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Moebius
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SudrakAlSalik
Saggio
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Joined: 28 Mag 2004
Posts: 4042
Location: Arrakeen - Regnum Siciliae

 Post Posted: 27 Dic 2004 - 11:41     Post subject: Post subject: Moebius

Da un interessante post sul Forum di

http://groups.msn.com/LaricercadelGraal/_whatsnew.msnw


Nel film "Moebius", prodotto dall'Università del Cine di Buenos Aires, si affronta un tema caro agli scrittori di fantascienza e particolarmente intrigante: Daniel Pritt, un giovane topografo, viene chiamato dalla direzione della metropolitana di Buenos Aires per far luce su un curioso mistero: un convoglio con circa trenta persone è scomparso senza lasciare traccia, eppure non può essere uscito dal circuito sotterraneo. Incapace di risolvere da solo il problema, Daniel cerca il suo vecchio insegnante, il professor Hugo Mistein, che ha progettato la metropolitana, ma anche lui è sparito. Trovati i disegni del circuito, Daniel scopre che il treno scomparso viaggia da giorni in un'altra dimensione spazio-temporale nata dall'eccessiva complessità del sistema metropolitano. Naturalmente nessuno vorrà credere alle conclusioni alle quali è giunto.

La domanda, che nasce naturale, è: può essere in qualche modo plausibile una trama simile? Ci può essere riscontro di simili "incidenti", nella realtà?
Direi che quest'ultima formulazione è già, di per sè, contraddittoria. Sì, perchè, simili "incidenti" non hanno nulla a che vedere con *questa* "realtà".
Allora, il problema è vedere se esistono *altre* "realtà" in cui
si possa configurare un qualcosa del genere. Ma stiamo attenti: quello che "Moebius" come, del resto, tanti altri racconti, film e leggende
metropolitane delineano non appartiene, con ogni probabilità, a nessuna "realtà" specifica mentre potrebbe essere qualcosa che potremmo definire "incidenti di percorso", interferenze indefinibili di una torta a più strati.
Se, in effetti, immaginiamo una torta a tre strati, per dirne una, una torta particolarmente ricca di ingredienti e di sapore, non possiamo escludere che un aroma, un gusto o un po' di panna scivolino dallo strato originario a quello sottostante. Certo, c'è un sapore comune, un gusto unitario che caratterizza l'intera torta, ma può darsi che la separazione fra i suoi strati non sia così netta come ci si potrebbe aspettare. E, aggiungo, per fortuna!
Il nostro universo (e chissà quanti altri), però, non sono così "stazionari" come una torta. La natura vera dell'universo, che si potrà definire solo e se riusciremo ad elaborare un modello convincente della sua nascita, è il quesito "ultimo" al quale non siamo ancora in grado di dare una risposta.
Forse perchè *non c'è* una sola risposta...Ma non c'è dubbio che tanti
apparenti paradossi, a prescindere dal fatto che siano semplicemente
immaginati da uno scrittore o che facciano parte di un'ampia fenomenologia di eventi tuttora inspiegati, potranno essere finalmente inquadrati in una "teoria madre" dell' Universo che l'uomo sta ancora inseguendo. Questa "teoria madre" non potrà non far suoi alcuni punti fermi che, a mio parere, sono alcune delle più preziose teorizzazioni della scienza moderna:

-Tempo e spazio non esistono;
-Idee come "inizio" e "fine" non hanno senso;
-Il nostro universo è *episodico* ovvero l'espressione di un processo in essere che può ripetersi infinite volte;
-Il nostro universo è solo uno di un numero infinito di universi;
-Il nostro "Big-Bang", se mai si è verificato, è solo uno di un numero infinito di Big Bang.

Indubbiamente, il progresso del pensiero scientifico sta facendo passi da gigante nella formulazione della suddetta "teoria madre". Molti fisici quantistici, in particolare, stanno solo attendendo che i modelli da essi teorizzati trovino una qualche forma di conferma, anche se non si può parlare, qui, di sperimentazione puramente empirica. I modelli devono essere coerenti ma personalmente nutro il forte sospetto che questo genere di quesiti "finalistici" troverà modelli scientificamente coerenti solo quando la nostra mente si sarà, diciamo così, allineata, avrà conquistato questa "coerenza". Esiste, cioè, un "modello del profondo sè" che va prima elaborato e conquistato per poter conquistare le verità ultime. A partire
dal concetto fondamentale che non esiste un *sè interiore* ed un *sè
esteriore*, vale a dire che, in realtà, la localizzazione è un'illusione.

Ora, se questo può essere dimostrato a livello quantistico, altrettanto possiamo fare noi con gli "strumenti" della coscienza conquistando sempre più la consapevolezza del Tutto, perchè sarà proprio da quel *Tutto* che scaturiranno le "verità finali" sulla natura del nostro esistere in questo universo. Ho l'impressione molto netta che la Verità stia da sempre giocando a nascondino con l'uomo (e chissà con quante altre manifestazioni di coscienza nell' Universo). Un gioco furbo e astuto perchè palesandosi continuamente, ovvero *ESSENDO*, essa sa che verrà scoperta solo quando si sarà in grado di percepirla nell'eterno qui ed ora.
Dobbiamo ammettere, però, che la Verità, da sempre, ci dà degli "aiutini", dei "segnali" affinchè i più perspicaci abbiano la strada facilitata. Si tratta di tutti quegli eventi che rientrano nel "meraviglioso", nell'inesplicato e che, poi, tante credenze, leggende, a volte religioni hanno originato. Ma il meraviglioso ci cammina a fianco da sempre e poco conta se, col tempo, sono cambiati i termini per descriverlo. Oggi potrà chiamarsi "parapsicologia", ieri "magia". Ancora una volta siamo chiamati a non fermarci troppo sulle "realtà locali", sui termini. Gli "eventi del meraviglioso" ci ricordano, da sempre, che non esiste separazione e che abbiamo a disposizione una sola, grande *percezione globale*. Se tiriamo il freno a mano del pregiudizio e della presunzione rischiamo di sbandare e di farci male: la strada è scivolosa e, al minimo, potremmo perdere tempo girando su noi stessi.

Chi si àncora alle "fisiche locali", ai postulati epistemologici di scienze empiriche rischia di perdere il treno della conoscenza e di vedere il convoglio della Verità allontanarsi inevitabilmente mentre egli resta aggrappato al vagone ormai scollegato che, ancora per un po', procederà per inerzia prima di fermarsi.
Siamo tutti in attesa di questa "teoria madre" che dia un po' di sollievo al nostro spirito ansioso di conoscenza. La vita e la morte perderanno ogni aspetto separativo ma, soprattutto, ci riconosceremo in modo meraviglioso in un Universo di Universi, in un Tutto di eterna e sconfinata VITA.

Buon Natale a tutti!

Antonio Bruno



Che dire... sottoscrivo in blocco. Smile

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Sudrak Al Salik - Nomade Stellare Zensunni
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Jadacha
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Joined: 24 Ago 2004
Posts: 797

 Post Posted: 27 Dic 2004 - 14:02     Post subject:

Secondo me non ha detto niente di nuovo. La sfida che è stata scientificamente e implicitamente lanciata da Einstein e da altri eminenti scienziati che hanno lavorato sulle due teorie attualmente studiate (meccanica quantistica e relatività) è una lenza gettata in un mare di possibilità che non fanno altro che evidenziare i nostri limiti. In ogni caso la sua posizione non è ben delineata a mio parere. (sarà che non capisco tutti sti discorsi filosofici...).
Si parla di perdere il treno della conoscenza...si può fingere di conoscere facendosi "seghe mentali" come hanno sempre fatto i filosofi, ma l'empirismo scientifico non fa altro che confermare quelle idee giuste e cestinare quelle non giustificabili.
Il tipo dice che la scienza ha fatto passi da gigante nel formulare questa teoria del tutto ... da gigante rispetto a cosa? a 3 secoli fa ... un'inezia rispetto alla scala dei tempi. Ma se si vuole parlare di passo avanti si deve parlare di sperimentazione galileiana.
Se la nostra mente non è pronta a scoprire questo Continuum percezionale ci sarà un motivo, non credo ad un universo casuale anche se la casualità farebbe dell'essere una cosa non banale e unica. ( contrariamente alla concezione episodica riportata dal tipo)

Forse ho letto e scritto a vanvera ... cmq è quello che mi è venuto su di primo acchito.
Concludo riportando un paradosso che mi ha affascinato.

Da S.Hawking - Dal Big Bang ai Buchi neri:
Il fine ultimo della scienza è quello di fornire una singola teoria in grado di descrivere l'intero universo[...]. Ora, se crediamo che l'universo non sia arbitrario ma sia invece governato da leggi ben definite, dovremo infine combina le teorie parziali in una teoria unificata completa in grado di descrivere ogni cosa dell'universo. Nella ricerca di una tale teoria unificata cìè però un paradosso fondamentale. Le idee sulle teorie scientifiche che abbiamo abbozzato sopra prendono l'avvioo dall'assunto che noi siamo esseri razionali liberi di osservare l'universo come più ci aggrada e di trarre deduzioni logiche da ciò che vediamo. In un tale schema è ragionevole supporre che noi potremmo progredire fino ad approssimarci sempre più alle leggi che governano il nostro universo. Ma, se esistess in realtà una teoria unificata completa, essa dovrebbe presumibilmente determinare anche le nostre azioni. In tal modo sarebbe la teoria stessa a determinare l'esito della nostra ricerca di una tale teoria! E per quale motivo essa dovrebbe stabilire che, a partire dai materiali d'osservazione, noi dobbiamo pervenire alle conclusioni giuste? Non potrebbe essa predire altrettanto bene che noi dovremmo trarre la conclusione sbagliata? O nessuna conclusione?

Con questa citazione forse mi tiro la zappa sui piedi...cmq il libro è di un eminente fisico che ha lavorato e lavora alla ricerca di queste teorie unificate.
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profondoblu
Arifa
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Joined: 19 Lug 2004
Posts: 2077
Location: Tuono-Turuk

 Post Posted: 30 Dic 2004 - 19:52     Post subject:


Fa piacere sapere che la fantascienza cinematografica non è solo esclusiva dell'america, la quale spesso la colora con messaggi patriottistici altamente fuori luogo!
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La crescita è limitata dall'elemento essenziale che è presente in minor quantità. Questa è la condizione più sfavorevole che determina il tasso di crescita.

-- Lady Jessica, Legge del Minimo (Dune - pag.144 - Ed.Nord)