vuoto, questo non era orario di partenza, tutti erano già ai loro posti, tutti tranne me. Come in un film, mi passarono davanti tutti gli ambienti di stoccaggio e lavorazione antecedenti i laboratori sperimentali, coi loro assegnati; attori di un inconsapevole sceneggiato che sarebbe presto sfociato nel dramma più reale: dal comico al tragico.
I minuti passavano inesorabili aumentando il ritardo nello stesso modo in cui la pioggia riempe una pozzanghera che, almeno nel mio caso, non straboccherà. Un intera ora, con questo ritardo arrivai all'ingresso dei laboratori sperimentali del livello C, dove ad accogliermi c'era una guardia che conoscevo bene, fin troppo bene.
<Heilà Gordon! brutta nottata eh?> Barney Calhoum, corpo di sicurezza di Black Mesa, altro attore protagonista dell'ormai prossimo sceneggiato.


Last edited by BoBoBorg on 14 Set 2007 - 09:43 ; edited 1 time in total
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BoBoBorg
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 Post Posted: 08 Set 2007 - 11:25     Post subject:

<Mi gira le testa> risposi massaggiandomi il cranio, non avrebbe riscosso alcun risultato, ma per autoconvinzione mi sentivo già meglio.
<Pure a me> disse sommesso Barney, mentre la porta del treno si apriva lentamente <però il Capo mi ha dato un paio di antidolorifici, non vuole avere personale affetto da un qualsiasi disturbo> Era vero, Bill 'Payle' Patterson era un barile di lardo promosso 3 anni fa al rango di Responsabile della Sicurezza; era bravo, intelligente ed un ottimo tiratore, il lavoro perfetto per lui, che doveva limitarsi a stare dietro una scrivania.
<Io no, dopo l'overdose dell'altro ieri ho deciso di smettere di impasticcarmi per un po'>
<Bah, cazzi tuoi> e sorrise.
Sorrisi anche io, mentre lo seguivo all'immensa porta che segnava l'igresso ai laboratori C/117, Sezione Analisi Materiali Anomali. Barney andò alla console, digitò un sequenza di numeri con lentezza e precisione e la porta iniziò ad aprirsi.
Era del tipo a chiusura stagna, quelle per impedire a qualcosa (o qualcuno) di entrare o uscire: due enormi barre ai piedi della porta che enevano fissa si ritrassero nel muro; e così fece anche la porta, scivolando come fosse intimorita nel vano della parete.
<Vuoi venire dentro?> feci a Barney scherzando <stiamo per fare un esperimento fighissimo e rischiosissimo, se ti va di vederlo...> mi scappava da ridere.
<Ma vaffanculo vai!> fece Barney ridendo <al massimo brindiamo dopo, ti offro un birra.> mi stava sfottendo.
Feci per replicare pesantemente, ma le porte si stavano richiudendo. Entrai, le porte si richiusero. Avvertivo una leggera claustrofobia, anche se non ne ero del tutto affetto, un impulso di prendere a pugni le porte per chiedere (urlare) di uscire. Mi trattenni saggiamente dal farlo, anche se le mani mi formicolavano. Fu in quel momento che provai la Teoria della Relatività: 'Il tempo varia dalle condizioni dell'osservatore', nel mio caso era la percezione di esso; infatti rimasi chiuso lì dentro per pochi secondi, che a me sembravano ore, come se il normale flusso dell'eternità si fosse rallentato per farmi un dispetto.
Stavo per bestemmiare contro lo spazio-tempo quando il portone a chiusura magnetica davanti a me iniziò la procedura di apertura: lo stesso procedimento di prima, solo che in quel caso il tempo giocò a mio favore, e prima che potessi ringraziarlo mi trovai davanti ad uno scienziato, magro e non troppo alto, occhialuto e dalla crapa pelata alla Francescana.
<E' in ritardo Dr. Freeman!> disse freddo e palesemente incazzato, mi stava squadrando dall'alto al basso, trovai la cosa irritante.
<Lo so> feci calmo <Ma se lei fosse venuto alla festa ieri sera, saprebbe in che condizioni mi trovo adesso> il bastardo infatti non era venuto
<NON lo posso e NON lo voglio sapere!> fece scaldandosi <Siamo in una installazione scientifica per lavorare e NON in una discoteca per cazzeggiare! Grazie a lei abbiamo ritardato un esperimento importate ed urgente! Vada a cambiarsi!>
Tutti i presenti fecero un chiaro gesto di 'che palle cazzo...' riferito allo scienziato, che intanto si stava dileguando verso i cessi. Feci per seguirlo, poi mi fermai, stavo andando nella direzione sbagliata. Le porte che si chiusero con fracesso dietro mi me segnavano il mio arrivo al complesso dei laboratori, livello C.
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BoBoBorg
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 Post Posted: 14 Set 2007 - 10:21     Post subject:

Capitolo 2: Materiali Anomali

Iniziai la mia effettiva giornata di lavoro con il classico rituale quotidiano dei saluti disinteressati, almeno, oggi mi limitai ai soli presenti nell'atrio. Giust'appunto, l'atrio mi abbracciava con la sua grandezza, che ad uno non sembrerebbe consona, dato l'obiettivo sobrio e scientifico. Comunque, si trattava del principale ingresso alla sezione C, ovvero tutti i laboratori di test di dominio pubblico, che spaziavano dalla biologia alla meccanica, dalla chimica alla fisica; e proprio a quest'ultimo ero diretto: analisi fisico/chimica dei materiali, laboratorio C/117; in effetti uno dei più grossi, importanti e delicati di Black Mesa. Data la sua funzione, l'ingresso doveva avere il maggiore impatto possibile, come a testimoniare la grandezza di un progetto come Black Mesa: pieno di monitor a parete e tabelloni che pubblicizzavano la struttura, e persino una grande mappa mondiale che rappresentava le altre installazioni scientifiche, concentrate in Europa e Russia.
Non avevo tutto il tempo del mondo per bearmi di questo spettacolo, l'analisi di un nuovo campione cristallino aveva la priorità, quindi mi precipitai agli spogliatoi, per prendere in prestito (non sapevo ancora che fosse per sempre) una tuta di contenimento Lambda. A passo sostenuto mi diressi alle Camere del Personale seguendo una linea verde-pisello alla parete, salutando svogliatamente e con un cenno tutti gli scienziati che incrociavo. Arrivai stanco alla porta del Personale, e aprendola mi diressi verso la mia cabina, targata 'Freeman', contenete i pochi effetti personali che valeva la pena portarsi al lavoro e una cella di energia, per ricaricare la tuta. La tuta, per poco mi scordavo di prenderla, non era troppo distante, ed in pochi secondi mi trovai davanti alla teca che la conservava.
Il piccolo miracolo tecnologico mi si ritrovava ancora davanti ai miei occhi, e per la seconda volta lo dovevo usare. Sviluppato partendo dalle corazze militari ARC, si basava su un innesto di placche di diversi tipi di plastiche, unite per permettere una certa agilità e mantenere un essere in vita, ed un generatore di scudi personale. Si trattava infatti di un campo magnetico che si estendeva su tutta la superficie del corpo, respingendo o rallentando l'energia. La carica non si consumava col tempo, ma con l'utilizzo, infatti il centro di Black Mesa ospitava in numerosi punti centrali di carica e batterie autonome per mantenere la tuta in condizioni ottimali.
La versione civile era battezzata Lambda, vi era anche quella militare, in dotazione a truppe speciali sparse per il mondo, ed una vesione per la polizia, poco diffusa e presente in abbondanza solo a Black Mesa presso la Sicurezza.
Ancora una volta il tempo giocò a mio svantaggio, costringendomi ad indossare rapidamente la tuta, da solo, pezzo per pezzo; partendo dal busto e attaccando ed incastrando i vari bracciali, gambali, fino ad attivare l'energia principale della tuta.
<Benvenuti nella Tuta di contenimento Lambda: segnali vitali al 100%, batteria di carica al 0%, condizioni di danneggiamento al 0%, sono le ore 11 e 49 minuti> una voce computerizzata femminile annunciava che la tuta era completamente operativa, una tuta Lambda versione Mark IV.
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BoBoBorg
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 Post Posted: 21 Ott 2007 - 16:42     Post subject:

Argh, stop stop! Se state leggendo o (difficile) vi state appassionando, dimenticate tutto (possibilmente senza farvi male). Motivo? revisione. Motivo del motivo? il racconto era troppo semplice, troppo banale, chiunque sarebbe in grado di farlo. E per tale, chiedo (se possibile) che questo topic venga cancellato, provvederò a rifarne un altro in contempo (che vuol dire però?).
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Daphne



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 Post Posted: 22 Ott 2007 - 17:18     Post subject:

BoBoBorg calma calma, ricomincia pure da capo, se non vuoi più utilizzare questo topic posso bloccarlo, semmai dopo che ne avrai postato uno nuovo, prenditi il tempo per riflettere e non ti preoccupare non è una gara di creatività a chi fa il racconto più bello e originale.
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BoBoBorg
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 Post Posted: 26 Ott 2007 - 21:23     Post subject:

nono, non è questo il punto, solo che questo topic alla fine è inutile (diventerà). Eliminarlo sarebbe meglio, tanto i romanzi che ho in cantiere sono destinati a stopparsi per un bel pò; dato che ora ho intenzione di iniziare una serie di racconti antecedenti gli eventi narrati in Timeline. Quindi fai piazza pulita se puoi, se no blocca.
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Il Potere dello Kwisatz Haderach deve fallire.

-- Leto II e Ghanima (I Figli di Dune - cap.13 - pag.76 - Ed.Nord)